da Valerio L'Abbate
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Dopo
l’interrogazione parlamentare 5 Stelle e la raccolta firme del Comitato No
Enfiteusi, la Camera accoglie l’impegno al Governo richiesto dal deputato
L’Abbate (M5S) per una risoluzione normativa della questione enfiteusi che sta
creando scompiglio nelle campagne pugliesi
Un
retaggio dell’antica Roma tornato in auge dopo decenni: è l’enfiteusi.
Si tratta di un diritto reale di godimento su un fondo di proprietà altrui
secondo il quale il titolare (enfiteuta) ha la facoltà di godimento pieno sul
fondo stesso ma, per contro, deve migliorare il fondo stesso e pagare, inoltre,
al proprietario un canone annuo in denaro o in derrate a fronte della
concessione perpetua ricevuta. Una concessione da cui è possibile
affrancarsi per decisione unilaterale dell’enfiteuta ma che può estinguersi se
quest’ultimo non adempie all’obbligo di migliorare il fondo o se non paga due
annualità di canone. Una questione che sta creando lo scompiglio nelle campagne
pugliesi, soprattutto brindisine dove si è costituito il “Comitato No
Enfiteusi”, capeggiato dal portavoce Tonino Chirico, e che è approdata
in Parlamento con il deputato L’Abbate (M5S).
“Dopo
aver consegnato le centinaia di firme di braccianti e contadini pugliesi nelle
mani del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione e aver ricevuto
una vaga risposta alla nostra interrogazione parlamentare – spiega
Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura a Montecitorio –
il Governo Gentiloni prende ora un impegno chiaro e deciso per risolvere la
questione enfiteusi, come richiesto dai tantissimi agricoltori pugliesi e dallo
stesso Comitato. Durante l’approvazione della legge sui domini collettivi,
infatti, la Camera ha accolto il mio ordine del giorno per impegnare
l’Esecutivo a rivedere la normativa sull’enfiteusi al fine di risolvere le
molteplici criticità sia per quanto concerne i soggetti del rapporto
enfiteutico che per la tipologia dei terreni”.
All’interrogazione
parlamentare presentata da L’Abbate (M5S) a febbraio 2016, il
sottosegretario all’Agricoltura Castiglione, infatti, rispose un anno dopo
ammettendo l’assenza di puntuali disposizioni legislative ma non chiarì su come
intendeva intervenire normativamente, come da esplicita richiesta del deputato
5 Stelle. “Raccogliamo con soddisfazione questo impegno del Governo a
chiarire una volta per tutte la questione enfiteusi – conclude Giuseppe
L’Abbate (M5S) – ma non mancheremo di continuare a far sentire la voce
degli agricoltori pugliesi che pretendono giustamente risposte e soluzioni non
ennesimi proclami. Quantomeno ora abbiamo ottenuto una promessa concreta che
vincola l’Esecutivo guidato da Paolo Gentiloni”.