da Valerio L'Abbate
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Oltre 1.000 tra imprenditori e dipendenti del settore
vivaistico si sono riuniti stamane, lunedì 11 febbraio, presso i Vivai
Agricoltura Giovane Cooperativa nell’agro di Monopoli. Motivo dell’incontro
l’immobilismo della Regione Puglia dinanzi alle richieste del comparto
che vorrebbe l’attuazione di deroghe regionali già previste a livello normativo
nazionale e comunitario per poter continuare ad operare e non condannare
definitivamente una fetta virtuosa dell’economia pugliese.
“Sono trascorsi mesi da quel 3 novembre quando portai i
rappresentanti dei vivaisti a confrontarsi direttamente con il direttore del
Servizio Fitosanitario Centrale, Bruno Caio Faraglia, presso il Ministero delle
Politiche Agricole – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate,
componente M5S della Commissione Agricoltura alla Camera – La diffusione
della Xylella fastidiosa ha comportato l’estendersi dei territori coinvolti
dalle misure fitosanitarie di prevenzione portando al blocco delle attività e
della movimentazione i vivaisti orticoli del sudest barese. Ma le soluzioni da
attuare sono state spiegate più e più volte alla Regione Puglia che o non
comprende o fa finta di non comprendere. E ciò – prosegue L’Abbate (M5S)
– appare incomprensibile e scatena la giusta e doverosa rabbia di
imprenditori e dipendenti dei vivai pugliesi. Già paghiamo lo scotto della
diffusione del batterio e delle gelate che hanno messo in ginocchio le nostre
produzioni agricole, ora non aggiungiamo altri problemi quando ciò che è
necessario fare è ampiamente noto e risaputo. Su questo versante le
responsabilità sono totalmente a carico della Regione Puglia e la Giunta
Emiliano eviti di buttarla in caciara, tentando di mischiare le carte. I
vivaisti sono a conoscenza di ciò che è necessario fare per permettere loro di
riprendere le attività – continua L’Abbate (M5S) – Non si mettano
a rischio ulteriori posti di lavoro”.
Il Comitato Fitosanitario nazionale, infatti, nel corso di tutti
questi mesi ha ribadito al Servizio Regionale della Puglia cosa andava fatto e
con che modalità. La produzione e la commercializzazione di piante
specificate e piante ospiti in area infetta è liberamente consentita dalla
decisione (UE) 2015/789. La decisione vieta il rilascio del Passaporto delle
piante all’interno dell’area infetta e le piante che sono state in area infetta
non possono essere movimentate nell’area tampone. Dall’area delimitata non può
essere movimentato materiale vegetale verso le aree indenni salvo che non sia
conforme ai requisiti di cui all’articolo 9 della Decisione (UE) 2015/789 e, in
tal caso, esso sarà accompagnato da Passaporto delle piante. Infatti, l’analisi
sulle piante non è sufficiente a dichiararle indenni dal batterio. Per
quanto riguarda il documento relativo al campionamento per l’esecuzione delle
analisi molecolari sulle piante prodotte in zona tampone e destinate ad aree
indenni, il Comitato Fitosanitario Nazionale approfondirà il documento nella
prossima riunione che gli operatori si augurano si terrà a breve.
“Purtroppo ci ritroviamo a raccogliere i cocci di una gestione
fallimentare del fenomeno che perdura da anni ed a cui stiamo iniziando a
metter riparo – prosegue Giuseppe L’Abbate (M5S) – Avrei voluto
chiedere alla Regione Puglia di venire incontro ai vivaisti con bandi PSR
dedicati a quegli operatori che opteranno per gli adeguamenti strutturali
necessari per essere dichiarati indenni ma, ahinoi, mi ritrovo a dover
richiedere che venga effettuato il minimo già concesso a livelli normativi
superiori e non permesso, incredibilmente, sul territorio pugliese. L’auspicio
– conclude il deputato 5 Stelle – è che l’Assessore all’Agricoltura
Di Gioia dia risposte concrete a stretto giro. Risposte che deve trovare
all’interno della Regione Puglia e non altrove”.