Oggi
i cittadini di Taranto sono investiti da un secondo Wind Day consecutivo.
Durante
la notte i vetri delle case hanno tremato per la violenza del vento e
stamattina i balconi sono pieni di polvere proveniente da Nord Ovest, ossia
l'area geografica in cui c'è l'ILVA con i suoi immensi parchi minerali ancora
scoperti.
Riteniamo
che chi inquina ripaghi - per ogni giorno di Wind Day - tutti i cittadini di
Taranto del danno arrecato a ciascuna famiglia. Questo è un
punto che avanziamo per l'accordo di programma con Arcelor Mittal. In questo
comunicato descriviamo la fondatezza giuridica della richiesta che
avanziamo al Primo Cittadino.
Ovviamente
non si può inserire tale punto senza una perizia super partes che accerti oltre
ogni ragionevole dubbio la provenienza delle polveri che si depositano sui
balconi.
L'Associazione
PeaceLink, in quanto ente esponenziale per la tutela degli interessi
collettivi, avanza quattro richieste ufficiali.
PRIMA RICHIESTA: MAXIPERIZIA SU BALCONI E LASTRICI SOLARI E RISARCIMENTO
PER OGNI WIND DAY
L'associazione
PeaceLink chiede ufficialmente al sindaco Rinaldo Melucci che il Comune di
Taranto commissioni una perizia ad Arpa Puglia che accerti in maniera
inequivocabile la natura delle polveri che si depositano sulla città durante i
Wind Days. Tale perizia deve avere carattere globale e sistematico che accerti,
oltre ogni ragionevole dubbio, la provenienza delle polveri in modo da poter
avviare nei confronti del prossimo acquirente dell'ILVA un'azione di
quantificazione e risarcimento del danno, in base al principio "chi
inquina paga". Tale risarcimento deve poter toccare anche le aree private
(lastrici solari, terrazzi, balconi, giardinetti). La perizia che
l'Associazione PeaceLink richiede riguarda anche le aree private in quanto
durante i Wind Days le polveri si accumulano su tali superfici per poi ricadere
sugli spazi pubblici, vanificando in parte l'azione di igiene dei mezzi
comunali.
Con
questo comunicato chiediamo ufficialmente al sindaco di Taranto, Rinaldo
Melucci, che utilizzi tutti i suoi poteri istituzionali per l'attuazione
dell'art. 3‐ter del Testo
Unico Ambientale
(dlgs 152/2006) con cui è previsto il principio dell’azione ambientale, che impone
a tutti gli enti pubblici e privati e alle persone fisiche e giuridiche
pubbliche o private, di garantire la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi
naturali e del patrimonio culturale attraverso una “adeguata azione che sia
informata ai principi della precauzione, dell’azione preventiva, della
correzione in via prioritaria alla fonte dei danni causati all’ambiente, nonché
al principio «chi inquina paga» che, ai sensi dell’articolo 174, comma 2, del
Trattato dell’Unione Europea, regolano la politica della comunità in materia
ambientale”.
In
base alla perizia sistematica sui balconi dei tarantini (da porre in termine di
costi a carico della sorgente inquinante eventualmente individuata dalla
perizia stessa) chi risulterà ufficialmente responsabile dell'inquinamento
durante i Wind Days dovrà assumersi l'onere finanziario di effettuare una
pulizia straordinaria - dopo ogni giornata di vento - su tutti i balconi e i
lastrici solari di Taranto a sue spese, applicando la cosiddetta
"imposta pigouviana" per l'internalizzazione dei costi, elaborata
dall'economista inglese Arthur Cecil Pigou.
Nella
perizia Arpa che l'Associazione PeaceLink richiede, dovrà essere effettuato
ogni accertamento che ne indichi la pericolosità, come la speciazione
fisico-chimica delle polveri e la valutazione di tossicità con test in vivo su
embrioni di pollo. Ciò al fine di definire le modalità sicure di raccolta e
smaltimento delle polveri nel caso contenessero "rifiuti speciali",
con oneri supplementari a carico della fonte inquinante.
