Legambiente
ritiene insufficienti le integrazioni al piano ambientale dell'Ilva presentate
questa mattina al Ministero dello Sviluppo economico dal gruppo Arcelor Mittal
(presentazione disponibile negli allegati),
acquirente di tutti gli impianti Ilva attualmente in amministrazione
straordinaria. Nonostante il giudizio dell'associazione sia positivo
sull'introduzione di alcuni punti.
In particolare, Legambiente contesta il dato relativo alla produzione che si
intende realizzare a Taranto dal ciclo integrale.
"Arcelor Mittal dichiara di voler produrre 8 milioni di tonnellate annue
di acciaio dal ciclo integrale - commenta il presidente di Legambiente Stefano
Ciafani, intervenuto al tavolo convocato dal ministro Di Maio - mentre
riteniamo, sulla base della valutazione del danno sanitario effettuata da Arpa
Puglia, che non si debbano superare i 6 milioni di tonnellate come massima
produzione possibile senza rilevanti rischi per la salute. Inoltre, il gruppo
si impegna a collaborare con Arpa e ASL per effettuare annualmente la
valutazione del danno sanitario ma non dice nulla in merito alla valutazione
d'impatto preventiva che noi da tempo chiediamo".
Legambiente valuta, invece, positivamente l'annunciata anticipazione, in alcuni
casi abbastanza sensibile, di realizzazione degli interventi previsti dal Piano
Ambientale, tra cui - ma non è una novità - il completamento della copertura
dei parchi minerali previsto per gennaio 2020. Una positiva apertura sembra,
inoltre, essere quella che l'azienda fa in merito alla decontaminazione del
suolo e della falda del sito dell'impianto di Taranto, ma le indicazioni
rimangono troppo generiche e Legambiente chiede in merito impegni più precisi e
scadenzati.
"Infine - aggiunge Stefano Ciafani - chiediamo che, in attesa del
completamento delle coperture dei parchi minerali e fossili si preveda
l'abbassamento dell'altezza dei cumuli, utile a ridurre il carico di polveri
nocive che grava sulla città in particolare nei wind days. Inoltre, dopo anni
di ritardi e omissioni che hanno alimentato la preoccupazione dei cittadini e
dei lavoratori di Taranto, chiediamo un salto di qualità sulla trasparenza,
rendendo pubblico lo stato di avanzamento dei lavori di ammodernamento
impiantistico e sulle bonifiche dei siti inquinati".
Pubblicato in L'Industria
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