Oggi
conferenza stampa a Taranto
ore
10.30
Provincia
di Taranto - androne
via
Anfiteatro
La
conferenza stampa è indetta da PeaceLink e serve a illustrare ai giornalisti
questa lettera inviata oggi al ministro Costa e al ministro Di Maio. Altri
dettagli saranno disponibili nelle prossime ore sul sito www.peacelink.it
Al
ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio
Al
ministro dell’Ambiente Sergio Costa
Ai mezzi
di informazione
Oggetto: richiesta di
revoca dell’incarico ai Commissari ILVA e di ritiro del ricorso al TAR da parte
di ILVA SPA, individuata quale responsabile della contaminazione da diossina
del territorio di Statte
Gentile
signor ministro Luigi Di Maio, Gentile signor ministro Sergio Costa,
l'associazione
Peacelink è entrata in possesso di un documento di particolare importanza e
gravità, che intende portare alla vostra attenzione. Si tratta del procedimento
amministrativo per individuare il soggetto responsabile della contaminazione
da diossina riscontrata in elevate concentrazioni nel territorio di Statte,
a nord dell’ILVA. Tale procedimento ha individuato nell’ILVA SPA il soggetto
responsabile della contaminazione.
Si tratta di
un procedimento che non è collegato al processo penale in corso “Ambiente
Svenduto” ma che ha una notevole rilevanza in quanto è finalizzato
all’applicazione del principio “chi inquina paga”. E’ la prima volta che viene
applicato il principio “chi inquina paga” all’ILVA ma la cosa è avvenuta in
sordina e senza clamore. L’opinione pubblica ne viene a conoscenza tramite
questa lettera che è contemporaneamente inviata anche ai mezzi di informazione.
Il principio “chi inquina paga”
Da tempo
PeaceLink chiedeva che - prima di effettuare le bonifiche - venisse
“individuato il responsabile”, ossia chi avesse inquinato in modo da applicare
il principio “chi inquina paga”. PeaceLink aveva nel 2013 incontrato a Roma il
ministro dell’Ambiente Andrea Orlando chiedendo un sollecito alla Provincia di
Taranto e un richiamo alle sue responsabilità - previste dall’articolo 244 del
dlgs 152/2006 - al fine di individuare il soggetto responsabile
dell’inquinamento. Dopo anni di pressione finalmente risulta avviato un
procedimento ai sensi dell’articolo 244 del dlgs 152/2006 limitatamente al
territorio di Statte (non ancora di Taranto).
L’ILVA individuata come
responsabile dell’inquinamento
Segnaliamo
che emergono in tale procedimento tre cose particolarmente importanti:
- l’apposito
piano di caratterizzazione del territorio di Statte (a nord dell’ILVA) ha
in particolare accertato - oltre a vari superamenti dei limiti di legge
per vari inquinanti - una forte contaminazione da diossine (PCDD) e
furani (PCDF) per quanto riguarda i terreni;
- la
Provincia di Taranto - al fine di applicare il principio “chi inquina
paga” - ha dovuto avviare - avvalendosi di un tavolo tecnico - un procedimento
amministrativo finalizzato ad individuare il responsabile del superamento
delle Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC), ai sensi
dell’articolo 244 del Testo Unico Ambientale (dlgs 152/2006);
- alla
conclusione di tale procedimento - leggiamo dalla documentazione - la
Provincia di Taranto ad aprile “individua il responsabile dell’evento
di superamento delle CSC per la matrice ambientale suolo, relativamente ai
parametri PCDD/F, nel gestore dell’impianto siderurgico: società ILVA SPA”.
Il nesso ILVA-diossina
Non era mai
accaduto prima che per via amministrativa fosse individuato il rapporto
causa-effetto fra inquinamento ILVA e contaminazione da diossine e furani dei
terreni.
L’individuazione
dell’ILVA come soggetto responsabile della contaminazione è il risultato del
lavoro di un tavolo tecnico istituito l’1/2/2018.
Nelle carte
della Provincia si parla di “un diffuso stato di contaminazione, che
interessa sia la matrice suolo sia la matrice acque sotterranee” e “in entrambi
i casi il superamento delle CSC è registrato per diversi parametri”.
L’obbligo di bonifica
E’ un
momento molto importante perché finalmente viene applicato il principio “chi
inquina paga”. Propedeutico all’applicazione di tale principio è ovviamente
l’individuazione del soggetto che ha inquinato e che pertanto è tenuto a farsi
carico dei costi della bonifica.
