Coldiretti
Puglia dichiara lo stato di agitazione del comparto lattiero per le invasioni
di prodotto straniero, che stanno facendo crollare i prezzi del latte alla
stalla pugliese. Positiva la convocazione del tavolo latte da parte
dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, dopo le
prime denunce pervenute dalla Coldiretti, “anche se è necessario procedere
senza indugio – afferma Coldiretti”.
“All’emergenza
prezzi – ha stigmatizzato Giorgio Apostoli, Capo Servizio Zootecnia della
Confederazione Nazionale Coldiretti - si aggiunge il problema grave che
molte partite di prodotto non riescono a trovare acquirenti e molti caseifici
stanno comunicando agli allevatori la decisione unilaterale di sospendere il
ritiro del latte anche per 15 giorni. Dalle frontiere italiane passano ogni
giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati,
formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati
industrialmente”.
“Un fiume di
latte sta invadendo la Puglia – ha incalzato il vicepresidente di Coldiretti
Puglia, Alfonso Cavallo - a prezzi bassissimi, fino a € 0,23/0,24 franco
stabilimento da Francia, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, mentre un litro
di latte al consumo continua a costare da 1,30 fino ad 1,60 euro e i prezzi dei
prodotti lattiero – caseari nei negozi di vicinato e sui banchi della
distribuzione organizzata sono rimasti stabili. Chiediamo che vengano
intensificati i controlli, che venga verificata la destinazione finale di
questo latte straniero di dubbia qualità, anche per garantire la reale
applicazione del Decreto sull’indicazione obbligatoria dell’origine del latte
in etichetta”.
“Intanto, stiamo
monitorando durante le ore notturne il transito e lo scarico delle cisterne di
latte – ha denunciato Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia –
che spesso, pur essendo con targa italiana, trasportano latte estero. Abbiamo
convenuto al tavolo convocato dall’Assessore Di Gioia di procedere
immediatamente alla redazione di un protocollo di intesa che preveda la
condivisione dei dati e metodi Ismea nella definizione del costo in puglia del
latte e la predisposizione di un contratto tipo da parte della Regione per
regolamentare gli scambi secondo una tabella di qualità, come previsto dalla
legge”.
Con la pratica
troppo diffusa delle offerte e della vendita di prodotti a prezzi stracciati –
precisa Coldiretti Puglia - anche una parte della grande distribuzione
organizzata rende insostenibili i costi di una produzione di qualità e
realmente garante della sicurezza alimentare. Alla luce dell’entrata in vigore
del Decreto sull’etichettatura obbligatoria sono determinanti scelte chiare sotto
svariati aspetti, a partire dal sostegno ai sistemi produttivi e della
trasformazione in termini promozionali e, più in particolare, in termini di
programmazione di fondi pubblici per esaltare il valore del Made in Puglia.
In Puglia a
fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte
bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di
quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine,
caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero - caseari che vengono,
poi, venduti come prodotti lattiero - caseari “Made in Puglia”.