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Tap: ero, sono e sarò contrario allfapprodo a San Foca.
Ma la protesta di Potì, oggi, è strumentale e incoerente

lunedì 17 settembre 2018
Sergio Blasi su Tap e dichiarazioni Marco Potì

da blasi.ufficiostampa@gmail.com

Per alcuni la foto che mi ritrae con la bandiera No Tap al fianco del sindaco di Melendugno Marco Potì sarebbe la prova della mia incoerenza riguardo a Tap. Mi viene da ridere e anzi, ringrazio chi l’ha tirata fuori. Ribadisco: ero, sono e sarò contrario all’approdo di Tap a San Foca. Era il 22 ottobre 2013 quando fissai in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno questo concetto, che da allora non è mai cambiato. E mi scivolano addosso, oggi, gli insulti che mi piovono addosso  attraverso la scomposta operazione di mistificazione del mio pensiero, che arriva a dipingermi come “facilitatore del gas”.

Quel che qui ha davvero importanza non è il sottoscritto, ma è la presa in giro che il M5s e il sindaco di Melendugno Marco Potì continuano a perpetrare nei confronti di questo territorio e dei cittadini che in buona fede e legittimamente protestano contro il metanodotto. Potì, in particolare, si sta rendendo complice di quella pagliacciata chiamata “analisi costi-benefici” e della propaganda a cinque stelle, che dice tutto e il contrario di tutto. Cioè niente.

Ora, ammesso che questa “analisi costi-benefici” sia davvero in corso (a opera di chi? attraverso quali strumenti? in quali tempi?), mi chiedo: nel caso in cui dovesse venir fuori che i benefici sono maggiori dei costi, il gas di Tap diventa all’improvviso buono? Non più mafioso? Non più di Putin? Non più inutile?

Il cambio di registro di Potì e di molti amministratori locali nei confronti di questo governo è il segno tangibile della strumentalità che ha assunto questa protesta, ed è per questo che io oggi ne prendo le distanze. Per coerenza, appunto, come dimostra questa foto. Perché nella genuinità di quella battaglia ci credevo e adesso non più.

Ma capisco bene che è difficile oggi recitare la parte del capopolo prendendo le distanze da questo governo, che gode del gradimento più alto nella storia della Repubblica. Un governo che si professa del cambiamento ma che nei fatti si sta dimostrando bugiardo e incoerente. Lo so, è difficile andare contro corrente, mettere i piedi nel fango, dire la verità anche quando non piace, anche quando è scomoda, anche quando non conviene. Io ci sono abituato, so cosa vuol dire e i rischi che si corrono. Ma è l’unico modo che conosco di fare politica.

E allora, invece di dirsi rassicurato dopo il colloquio con Conte a Roma in agosto, perché Potì non ha chiesto al premier del finanziamento di 500 milioni concesso giusto il mese prima dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo a Tap (e se lo ha fatto, non ne abbiamo notizia), per cui anche l’Italia, attraverso Filippo Giansante, nominato nel board della Banca dal Ministero Economia e Finanze, ha dato parere positivo? E perché nessuna bandiera No Tap ha sventolato all’inaugurazione della Fiera del Levante, come negli anni passati? Ebbene, chi è l’incoerente? Chi oggi guarda alla possibilità concreta di liberarsi dal carbone - che uccide, che inquina, che ci fa ammalare - o chi continua a fare il rivoluzionario senza rivoluzione, mentendo sapendo di mentire? Sia chiaro, che la Tap molto probabilmente si farà non lo dico io, lo dice questo governo. Lo dice l’imbarazzo del M5s, che su questo tema, come per tutti i nodi che riguardano le grandi opere, manda avanti Salvini-il-cattivo a dire le cose che loro non sono in grado di dire. Per incoerenza, appunto.

Diceva Machiavelli: “la colpa sospettata degli altri è quella che si è già commessa per sé”.

 

--

Sergio Blasi

Consigliere regionale Pd in Puglia

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