“A Taranto l’autismo sta crescendo in maniera
esponenziale”. È la consapevolezza dell’assessore comunale al welfare Simona
Scarpati che sarà presente all’inaugurazione del Centro autismo e disabilità
correlate ABC Centro ABA, prevista per martedì 3 aprile (ore 18 a Taranto, in
Piazza Immacolata n.30). “Da tempo- spiega- su questa problematica stiamo
lavorando all’interno dei Piani di zona in sinergia con le associazioni del
territorio”.
Le spese sostenute dalle famiglie per le terapie
potranno essere portate in deduzione totale, recuperando quanto investito per
le cure, proprio per garantirne l’accessibilità a tutti. Il Centro sarà gestito
da una cooperativa sociale Onlus, in stretto contatto con l’America,
considerata la patria dell’Analisi Comportamentale Applicata. Lo stesso
promotore, il tarantino d’adozione Simon Izzo è madrelingua italiano e inglese
e ha spesso lavorato negli Stati Uniti, mentre la direttrice clinica della
struttura, la dottoressa Jessica Dean -che opera in Italia da 10 anni– è
originaria della Georgia, analista comportamentale certificata, professoressa
presso il master ABA di Salerno e istruttrice presso il Florida Institute of
Technology. Inoltre, gli operatori del Centro saranno tutti tecnici del
comportamento abilitati presso l’albo americano BACB.
Ma non è tutto: in vista dell’imminente
apertura, si registra anche la presenza del professor William Heward dell’Ohio
State University, luminare del settore, coautore di “Applied Behavior Analysis”
(casa editrice Pearson), quella che viene considerata la bibbia dell’analisi
comportamentale applicata. Questo testo, in qualche modo, parlerà tarantino,
dal momento che è in fase di traduzione in lingua italiana e la traduzione
porta la firma proprio di Simon Izzo e di ABC Active Learning, scuola di lingue
da tempo presente sul territorio che ha già ottenuto importanti riconoscimenti.
In particolare per quanto riguarda i piccoli studenti che, a soli 5 anni, hanno
tutti superato e con il massimo punteggio gli esami per la certificazione
Trinity College London. “In qualche modo- spiega Izzo- applichiamo per i
bambini che si rapportano con una lingua straniera lo stesso metodo di
apprendimento che usiamo per i pazienti autistici. Per entrambi, la lingua
(straniera per i primi e madre per i secondi), rappresenta un limite alla
possibilità di interagire con il mondo circostante. Il tutto è ovviamente
supportato da basi scientifiche: pensiamo di poter portare sul nostro
territorio un’eccellenza, un punto di riferimento e un sostegno per chi è
affetto da questo disturbo, al fine di produrre un miglioramento del
comportamento e delle capacità di apprendimento”.