Il 12 Maggio ricorre la
"Giornata Internazionale dell'Infermiere", occasione per ricordare
Florence Nightingale, mentore degli infermieri, la donna che agli agi preferì
la cura delle persone malate ed indigenti cercando di alleviarne sofferenze e
disagi, cercando di portare comprensione e sollecitudine 1à dove c'era dolore
ed abbandono.
Bella figura quella di Florence,
ricordiamo qui solo i suoi inizi. Nasce durante un soggiorno dei genitori,
ricchi proprietari terrieri inglesi, a Firenze: da qui il nome Florence, poi
abbreviato in Flo.
Cresce in Inghilterra, fra la tenuta
di Embley Park dove Flo si sente prigioniera (scrive nel diario e a
conoscenti), quella estiva di Lea Hurst, e gli appartamenti di Londra due volte
all’anno per i ricevimenti.
In età di matrimonio Flo respinge
ben tre pretendenti. A 17 anni si era sentita “chiamata da Dio a servire
l’umanità” e a 24 annuncia alla famiglia che diventerà infermiera. All’epoca è
un lavoro da sguattere con una reputazione di brutalità e alcolismo.
A Kaiserswerth, vicino a Dusseldorf,
visita un ospedale per i poveri gestito da diaconesse luterane e nel quale
torna pochi mesi dopo come studentessa per prendere il diploma di infermiera.
Il padre decide di versarle una
pensione annua di 500 sterline affinché possa essere indipendente, abitare a
Londra e prendere la direzione di un ricovero per gentildonne prive di risorse.
Anche con il contributo della zia
Mai, sorella del padre, rinnova questo ricovero da cima a fondo (impianti
idraulici, biancheria, vitto, contabilità) e forma il personale.
Questa esperienza le sarà presto
utile.
Nel 1854 l’Impero britannico,
alleato della Turchia, entra in guerra contro la Russia che vuol conquistare
Costantinopoli, e manda una spedizione in Crimea. I primi successi sono seguiti
da notizie allarmanti sui soldati feriti e malati lasciati morire senza
assistenza.
Il 21 ottobre, con l’autorizzazione
del ministro della guerra, parte insieme a 38 infermiere tra cui la zia Mai per
Scutari, sede dell’ospedale militare britannico.
Trova diecimila soldati in
condizioni disumane di sporcizia e di abbandono che si contagiano l’un l’altro
con malattie infettive. Mancano tutte le attrezzature, persino l’acqua è
razionata, lavorando giorno e notte con il suo seguito, Miss Nightingale impone
procedure igieniche e razionali.
Nel 1855 rientra a Londra e chiede
che una commissione indaghi sull’assistenza medica militare ed esige anche una
riforma completa della sanità militare.
Si ammala di brucellosi e si
riprende anche se resterà inferma. Ricordiamo che il suo best-seller Notes on
Nursing, che distingue tra
terapia e assistenza, resta tuttora valido.
Perennemente esausta e instancabile,
nel 1860 realizza un sogno: la Training School of Nursing all’interno
dell’ospedale St Thomas di Londra, l’attuale The Florence Nightingale School of
Nursing and Midwifery del King’s College) e si ha una svolta: alle infermiere
è riconosciuta una professionalità diversa da quella medica e altrettanto
indispensabile, anche se non retribuita, per cui rimane ancora una professione
per gentildonne che non devono guadagnarsi da vivere.
L’anno prima Miss Nightingale era
stata eletta Fellow of the Royal Statistical Society, la prima di altre
onorificenze concesse per la prima volta a una donna che amava definirsi “un uomo
d’azione”.
Nel 1861, diploma la prima
infermiera americana e fa da consulente agli stati dell’Unione che stanno
combattendo contro la Confederazione una sanguinosa guerra civile.
Nel 1872 Henry Dunant crea la Croce
Rossa Internazionale ispirato, dice, dal lavoro di lei, e nel 1883 la regina
Vittoria le conferisce la Croce Rossa Reale. A 75 anni perde la vista ed è
costretta a letto, e il 13 agosto 1910 si addormenta verso mezzogiorno per non
svegliarsi più.
"Vivi la vita quando ce l'hai,
la vita è uno splendido dono, non c'è niente di piccolo in questo, è una delle
sue frasi ricorrenti, una delle frasi che ripeteva ai suoi malati – ci dice
Benedetta Mattiacci, presidente dell’Ordine Professioni Infermieristiche di
Taranto, che ha organizzato l’evento - profondendo quella forza, quella
empatia, quella partecipazione che fanno parte della nostra professione, del
nostro bagaglio culturale. Aiutare gli altri, è questa la motivazione che anche
quest’anno, porta il nostro Ordine a fare per chi ha bisogno, per chi vive
realtà tragiche come quella dei bambini somali in difficoltà. Per loro il
nostro impegno di questa serata di musica e canti con protagonisti gli Hathor
Plectrum Quartet”.
Il quartetto nasce nel 2007, con
l'intento di studiare ed eseguire il ricco repertorio originale per strumenti a
plettro, fra cui le Sonate barocche, opere ottocentesche della scuola
strumentale italiana e tedesca, fino alla musica moderna e contemporanea, senza
tralasciare alcune fra le più belle pagine della letteratura della cultura
partenopea ed arrangiando anche colonne per film.
Ha
partecipato a numerosi e prestigiosi concorsi, classificandosi sempre ai primi
posti.
È stato
inoltre invitato a partecipare a prestigiose stagioni concertistiche italiane,
nell'ambito delle quali ha riscosso unanimi consensi di pubblico e critica.
Nel
maggio 2015 ha rivisitato e accompagnato dal vivo Antonella Ruggiero. E' la
prima volta che un quartetto a plettro riarrangia un repertorio e nell'agosto
sempre dello stesso anno ha aperto il concerto di Patty Pravo con una versione
inedita de La Bambola.
Nel
2010 ha pubblicato il suo primo cd "Hathor Plectrum Quartet – live",
giunto in poco tempo alla sua dodicesima ristampa.
Nel
dicembre 2013 “In the Christmas of mandolin”, 9 brani classici natalizi
interpretati dai plettri dell’HPQ, album tra l’altro recensito e apprezzato
anche dal grande Fausto Cigliano.
Si
esibisce con strumenti artigianali delle scuole italiane di liuteria di fine
ottocento e inizi novecento.
“Faber e i cantautori italiani….” si
intitola lo spettacolo musicale in scena questa sera alle ore 21
nell’Auditorium Tarentum di via Regina Elena 122.
Alla chitarra ci sarà Vito
Mannarini, ai mandolini Antonio Schiavone e Roberto Bascià, alla mandola Fulvio
S. D’Abramo dell’Hathor Plectrum Quartet, tutti maestri diplomati presso il
Conservatorio "Niccolò Piccinni" di Bari. Le canzoni di Fabrizio De
Andrè verranno interpretate Gianni Vico (voce e chitarra). La voce narrante
sarà quella di Maria Rosaria Coppola. I classici della canzone italiana e
napoletana verranno interpretati da Gianluca Ferrarese (voce) e Andrea Musci
(chitarra).
Il ricavato interamente sarà
devoluto alla Fondazione Marco Berry Onlus, in particolare per la formazione di
infermieri di Sala Operatoria del Mas Children Hospital di Somaliland.
Tra i sostenitori del progetto il
concittadino cardiochirurgo Dott. Piero Abruzzese.
E’ obbligatoria la prenotazione
allo 0994533218.
Benedetta Mattiacci
Hathor Plectrum Quartet
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Vito Piepoli
giornalista tess. n. 99479