Team Ulisse Cultura e Spettacoli

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Fortunatamente sotto certi aspetti i tempi sono cambiati, ma certe espressioni spesso ispirano curiosità; anche se bisogna ammettere che forse alcuni atteggiamenti (specie se riferiti alle donne) non è che siano poi così variati. Per esempio "Terarse 'a cazette". Un modo di dire chiarissimo nel suo significato letterale "Tirarsi su la calza".Ma come è nato questo modo di dire? E poi si riferisce alla calza dell'uomo o a quella della donna? Ovviamente propendiamo per quella della donna e per diversi motivi. Questa espressione che ha tutta l'aria di una provocazione sexy, ma che in realtà rappresenta tutt'altro, vuol dire "darsi un'aria, assumere un atteggiamento di rifiuto per farsi pregare; oppure fare sentire una distanza incolmabile per differenza di ceto tra due persone; ecc.". Del resto a Taranto le ragazze di cui poi ci si innamorava perdutamente erano proprio quelle che "se teravane 'a cazette"….e poi, siamo sicuri che ancora adesso, simpaticamente, non sia ancora così?
Tarentum Nobilissima Urbs

... eravamo distrutti ma felici, assolutamente, incredibilmente felici! Avevamo percorso in pullman 2400 chilometri in un giorno e mezzo. Taranto-Casnate e ritorno. Tutto d'un fiato. No, non era la prima volta che facevamo una trasferta, ma questa la sentivamo davvero unica, inimmaginabile, indimenticabile! Imboccato Viale Magna Grecia una incontenibile frenesìa ci portò ad alzarci tutti, sorriderci e sorridere alla gente, agitare sciarpe e striscioni, a ripetere il coro a tutta voce che ci aveva esaltato per tutto il ritorno: "Siamo noi, siamo noi, i Campioni dell'Italia siamo noi ..." e all'arrivo la folla di curiosi intorno a farsi coinvolgere, a sentire come noi l'ebbrezza e l'orgoglio di quella parolina magica, "scudetto". Taranto nella storia del basket, Campione d'Italia. Ed i sogni già volavano alti. Eravamo distrutti e felici.

Oggi siamo distrutti, distrutti e basta! Una città sorda e cieca ha cancellato i sogni più belli di quelle fantastiche ragazze, di quel coach serio, umanissimo e vincente, di quel grande ed entusiasta Presidente, ed anche i nostri, visto che già pregustavamo la gioia di leggere e vedere Taranto in Europa, Taranto nella Coppa dei Campioni. Quasi una favola. Taranto che aveva battuto i mostri sacri del basket femminile italiano, pronta a cimentarsi per scontri ancora più esaltanti. Taranto sugli schermi e sulle prime pagine dei giornali specializzati, anche, se non soprattutto, come fenomeno popolare.
Ma non si sono trovati i soldi per l'iscrizione. Da quello che ho capito, forse qualcosa come 250 mila euro o poco più. Quei soldi non si sono trovati per mandare in Eurolega un Cras, capace della splendida accoppiata Coppa-Scudetto! Capace di dare una soddisfazione sportiva che non ha eguali nella storia della nostra città. Niente. Una realtà creata da tarantini veraci per tarantini veraci e grati. Niente. Niente dai cosiddetti imprenditori, niente dalle Banche, niente dal Comune, niente dalla Provincia, niente dalla Regione. Una cecità sconsolante.
Eppure, con un minimo di intuito, quest'investimento, se ben gestito e programmato, avrebbe certamente prodotto ritorni doppi e tripli rispetto alla cifra messa a disposizione.
Scrivere su quella maglietta, che so, Divani&Divani, o Borsci, o Ninfole, oppure "Ori di Taranto", o "Riviera jonico-salentina", o magari "La perla della Magna Grecia", o "Regione Puglia" o "La terra del Primitivo", etc. ... e far conoscere le ricchezze che la natura ci ha dato in tutta Europa, con una adeguata promozione, un pacchetto curato di "presentazione", depliants e gadgets accattivanti, avrebbe certamente portato dalle nostre parti sportivi, turisti, e ... soldi.
E invece niente ... Questo onore e queste opportunità andranno a Parma e a Chieti. Vada per Parma ma Chieti, signori miei, Chieti. Senza offesa, ma non potevamo proprio fare meglio di Chieti?
Certo, i problemi sono tanti, ma era così difficile capire che questa non era una spesa, ma un "investimento" mirato(non sono proprio gli imprenditori quelli che dovrebbero conoscere molto bene questi semplici elementi d'economia?) per future probabilissime entrate? Ma c'è qualcuno che conosce la parola "rischio d'impresa"?
Oggi in TV il buon D'Antona aveva il volto triste quando sconsolato mormorava: "Forse questo scudetto è arrivato troppo presto, forse questa città non era pronta, non ha capito che cosa le era capitato nelle mani ... pazienza ...". E già, pazienza.
E vai a vedere, forse quei soldi li daranno a Pieroni!
Qualche buontempone mette le due cose sullo stesso piano. E come no? Proprio sullo stesso piano. Infatti: uno ti ribassa i prezzi per le finali e ti dà i pullmans gratis, l'altro ti rifila gli abbonamenti-fedeltà, uno conferma tutte le migliori e prende in corsa l'Anula, l'altro ti sfascia un Taranto e ti costruisce un Ancona da promozione, uno a Casnate era in curva a scoppiare peggio di noi, l'altro non si fa vivo da una vita, uno per Taranto stravede, l'altro la paragona a Beirut, uno soprattutto una finale la vince, mandando una città in delirio, l'altro una finale ... lasciamo perdere, lasciandoci solo lacrime, uno ha chiesto col cuore in mano di poter partecipare alla Coppa dei Campioni (non alla Coppa del nonno) e non ha ottenuto niente, l'altro ci ricatta persino per una fidejussione da 212 mila euro e ... vedremo lunedì!
Sullo stesso piano che cosa ?!? Ma si rendono conto almeno di quello che dicono ?

9 giugno 2002 - 8 maggio 2003.

Sullo stesso piano ... 'a canigghie ca tenene 'ndo cervidde!
Buona domenica, Taranto mia, buona domenica. E comunque grazie lo stesso, grazie di cuore al Cras. La Taranto che si fa onore!

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Impastare e poi creare sublimi leccornie che solo le nostre donne erano in grado di fare. Ebbene qualche decennio fa, lavorare la pasta, impastare, si diceva "trumbare", cioè intridere acqua con farina. L'origine di tale termine potrebbe ricondurre al francese "tremper" che letteralmente significa "bagnare immergendo in un liquido". Evidentemente, per fare il pane non si segue questa strada. Quindi  probabile che il vocabolo abbia origini più remote e derivi dal latino "temperare" col senso di "mescolare nella misura conveniente". A prescindere dall'etimologia del termine, forse ai giorni nostri sono rimaste davvero in poche a saper "trumbare la pasta"…tanto ci sono i supermercati no?… Che peccato.