COLDIRETTI TARANTO. Domani, martedì 5 marzo, espianto di un agrumeto a Palagiano. Un atto disperato dettato dalla grave crisi che interessa il comparto
lunedì 4 marzo 2019
da maria.florenzio@inwind.it
La disperazione del mondo agricolo sfocia in atti che mai alcun agricoltore vorrebbe fare, espiantare gli alberi, fonte di sopravvivenza aziendale, reddito e patrimonio, a causa della crisi agrumicola che quest’anno ha messo in ginocchio le aziende agricole della provincia di Taranto. Domani 5 marzo, dalle ore 10 a Palagiano in contrada Castiglione saranno espiantati gli alberi di un agrumeto di clementine perché non più remunerativi. A darne notizia è Coldiretti Puglia che denuncia la perdita di un patrimonio produttivo di inestimabile valore. “Dal novembre scorso abbiamo denunciato il grave stato di crisi in cui versa il comparto agrumicolo in provincia di Taranto. I nostri appelli sono rimasti inascoltati”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia. “Abbiamo denunciato la situazione a novembre alla Provincia di Taranto e a gennaio abbiamo interessato i presidenti del Consiglio regionale Loizzo e della Giunta Emiliano. Sono troppe le insidie tra importazioni selvagge e crollo dei prezzi che le imprese agricole ioniche stanno subendo con un trend drammatico, che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori”. “Il gesto disperato dei nostri produttori è il segnale che in campagna la situazione è diventata insostenibile”, tuona il presidente di Coldiretti Taranto Alfonso Cavallo -. Mentre sono ridotti ai minimi storici i prezzi degli agrumi tarantini che non trovano mercato, negli ultimi anni sono cresciuti gli approvvigionamenti diretti dell’Italia da Africa e Sud America e in soli due mesi il Marocco ha esportato in Italia 170mila tonnellate di clementine per non parlare delle triangolazioni, che, per far diventare il prodotto comunitario, avvengono attraverso la Spagna”. Il presidente Cavallo insiste: “Abbiamo bisogno di misure strutturali e che venga scritto e adottato un Piano agrumicolo regionale che preveda un sostegno per i nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”.
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