Il
6 marzo 2018 si discuterà davanti al Tar Puglia - Sezione di Lecce il ricorso
della Regione Puglia e del Comune di Taranto che hanno impugnato l’ultimo piano
ambientale per l’Ilva di Taranto, approvato nel settembre 2019 dal Consiglio
dei Ministri (D.P.C.M. 29.9.2017).
Il
WWF Italia sarà ancora una volta a fianco dei cittadini di Taranto, con un
intervento “ad adiuvandum” nel ricorso del Comune.
L’associazione partecipa a questo ricorso per la difesa dei più importanti e
preziosi beni e valori costituzionali: la tutela della salute e
dell’ambiente.
Il
WWF Italia, i volontari del WWF Puglia e di Taranto da anni svolgono attività
di denuncia per la situazione di grave inquinamento insieme ad azioni di tutela
per le aree naturali presenti nel territorio e che devono essere conservate.
Il
WWF ha fatto denunce, ricorsi amministrativi, elaborato documenti con richieste
e osservazioni per le bonifiche dell’area, interloquendo con il ministero
dell’Ambiente, il Parlamento, la Corte Costituzionale, la Magistratura. Si è
anche costituito parte civile nel processo per “disastro ambientale” avviato
nel 2014. Tutte queste attività hanno l’obiettivo di perseguire la tutela ed il
risanamento ambientale, la salute dei cittadini e dei lavoratori e di garantire
il rispetto delle regole europee.
Nell’intervento al Tar Lecce, curato per il WWF Italia
dagli avvocati Lara Marchetta di Taranto e Giuseppe delle Foglie di Bari, il
WWF ha sottolineato che il nuovo Piano Ambientale non rispetta le regole
europee ed internazionali (Convenzione di Aaarhus) sul “diritto
di accesso alle informazioni ambientali e di partecipazione”. La Pubblica
amministrazione non avrebbe garantito i “principi di trasparenza” e
“leale collaborazione” riconosciuti anche dalla Costituzione. Si rileva,
inoltre, l’omissione di valutazioni sull’impatto sanitario del
Piano e si lamenta una eccessiva proroga dei tempi di intervento di bonifica
che “appare apertamente contraddittoria sia rispetto all'urgenza ed
emergenza dei lavori di bonifica dello stabilimento ILVA sia rispetto alle
esigenze di garantire il diritto alla salute della popolazione locale, della
fauna e della flora circostante l'insediamento industriale”. Si evidenziano
anche proroghe che violano il “principio di precauzione” che
tutti gli stati europei devono garantire rispetto alla tutela di ambiente e
salute. Si sottolineano, infine, carenze non giustificate sulla mancanza
di Valutazione di impatto ambientale e di Valutazione di incidenza,
anche queste rese obbligatorie da norme e principi europei.
Roma, 3 marzo 2018
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dott. Fabio
Millarte
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