da Valerio L'Abbate
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INDAGINE CONOSCITIVA XYLELLA
FASTIDIOSA: ALLA CAMERA I PRODUTTORI OLIVICOLI ALLINEATI AL MONDO SCIENTIFICO
NEL CHIEDERE INTERVENTI IMMEDIATI ED ORGANICI
Mettere in pratica le misure
necessarie e indicate dalla ricerca scientifica, concentrarsi sul Piano
olivicolo nazionale, sollecitare le ordinanze dei Sindaci e togliere i
contributi PAC a chi non rispetta le “buone pratiche” agricole tra le
indicazioni dei produttori olivicoli
In Commissione Agricoltura, nell’ambito dei lavori della indagine
conoscitiva sull’emergenza legata alla diffusione della Xylella fastidiosa in
Puglia, è la volta degli olivicoltori. All’audizione alla Camera, tenutasi nel
pomeriggio di mercoledì 19 settembre, hanno preso parte gli esponenti di Unaprol
(Unione nazionale tra le associazioni di produttori di olive), CNO
(Consorzio Nazionale Olivicoltori), AIFO (Associazione Italiana
Frantoniani Oleari), Unasco e Federdop Olio. Ad emergere è una
chiara ed indistinta linearità di pensiero e comunione d’intenti tra il mondo
scientifico e quello produttivo, con l’unanime coro del “bisogna fare presto
senza perdere altro tempo”. L’intervento più accorato è stato sicuramente
quello di Gennaro Sicolo, Presidente CNO, a cui i deputati della
Commissione Agricoltura hanno tributato un applauso di sostegno e di vicinanza.
Sicolo si è scagliato contro i “santoni nullafacenti che hanno condizionato
le scelte politiche, gente che non sa neppure come è fatto un albero”
nonché contro “la politica di ogni livello e anche qualche organizzazione
agricola che hanno avallato comportamenti inadeguati e risposte non all’altezza
causando un danno incalcolabile agli olivicoltori e alla nostra terra. Nessuno
deve pensare di sfuggire alle proprie responsabilità. Per noi abbattere un
olivo, seppur infetto è un dolore immenso ma ne vale del futuro
dell’olivicoltura italiana. Le procedure vanno semplificate – ha
concluso Sicolo (CNO) – e va posta attenzione sulle buone pratiche
agricole e sui doveri degli amministratori locali nelle opere di pulizia dei
campi e delle strade per arrestare l’avanzata del batterio, financo con il
taglio dei fondi PAC a chi non ha rispettato le condizionalità”.
Dall’audizione dei produttori sono emerse, inoltre, preoccupazioni
sempre più concrete come il rischio di una produzione olivicola pari a zero in
Salento, soprattutto per la parte jonica, l’impossibilità per la gran parte
dei 650 frantoi che ricadono nelle aree colpite di poter lavorare
concretamente con 70 milioni di euro di danno per il fatturato della sola
molinatura e circa 200 milioni di euro di valore della produzione andato
perso. “Qui abbiamo ricadute occupazionali pari ad almeno 50
stabilimenti ILVA – ha dichiarato Elia Pellegrino (vicepres. AIFO) –
con un terzo dell’olivicoltura pugliese, cuore pulsante del comparto
italiano, andata persa”. Sempre più necessari i “reimpianti ma anche gli
innesti degli olivi millenari con le varietà resistenti come la Leccino o la
FS17 – ha ribadito invece David Granieri (Unaprol) – C’è bisogno,
poi, di interventi strategici a livello nazionale dedicati
all’olivicoltura”.
“Serve attuale concretamente il Piano olivicolo nazionale
rimasto lettera morta con lo scorso Governo – dichiara il deputato
pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), relatore dell’Indagine Conoscitiva della
Commissione Agricoltura – con interventi dedicati direttamente ai
produttori che possano rilanciare il comparto dell’oro verde dove l’Italia non
può perdere posizioni a livello mondiale sia per quantità sia per qualità.
Dobbiamo cercare di mettere in pratica tutto ciò che è necessario per non
permettere al batterio di sconfinare in altre regioni o nel nord barese
altamente vocato all’olivicoltura. Basta l’esempio citato in audizione della
città di Andria dove il 51,7% del reddito è olivicolo-oleario a far comprendere
l’entità dell’emergenza – prosegue L’Abbate (M5S) – che non è più
economico-commerciale bensì sociale. Si perdono giornate lavorative, aumenta la
disoccupazione, si perdono anche i sussidi agricoli esistenti e crolla al
contempo l’intero indotto. Ad iniziare dai frantoi che già devono subire la
stangata di una normativa antincendio che li paragona alle pompe di benzina e
su cui è il caso di intervenire. A questa tragedia socio-economica – conclude
il deputato 5 Stelle – bisogna porre un argine senza ulteriori indugi”.
L’Indagine Conoscitiva della Commissione Agricoltura prosegue
settimana prossima con ulteriori audizioni ma mira a conclude il proprio iter
entro fine anno.