Guest Book Sport

" ... C’è ancora spazio per la speranza? Provo a dire la mia: io dico di sì, non si deve mai perderla la speranza. E’ difficile, molto, quasi un’utopìa di questi tempi ma per me è l’unica strada percorribile. Dall’alto o dai media non puoi aspettarti niente di diverso? E allora sia la base a dare la risposta della vita, della rinascita, del coraggio, del cambiamento vero. Mi spiego: ai funerali del povero Gabriele c’era tanta gente, addolorata, una infinità di sciarpe e fiori deposti in segno di solidarietà.
E’ da lì che bisogna ripartire.
Visto che dobbiamo riflettere facciamolo fino in fondo, senza rabbia o faziosità: allora è possibile, è possibile portare ed andare fieri dei propri colori e tuttavia condividere momenti di umanità con altri sportivi, momenti di rispetto, riconoscersi come uguali nella passione, riconoscere che non si può morire per una partita. Se non è un’altra sceneggiata, se al prossimo autogrill il laziale non sarà nuovamente un laziale infame da odiare e menare, se un caffè o una birra insieme torneranno a condire un allegro sfottò, non ci saranno più in giro pistoleri impazziti o lacrimogeni fuori traiettoria. Se la partita ridiventerà una festa domenicale la speranza non morirà come è morto Gabriele.
I tifosi che erano a Roma ripartano da lì, se ne sono capaci, se ne hanno veramente voglia. E con loro tutti quelli che amano lo sport e la civiltà.
Tutti quei tifosi continuino a parlarsi, a capirsi, a conoscersi meglio, a coordinarsi, a ripulire lo sport che ci ha fatto sognare per tanti anni dalle macerie e dal fango di oggi.
Basta con il dolore, basta con la rabbia animalesca, basta con l’odio e la paura, quelle sciarpe e quei fiori tutti insieme parlano d’altro, mostrano la speranza, sono un grande segnale, una grande opportunità.
I tifosi, tutti coloro che amano il calcio e non se stessi, facciano in modo che la tristissima giornata di Roma, dinanzi ad una vita spezzata, non sia l’ennesima enorme ipocrisia."