Il
sindaco di Statte ha inviato una nota stampa in risposta al comunicato di
PeaceLink lamentandosi del fatto che ci sia "chi agita soltanto la
bandiera della protesta e dell'allarmismo".
I
fatti oggetto del recente comunicato stampa di PeaceLink sono quelli della
grave contaminazione ambientale attorno alle discariche ILVA e nel territorio
di Statte. Sono tutte questioni che PeaceLink ha rappresentato in modo
dettagliato ai neo ministri dell'Ambiente e della Salute, Sergio Costa e Giulia
Grillo.
Ci
saremmo aspettati in verità che il sindaco di Statte dovesse essere essere
contento dell'iniziativa di PeaceLink che ha portato all'attenzione del governo
le criticità del territorio di sua competenza, connesse alle discariche ILVA e
alla compromissione ambientale di alcuni punti del territorio caratterizzato.
Spetta al sindaco di Statte scegliere se averci come interlocutori o no.
Cogliamo
pertanto l'occasione della nota stampa del sindaco di Statte per porgergli
quattro domande di interesse pubblico.
Prima
domanda. Per
la contaminazione riscontrata a Statte è stato applicato l'articolo art.
244 del decreto legislativo 152/2006 che richiede "l'individuazione delle
responsabilità in ordine all'inquinamento riscontrato"?
La
responsabilità di tale individuazione è la Provincia, "sentito il
comune". Poniamo pertanto al sindaco la seconda domanda: il Comune
di Statte è stato "sentito" dalla Provincia di Taranto per
l'individuazione di chi è responsabile dell'inquinamento del territorio di
Statte a cui si riferisce l'ordinanza sindacale dell'ottobre del 2017?
Gli
inquinanti che hanno superato i valori di legge sono tutti nel catalogo delle
note emissioni inquinanti di un'acciaieria: diossine, PCB, IPA, benzo(a)pirene,
mercurio, arsenico. E' importante sapere se sono state condotte delle indagini
ad hoc per conoscere la reale provenienza di tali inquinanti.
L'articolo
244 del decreto legislativo 152/2006 recita esattamente quanto segue:
1.
Le pubbliche amministrazioni che nell'esercizio delle proprie funzioni
individuano siti nei quali accertino che i livelli di contaminazione sono
superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione, ne danno
comunicazione alla regione, alla provincia e al comune competenti.
2.
La provincia, ricevuta la comunicazione di cui al comma 1, dopo aver svolto le
opportune indagini volte ad identificare il responsabile dell'evento di
superamento e sentito il comune, diffida con ordinanza motivata il responsabile
della potenziale contaminazione a provvedere ai sensi del presente titolo.
Ed
ecco la terza domanda. Potremmo sapere a che punto è l'iter per giungere
alla "diffida con ordinanza motivata il responsabile della potenziale
contaminazione"?
Il
delitto rimarrà senza colpevole o siete alla ricerca - amministrativamente
parlando - del responsabile che di conseguenza dovrebbe pagare le bonifiche?
Abbiamo
parlato con la dottoressa Vera Corbelli che ci ha assicurato, in tema di
bonifiche, che ha debitamente sollecitato la Provincia nella individuazione del
responsabile. In tale iter il Comune è coinvolto, e potrebbe svolgere un'opera
di stimolo. Saremmo grati al sindaco di Statte se ci aggiornasse in merito.
Senza
tale provvedimento l'inquinatore rimarrà ignoto e le bonifiche saranno pagate
con i soldi del contribuente, mentre la normativa italiana ha recepito il
principio europeo "chi inquina paga". Chi ha inquinato dovrà
risarcire anche i coltivatori oggi danneggiati.
Tale
questione è delicatissima e la preghiamo, signor sindaco, di non confonderci
per agitatori e allarmisti se rivendichiamo un principio di legalità. Tanto più
che, rivendicandolo, sosteniamo gli interessi dei cittadini di Statte e
prendiamo spunto proprio dall'ottimo lavoro di caratterizzazione promosso dal
Comune di Statte.
Infine
non possiamo tacere alcuni gravi interrogativi relativi alla salute di chi ha
vissuto per anni e anni su zone contaminate senza averne piena consapevolezza e
piena informazione. Non va assolutamente ignorato che un gruppo significativo
della popolazione di Statte ha mangiato per decenni frutta e verdura coltivata
su terreni contaminati e irrigati con acqua anch'essa contaminata. Su queste
persone sarebbe opportuno compiere una accertamento sanitario per verificare
eventuali compromissioni della salute connesse alle esposizioni ambientali e
alle sostanze alimentari.
In
passato i prodotti della terra da Statte sono stati venduti nel mercato del
quartiere Tamburi, dando da mangiare a migliaia di tarantini. Quale rischio
sanitario ha comportato tutto ciò?
Noi
abbiamo posto un problema di tracciabilità per i consumatori responsabili che
hanno tutto il diritto di conoscere la provenienza di ciò che arriva sulle loro
tavole.
Ognuno
ha diritto di scegliere in modo informato i cavolfiori, i pomodori o i carciofi
e di rivendicarne la tracciabilità. E' un principio fondamentale. E noi
intendiamo esercitarlo fino in fondo.
E
infine la quarta domanda: signor sindaco, dai dati in suo possesso la
discarica ILVA Mater Gratiae inquina ancora la falda?
Alessandro
Marescotti
Presidente
di PeaceLink