da Valerio L'Abbate
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AGRICOLTURA:
IL GOVERNO RESPINGE GLI ASSALTI CAMPANI ALLA MOZZARELLA DI GIOIA DEL COLLE
Il
Ministero delle Politiche Agricole risponde all’interrogazione
del deputato campano Russo (FI) sulla DOP al prodotto murgiano. L’Abbate
(M5S): “Una risposta scontata che spero ponga
fine ad ogni inutile e poco proficua polemica”
Il
Ministero delle Politiche Agricole reputa positiva l’istanza di registrazione
della DOP “Mozzarella di Gioia del Colle” proprio nella direzione della
valorizzazione e tutela delle produzioni di qualità del settore agroalimentare
nazionale. È ciò che emerge dalla risposta del sottosegretario Giuseppe
Castiglione all’interrogazione parlamentare presentata dal deputato campano
Paolo Russo (FI), il quale richiamava il Governo a “ritenere più utile e
rispondente alla natura del prodotto che la denominazione sia attribuita non a
‘mozzarella’ in generale ma alla Treccia dei Trulli e di Barsento, senza creare
duplicati dannosi per entrambe le filiere produttive”. Ma il Ministero
delle Politiche Agricole, fermo restando il periodo di presentazione delle
opposizioni tuttora in corso, dichiara di aver ritenuto finora sussistenti i
requisiti indicati nella normativa vigente. “Mi riferisco – ha
dichiarato il sottosegretario Castiglione – in particolare all’uso del
nome oggetto di richiesta di riconoscimento e al legame con la zona geografica,
che non risultano tali da indurre in errore il consumatore, in ordine alla
natura del prodotto, in linea con il disciplinare di produzione”.
“Non
posso che esprime soddisfazione per una risposta, a mio modo di vedere
scontata, del Ministero – dichiara il deputato pugliese Giuseppe
L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – che
ribadisce quanto noto a tutti al di là di ogni strumentalizzazione
campanilistica che vorrebbe instaurare una inutile e dannosa ‘guerra delle
mozzarelle’, conflitto tutto italiano e meridionale con la contrapposizione tra
due tipicità vanto del made in Italy, una di latte di bufala l’altra di latte
vaccino, per presunti equivoci e confusioni che potrebbero ingenerarsi nei
consumatori nazionali e internazionali. Piuttosto che disperdere energie in
fuorvianti ricorsi e intraprendere una insensata guerra all’intero del comparto
caseario, sarebbe più utile e proficuo per l’intero comparto zootecnico e
agroalimentare del Mezzogiorno adoperarsi per promuovere le singole filiere.
Peraltro – prosegue L’Abbate (M5S) – è paradossale che la
genericità del termine ‘mozzarella’ sia stata fortemente voluta in passato
proprio dagli stessi produttori di mozzarella di bufala per contrastare le
contraffazioni di chi utilizzava latte vaccino o mischiava i due latti per la
loro realizzazione. Ora si punta a mettere in contrapposizione, per polemica
politica o insensati campanilismi, due filiere di latte importanti: una
bufalina e l’altra vaccina che andrebbero sostenuto come espressione tipica dei
territori campani e pugliese”.
Ad
oggi, infatti, l’unica “mozzarella di bufala” è quella campana Dop.
Chiunque altro produca in Italia o nell’Unione europea una mozzarella con latte
bufalino non Dop può farlo ma solamente utilizzando la formula del doppio
genitivo “mozzarella di latte di bufala” alla quale non può essere associata in
alcun modo una denominazione geografica. Il termine “mozzarella”, peraltro, è
privo di tutela e può oggi essere utilizzato liberamente anche per indicare
formaggi freschi prodotti al nord con latte vaccino come ribadito sin dal 1982
dai professori universitari Cortesi e Maranelli nel loro studio “Fiordilatte
e Mozzarella: Considerazioni di ordine igienico e normativo”. Inoltre, è
l’allora ministro delle Politiche agricole, il salernitano Michele Pinto
(PPI), ad aver riscostruito la storia terminologica dei prodotti caseari
realizzati con latte di bufala o con latte vaccino. Rispondendo ad una
interrogazione parlamentare nell’ottobre 1998, Pinto ricorda il decreto del
Presidente della Repubblica del 1979 volto a proteggere il prodotto
ottenuto con latte di bufala rispetto al prodotto ottenuto prevalentemente o
solamente con latte di vacca. Nonché la volgarizzazione del termine
“mozzarella” sostenuta anche da numerose sentenze di Cassazione passate in
giudicato che ne permettono l’uso a chiunque.
“Con
la risposta del sottosegretario Castiglione – conclude il deputato
Giuseppe L’Abbate (M5S) – spero si ponga fine anche alla querelle
territoriale che ha visto confrontarsi, senza cognizione di causa, persino i
presidenti di Regione Michele Emiliano per la Puglia e Vincenzo De Luca per la
Campania”.