Con il fine settimana appena
concluso è calato il sipario sulla Settimana europea della Mobilità e, con
essa, sulle iniziative con le quali il nostro Comune vi ha aderito. La chiusura
di parte del Borgo alle auto, in particolare, ha messo bene in luce potenzialità
e criticità dell’idea messa in campo. Da un lato si è potuto vedere come la
chiusura al traffico abbia stimolato le uscite a piedi ed in bicicletta di
persone e famiglie, dall’altra l’estemporaneità e l’improvvisazione
nell’organizzare l’evento hanno creato disagi per la mobilità a motore e,
paradossalmente, criticità per quell’ambiente che si intendeva salvaguardare,
sebbene solo per un paio di giorni.
Il clima e la conformazione
di Taranto meriterebbero una decisa virata verso la mobilità sostenibile e la
pedonalizzazione sempre più ampia del Borgo e della Città Vecchia specialmente,
arrivando all’obiettivo di decongestionare la città dalle auto, a tutto
vantaggio della salute e dell’ambiente. Non solo però, perché diversi studi
dimostrano che l’utilizzo della bicicletta in particolare, favorisce le
relazioni sociali e l’economia locale. Si tratta di un percorso culturale che
un’Amministrazione avveduta e lungimirante dovrebbe sostenere spiegando ragioni
ed opportunità legate alla mobilità urbana leggera. Aspetto in cui
l’Amministrazione comunale è totalmente mancata, anche per la frettolosità
della sua adesione all’evento.
Potrebbe per esempio
convocare i commercianti e spiegar loro che l’uso delle auto richiama
automaticamente alla spesa nei grossi centri commerciali, mentre pedonalità e
ciclabilità delle più importanti arterie cittadine darebbero più impulso al
commercio di prossimità. Non quello dell’enorme spesa mensile, ma delle piccole
spese quotidiane, in cui anche le relazioni tornano al centro della qualità
della vita. Potrebbe inoltre razionalizzare il trasporto urbano con navette che
conducano dai parcheggi di scambio, fino a ridosso delle aree pedonali,
integrandolo con le sottoutilizzate idrovie, assoluta peculiarità della nostra città.
La maggior parte degli
interventi comporta solo un’adeguata programmazione, con bassissimi costi in
denaro ed un elevato ritorno in vivibilità.
Occorre in prima istanza
porre mano alla redazione di un Piano della Mobilità che, come vogliono
le leggi regionali in materia, avrebbe dovuto integrare da tempo il Piano
Urbanistico Generale, anch’esso atteso da decine di anni. A seguire, dar vita
ad un processo partecipativo per la stesura ed il coordinamento di strategie
sulla mobilità e, infine, candidare progetti ai tanti programmi di
finanziamento europei e regionali disponibili in materia. La ricetta è seguita
con grande successo da ormai moltissime città italiane ed europee e prevede l’allargamento
delle aree pedonali e verdi, una rete ciclabile strategica con
interscambio dei mezzi di trasporto, la limitazione della velocità sulle
strade principali, il recupero e l’utilizzo di percorsi urbani rurali
a scopo ciclabile, oltre che culturale e l’incentivazione della mobilità
alternativa con programmi che prevedano premialità sulle imposte locali e
sconti presso esercizi convenzionati, sfruttando le opportunità offerte dalle
applicazioni per smartphone. Vantaggi per tutti e nessuna controindicazione, a
patto che qualcuno lo spieghi.
A questo link i nostri approfondimenti sul tema della
mobilità sostenibile e qui tutte le proposte raccolte nel corso degli
incontri di Tuttamialacittà.