Facciamo
presente che l'associazione Peacelink da diversi anni ha chiesto nelle sedi
istituzionali l'applicazione dell'art. 244 e cioè l'individuazione del
responsabile di contaminazione delle matrici ambientali.
Il ricorso al TAR da parte dell’ILVA
Detto questo
segnaliamo un fatto che riteniamo sia doveroso sottoporre alla vostra
attenzione. Infatti, a seguito di questa comunicazione della Provincia di
Taranto, la società ILVA SPA ci risulta che abbia risposto facendo ricorso al
TAR.
Riteniamo
che questo sia un atto particolarmente grave.
I Commissari
Straordinari nominati per ILVA SPA sono stati nominati con Decreto del Ministro
dello Sviluppo Economico del 21 gennaio 2015. Fra le loro competenze vi è
quella delle bonifiche. Opporsi alle bonifiche è proprio paradossale. Ci
saremmo attesi un ricorso al TAR da parte dei Riva o di Arcelor Mittal, ma non
dai Commissari che rappresentano lo Stato e dovrebbero esprimere una
responsabilità sociale di elevato livello.
Cosa chiediamo al Governo
Pertanto
chiediamo
- un
decreto di revoca dei Commissari Straordinari ILVA;
- il
ritiro immediato del ricorso al TAR da parte dell’ILVA SPA;
- la
conseguente applicazione all’ILVA del principio “chi inquina paga”.
Chiediamo la
revoca dei Commissari senza alcuna intenzione di lederne la reputazione e
l’onore, essendo il loro ricorso al TAR pienamente legittimo, anche se
deleterio per gli interessi dei cittadini. Le ragioni che ci spingono alla
richiesta di revoca attengono alla scelta di ricorrere al TAR fatta dai
Commissari, scelta che contrasta fortemente, a nostro avviso, con gli interessi
della comunità che da tempo rivendica non solo le bonifiche ma anche
l’applicazione del principio “chi inquina paga”. Riteniamo che l’applicazione
di tale principio venga oggettivamente ostacolata dal ricorso al TAR dei
Commissari ILVA, dopo che un tavolo tecnico ha individuato nell’ILVA SPA la
causa della contaminazione da diossina nel territorio di Statte.
Costi esterni e principio
pigouviano
I costi di
gestione dell'Ilva di Taranto devono tener presente tutti i costi ambientali
che essa provoca. La logica con cui si prosegue è invece quella di non
riconoscere e di non contabilizzare i costi esterni. Questa logica va
interrotta e vanno inseriti nella contabilità dell’ILVA tutti i costi esterni
generati dall’inquinamento che produce perché solo in questo modo si creerebbe
un meccanismo di deterrenza economica teso a scoraggiare l’inquinamento.
L’applicazione del principio di contabilizzare i costi esterni (sostenuta dal
grande economista Arthur Cecil Pigou e che è
alla base della normativa europea “chi inquina paga”) deve essere alla
base della formulazione del bilancio dell’ILVA. Tale principio pigouviano è un
principio di risarcimento e non di compensazione. Va da sé che tale nostra
richiesta porta conseguenzialmente alla chiusura dell’ILVA per ragioni
squisitamente economiche in quanto l’ILVA ha come punto di forza
l’esternalizzazione dei suoi costi ambientali, costi che dovrebbe invece subire
mediante una corretta applicazione del principio “chi inquina paga”. L’ILVA è
sempre sfuggita a tale principio e ora che per la prima volta lo spettro del
risarcimento e della bonifica si materializza, ecco che sfugge alle proprie
responsabilità facendo ricorso al TAR. Immaginiamo cosa accadrebbe se, dopo
Statte, il principio “chi inquina paga” dovesse applicarsi anche nel quartiere
Tamburi dove i costi della bonifica sono attualmente a carico del contribuente
e non dell’ILVA.
La strategia perversa: Stato
contro lo Stato
Questo
episodio del ricorso al TAR da parte dei Commissari ILVA non può essere
considerato un evento a sé. Riteniamo faccia parte di una precisa strategia.
L’inquinamento
di Taranto e Statte è infatti talmente grave e oneroso che è lo stesso Stato
(che gestisce attualmente l’ILVA) a opporsi allo Stato (rappresentato dalle
istituzioni obbligate ad applicare il principio “chi inquina paga”). Pur di
evitare di evitare di pagare la bonifica, un pezzo dello Stato fa ricorso al TAR
contro chi rappresenta la popolazione e l’interesse generale. Lo Stato che
rappresenta l’acciaio fa ricorso contro lo Stato che rappresenta la difesa
dell’ambiente. E’ una situazione talmente paradossale che è persino difficile
da immaginare e da esporre in questa lettera.
