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Comunicazioni M5S
venerdì 15 settembre 2017

da P.Pedicini eurodeputato M5S, G. L'Abbate deputato M5S

NO AL POMODORO CINESE E TUTELA DELLE PRODUZIONI ITALIANE, INTERVENTO IN AULA DELL'EURODEPUTATO PEDICINI (M5S)

Continuano le iniziative dell'eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini per difendere le eccellenze dell'agricoltura italiana.

Nella seduta plenaria del Parlamento europeo, che si è svolta a Strasburgo martedì scorso, Pedicini ha fatto un intervento in aula per chiedere che l'Unione europea si attivi per regolamentare le importazioni in Italia della passata di pomodoro cinese.

"Il pomodoro Xīhóngshì cinese - ha detto il pentastellato - è un prodotto scadente, di bassa qualità, e soprattutto è nocivo perché è pieno di pesticidi. Il pomodoro che viene dall'Italia del Sud, ma anche dalla Grecia, dalla Spagna e da tutti quei Paesi che hanno tanto sole, è invece un prodotto sano e genuino che matura in modo naturale.

Ci chiediamo - ha aggiunto - come sia possibile che non esista ancora una etichettatura precisa e chiara che dia la possibilità di distinguere il pomodoro italiano dal pomodoro cinese, e metta i cittadini nella condizione di poter scegliere liberamente e consapevolmente che cosa mangiare. E' urgente - ha sottolineato - intervenire per salvaguardare le nostre produzioni ed evitare che continuino a subire una inaccettabile concorrenza sleale".

Nel corso dell'intervento, durante il quale Pedicini ha mostrato ai colleghi europei in aula un barattolo di passata di pomodoro italiano, l'eurodeputato ha poi spiegato che "il pomodoro è un ingrediente fondamentale per alimenti come la pasta, la pizza e le lasagne e nelle regioni italiane del Sud è una ricchezza per i propri territori e per le proprie produzioni locali, fino al punto che viene chiamato oro rosso.

Qui di seguito alcuni dati riferiti alla problematica posta da Pedicini.

Con un fatturato export di circa 1,5 miliardi di euro l'anno, l’industria del pomodoro e dei suoi derivati si conferma il punto di forza dell’agroalimentare italiano. Il 60% della produzione è destinata ai mercati esteri e il 40% è riservata al mercato interno.

Negli ultimi 5 anni, però, sono arrivati anche in Italia le passate e i concentrati di pomodoro cinese, per un valore di ben 154 milioni di euro. Buona parte di questo prodotto viene trattata e poi esportata nei mercati nel Nord Africa e del Medio Oriente. Ma 14 milioni di chilogrammi vanno a finire nei sughi e nelle salse consumati in Italia.

Se non si interviene subito, a subire le peggiori conseguenze saranno gli agricoltori italiani e in particolare quelli delle regioni meridionali, inoltre ci sarà un ulteriore abbassamento dei prezzi del prodotto che sono già sotto pressione da tempo.

Quindi, per tutelare il settore e i consumatori è necessaria, così come ha chiesto Pedicini alla Ue, una norma che obblighi i produttori a prevedere un'etichettatura chiara e completa.

 

Ufficio comunicazione - Cellulare 3920460174

PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato del M5S



Pedicini con barattolo di pomodoro italiano

 



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da Valerio L'Abbate
Ufficio Stampa Deputato Giuseppe L’Abbate
Ordine dei Giornalisti della Puglia
Tessera n. 105289
valerio.labbate@camera.it
www.giuseppelabbate.it

342.8632827


AMBULANTI: LA CAMERA BEFFA IL SETTORE NON ESCLUDENDOLO DALLA DIRETTIVA BOLKESTEIN

 

Nel 2010, con il Governo Berlusconi l’Italia fu l’unico Paese europeo ad applicare al commercio ambulante la Direttiva comunitaria. Oggi la Camera, su pressioni del Governo, perde ancora un’altra occasione per evitare di mettere a rischio l’intero settore

 

Il futuro degli operatori del commercio ambulante rimane ancora incerto. Dopo l’approvazione del Decreto Milleproroghe, a dicembre scorso, con cui il Consiglio dei Ministri ha rimandato al 2020 l’applicazione della contestata Direttiva comunitaria Bolkestein per la liberalizzazione delle licenze nel settore, la Camera aveva l’occasione di stralciare definitivamente la posizione degli ambulanti. Una occasione persa visto che le mozioni presentate dalle diverse forze politiche sono state “neutralizzate” e “depotenziate” dalle richieste di riformulazione da parte del Governo Gentiloni. Le piccole e medie imprese a rischio sono 200.000, con oltre 400.000 posti di lavoro, ben 20.000 pugliesi.

 

Solo in Italia la Direttiva Ue sulla libera circolazione dei servizi coinvolge il settore del commercio nelle aree pubblichedichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S)Un errore datato 2010 e compiuto proprio dallo stesso Governo i cui partiti di centrodestra, Lega inclusa, ora si stracciano le vesti in difesa dei lavoratori ma che allora preferì inginocchiarsi di fronte alla burocrazia europea. Sono sette anni, pertanto prosegueche continuiamo a mettere a rischio una categoria preferendo dare le nostre strade e piazze in pasto al grande capitale e togliendole alle famiglie che rappresentano un patrimonio economico e culturale per il nostro Paese. Nell’ultimo periodo poicontinua L’Abbate (M5S) a seguito delle imponenti manifestazioni, il PD ha iniziato anche a prendere in giro gli ambulanti con tanto di promessa di tavolo di confronto convocato appena una volta”.

 

La direttiva Bolkestein prevede la semplificazione delle procedure amministrative e burocratiche per esercitare temporaneamente un’attività commerciale dentro uno dei paesi comunitari. Ciò comporta che i commercianti italiani, dotati di regolari licenze già acquistate in passato e con rinnovo automatico, debbano partecipare ai nuovi bandi per ottenerne il rinnovo. Le graduatorie, però, non terranno più conto né dell’anzianità né della professionalità e comporteranno che, per alcuni periodi, molti ambulanti saranno costretti a rimanere fermi e quindi senza lavoro. Infine, vengono spalancate le porte alle grandi società che complicherebbero ulteriormente la partecipazione ai bandi dei singoli soggetti.

 

All’interno della Direttiva Bolkestein non è mai presente la parola ambulanticonclude Giuseppe L’Abbate (M5S)abbiamo ben cinque proposte di legge depositate in Parlamento, anche da parte del PD, che chiedono tutte praticamente la stessa cosa non si comprende cos’altro stiamo attendendo per tutelare questo comparto”.

 





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