Chiediamo
che tale azione di accertamento e risarcimento del danno nei confronti di tutti
i cittadini (e non solo dell'ente pubblico) venga inserita nell'eventuale
accordo di programma con Arcelor Mittal.
Una
simile clausola di accertamento e risarcimento del danno nei confronti di tutti
i cittadini rimarebbe in vigore fino a completamento dei lavori dell'AIA.Tale
clausola costituirebbe un immenso deterrente economico nei confronti dell'ILVA
che - in caso di responsabilità tecnicamente accertata - dovrebbe pulire
migliaia di case e palazzi dopo ogni Wind Day. In tal modo ogni scusa
finalizzata a ritardare l'AIA verrebbe meno e ci sarebbe la corsa a finire
tutti i lavori in pochi mesi pur di non pagare un costante risarcimento
all'intera città secondo l'imposta pigouviana che è alla base del
principio "chi inquina paga". Noi tuttavia pensiamo che una tale
clausola nell'accordo di programma sarebbe difficilmente accettabile da chi
vuole fare solo profitti scaricando sulla città i costi esterni della
produzione.
Il
nostro scopo è in ultima analisi spingere fino in condo il computo dei costi
esterni perché riteniamo che l'ILVA abbia basato e basi il suo posizionamento
utile sul mercato sull'esternalizzazione di costi ambientali e sanitari
complessivi attualmente non quantificati da Comune, Provincia, Regione e
Governo e non computati in bilancio.
SECONDA RICHIESTA: AGGIORNAMENTO STUDIO DI COORTE
Seconda
richiesta al sindaco è che lo Studio di coorte del dott. Francesco Forastiere
sulla mortalità e morbosità nell’area di Taranto venga aggiornato entro la fine
di quest'anno in modo da poter verificare il nesso causa-effetto fra emissioni
industriali ed eventuali eccessi di mortalità e di ricoveri.
TERZA RICHIESTA: BIOBANCA
L'Associazione
PeaceLink chiede inoltre che venga istituita una biobanca che raccolga
materiale biologico prezioso come cordone ombelicale, liquido amniotico e
placenta al fine di poter conservare le prove dell'inquinamento e poter
risalire alla sorgente con apposite analisi. Tale biobanca va estesa ai
lavoratori dell'ILVA in modo da poter accertare cosa è presente nel loro sangue
e nelle loro urine, consentendo di tracciare la loro vita professionale
mediante l'istituzione di una banca dati di liquidi biologici. La biobanca
potrebbe arricchirci con i materiali biologico delle biopsie che attualmente
vene bruciato, cancellando così le eventuali prove di un nesso fra danno
sanitario e inquinamento ambientale. Ricordiamo che è potere delle regioni
istituire le biobanche e che varie regioni lo hanno già fatto.
La
costituzione di una biobanca rappresenterebbe un tassello importante nella
strategia finalizzata a conservare le prove dei crimini ambientali. Nei tessuti
e nei liquidi biologici rimangono infatti le "tracce" di chi ti ha
inquinato e tali "impronte digitali" vanno conservate.
QUARTA RICHIESTA: OSSERVATORIO MORTALITA'
Infine
l'Associazione PeaceLink reitera questa richiesta già definita e discussa ma
ancora non portata dall'attuale Amministrazione alla sua fase attuativa. Si
chiede al Sindaco di Taranto che fissi una data entro cui istituire
l'Osservatorio della mortalità in tempo reale con dati georeferenziati.
L'Associazione
PeaceLink chiede una risposta ufficiale alle quattro richieste sopra descritte.
Rimane comunque imprescindibile la rimozione dell'immunità penale come
orizzonte strategico dell'Amministrazione Comunale, cosa che attendiamo venga
formalizzata in una apposita dichiarazione vincolante ai fini della trattativa
con il Governo.
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Per
PeaceLink
Fulvia
Gravame
Luciano
Manna
Alessandro
Marescotti