La vendita dell’ILVA come pietra
tombale su Taranto e Statte
Lo Stato dei
Commissari non ci rappresenta. Lo Stato inoltre vuole liberarsi dell’ILVA come
di una fabbrica scomoda che - oltre che inquinare - produce in perdita
deprivando di risorse pubbliche quello stesso Stato che dovrebbe provvedere
alla bonifica.
Lo Stato
pertanto vuole sbarazzarsi dell’ILVA per non rispondere più di fronte ai
cittadini delle mille domande di giustizia, di pulizia e di lavoro. Lo Stato
cerca in Arcelor Mittal la sua via di fuga dalle sue responsabilità, così come
il ricorso al TAR costituisce una via di fuga (o un tentativo) dalle proprie
responsabilità per gli obblighi di bonifica ambientale.
Ormai è
chiara la strategia: si vende per non bonificare e per condannare Taranto e
Statte ad un futuro senza speranza di bonifica. Una pietra tombale.
Signori
ministri, tutto questo è inaccettabile.
Sappiamo
bene che la vendita dell’ILVA porterà nelle casse dello Stato i soldi necessari
a pagare le banche creditrici e non a pagare le bonifiche.
Continuare
la produzione dell’acciaio a Taranto è un alibi per distrarci dai veri compiti
che ci attendono: la bonifica integrale del territorio. Tutto questo è
terribile e ci rivolgiamo a voi, signori ministri, perché poniate fine a questo
penoso conflitto che contrappone lo Stato dell’acciaio alle istituzioni che
rivendicano la legalità ambientale.
Per
PeaceLink
Fulvia
Gravame
Luciano
Manna
Alessandro
Marescotti
ANNOTAZIONI TECNICO-GIURIDICHE
Ricordiamo
cosa prevede l’articolo 244 del dlgs 152/2006:
“1. Le
pubbliche amministrazioni che nell'esercizio delle proprie funzioni individuano
siti nei quali accertino che i livelli di contaminazione sono superiori ai
valori di concentrazione soglia di contaminazione, ne danno comunicazione alla
regione, alla provincia e al comune competenti.
2. La
provincia, ricevuta la comunicazione di cui al comma 1, dopo aver svolto le
opportune indagini volte ad identificare il responsabile dell'evento di
superamento e sentito il comune, diffida con ordinanza motivata il responsabile
della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del presente titolo.
3.
L'ordinanza di cui al comma 2 è comunque notificata anche al proprietario del
sito ai sensi e per gli effetti dell'articolo 253”.
Il
procedimento in questione avviene ai sensi dell'Art. 244 comma 2 del D. Lgs
152/2006: "La Provincia, ricevuta la comunicazione di cui al comma 1, dopo
aver svolto le opportune indagini volte ad identificare il responsabile
dell'evento di superamento e sentito il comune, diffida con ordinanza motivata
il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del
presente titolo".
Il
procedimento finalizzato ad individuare il responsabile dell'evento di
superamento della Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) per la matrice
suolo e acque di falda, è l’ultimo atto di un percorso che comincia con il
piano di caratterizzazione del Comune di Statte approvato dalla Regione Puglia
con Determina Dirigenziale n° 7 del 29/01/2013.
La conclusione
del procedimento finalizzato all'individuazione del responsabile dell'evento di
superamento delle CSC riguarda il suolo superficiale nelle aree non comprese
nel SIN (Sito di Interesse Nazionale) e ricadenti nel territorio comunale di
Statte.
Il dirigente
del 4° Settore "Pianificazione e Ambiente" della Provincia di
Taranto, a mezzo pec il 19 aprile 2018, ha comunicalo l’individuazione del
"responsabile dell'evento di superamento delle CSC per la matrice
ambientale suolo, relativamente ai parametri PCDD/F, nel gestore dell'impianto
siderurgico: società Ilva SpA" e ha comunicato nei confronti della stessa
società "l'avvio del procedimento amministrativo finalizzato all'emissione
dell'ordinanza ex art. 244 del Testo Unico Ambientale". Tale comunicazione
è stata inviata a:
- ILVA
SPA
- Sindaco
del Comune di Statte
- Ministero
dell’Ambiente
- ISPRA
- Regione
Puglia
- Arpa
Puglia
- ASL
Taranto
- Commissario
Straordinario per la bonifica