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SERGIO BLASI SULLA RIFORMA SANITARIA
mercoledì 27 settembre 2017

da Sergio Blasi - Consigliere Regionale PD Puglia
blasi.ufficiostampa@gmail.com

 

Esprimo il mio dissenso verso l’ipotesi di accorpamento delle Asl pugliesi e chiedo al presidente Emiliano, senza alcun intento polemico, una maggiore condivisione delle scelte strategiche nel merito di una riforma del sistema sanitario regionale. La riforma proposta, che prevede il dimezzamento delle aziende ospedaliere da 6 a 3 attraverso l’accorpamento delle Asl di Lecce, Brindisi e Taranto per il sud della Puglia e di Bari, Barletta, Andria e Trani per il nord, con la sola Asl di Foggia a giocare una partita a sé, non risponde a una visione integrata di politica sanitaria. Non vi è, in questa riforma, alcuna traccia delle esigenze del cittadino e dei territori, quindi, di un complessivo efficientamento delle performance sanitarie regionali. Ciò che invece traspare in modo sostanziale è una logica di contenimento dei costi priva di contenuti. Così com’è, la riforma sanitaria proposta da Emiliano andrebbe sostanzialmente a tagliare i costi delle dirigenze (e dei relativi indotti di segreteria e staff) e degli organismi interni alle Asl soppresse (Collegio sindacale, Organismo indipendente di valutazione, Collegio di direzione, Consiglio dei sanitari, Comitato unico di garanzia, eccetera).

Ebbene, mi chiedo quale sia l’entità di questo risparmio - giacché alcun dato ci è stato fornito nel merito - a fronte della prospettiva di generare un pantano amministrativo nel breve e medio periodo e, nel migliore dei casi, a una vaga ipotesi di risparmio nel lungo periodo. Accorpare le Asl di Lecce, Brindisi e Taranto significa pensare a una maxi azienda sanitaria con un’utenza di circa 2 milioni di cittadini suddivisi in tre province con specifiche esigenze (quando non emergenze) sanitarie. Con quali benefici per il cittadino? quali costi in termini organizzativi, sociali e lavorativi? quali risparmi per la spesa pubblica?

 

A queste domande chiare e scevre da qualsiasi polemica attendiamo ancora risposte di eguale limpidezza e onestà politica e chiediamo al presidente Emiliano e alla sua giunta un confronto aperto e approfondito nel merito della riforma.

Anche perché da quanto emerge dall’esperienza di altre regioni italiane - come il Veneto, la Lombardia o la Toscana - che hanno da poco approvato riforme sanitarie pensate solo in un’ottica di accorpamento - in virtù di quello che molti analisti definiscono “mantra dei risparmi” - non emerge alcun risultato statisticamente significativo circa l’efficacia clinica, l’efficacia preventiva, l’esperienza del paziente, l’accessibilità, la performance finanziaria e il coinvolgimento dei dipendenti. Non esiste, quindi, nessun automatismo tra l’aumento delle dimensioni dei bacini di utenza della singola Asl e i miglioramenti nella performance del sistema sanitario.

 

Lo stesso Veneto, forte di un sistema sanitario piuttosto evoluto per qualità clinica ed efficienza amministrativa con un bacino di 5 milioni di abitanti (circa un milione in più della Puglia), ha optato per un accorpamento che comunque garantisce un’Azienda ospedaliera per provincia, passando da 21 a 9 e istituendo un’Azienda zero per il coordinamento amministrativo e gestionale che si avvale di personale in mobilità della Regione, dalle Aziende sanitarie soppresse e dagli altri Enti territoriali. Un modello organizzativo sulla carta più attento e connesso ai territori, entrato in vigore dal primo gennaio di quest’anno, ma che è al momento sotto la lente di ingrandimento per valutarne le ricadute.

 

In altri termini, con la logica degli accorpamenti indiscriminati, basati un pensiero di taglio lineare dei costi, si rischia di ottenere nessun risparmio reale, nessuna economia di scala, nessun beneficio organizzativo. E di favorire la “distanza” tra il vertice e le “linee operative”, tra la Asl e le sue strutture, tra chi gestisce la sanità pubblica e chi ne usufruisce.

 

Più opportuno sarebbe, in tema di politica sanitaria rivolte al cittadino, sbloccare in tempi rapidi gli adempimenti preliminari per l’edilizia ospedaliera regionale così da stringere i tempi e le maglie del potenziamento della medicina del territorio, come previsto dal piano di riordino ospedaliero approvato a marzo nel 2017”.

 

--

Sergio Blasi

Consigliere regionale Pd in Puglia

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