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Sergio Blasi su compostaggio aerobico e anaerobico
mercoledì 24 maggio 2017

da Sergio Blasi - Consigliere Regionale PD Puglia
blasi.ufficiostampa@gmail.com


"Mi preme fare alcune precisazioni in questa fase di dibattito – pur tardivo – che si apre in Regione e sui media riguardo alla necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti con gli impianti di compostaggio.

Leggo che 17 amministrazioni comunali oltre al Consorzio Asi si candidano ad ospitare i nuovi impianti, per un totale di 21 potenziali siti di lavorazione della frazione umida. Tra questi il Dipartimento Ecologia della Regione Puglia dovrà indicare i più idonei e finanziarne la realizzazione. Il numero dei partecipanti al bando è alto: fatto insolito dal momento che si tratta di realizzare impianti di smaltimento di rifiuti, che in genere le amministrazioni e i territori tendono a non voler ospitare entro i propri confini. Il perché è presto detto: non si tratta di semplici impianti di riciclaggio della frazione umida, ma di impianti per la produzione di energia elettrica da biogas, in primis, e solo in un secondo momento di compost di bassa qualità. Si legge infatti nel bando, che nelle strutture da realizzarsi, il riciclo dell’umido dovrebbe avvenire con “processo di digestione anaerobico integrato dal compostaggio aerobico”.

Si tratta di una definizione importante: la finalità del “processo di digestione anaerobico” non è infatti la produzione di compost di qualità, ma quella di energia elettrica da biogas. Proprio la materia prima che questo territorio produce in più alta quantità. Come ricordato da Isde Italia – Associazione medici per l’Ambiente, in un paper rilasciato a Febbraio del 2015, esiste una differenza sostanziale tra il compostaggio anaerobico e quello aerobico. Il prodotto della “digestione anaerobica” è infatti “classificabile come rifiuto speciale” ed “utilizzabile come ammendante solo dopo un’ulteriore fase rappresentata da un processo aerobico”. Da qui la necessità, esplicitata nel bando, di integrare la fase anaerobica con una successiva fase aerobica.

Va aggiunto, sempre tenendo conto di quanto sostengono i medici per l’Ambiente, che “la combustione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica presenta notevoli criticità e rischi ambientali e sanitari. Il biogas andrebbe sempre ulteriormente raffinato per ridurre drasticamente i componenti indesiderati (CO2, H2S, H2O) ed ottenere metano ad alto grado di purezza (biometano), compatibile con l’immissione nella rete di distribuzione del gas naturale e con l’uso per autotrazione. La combustione in loco del biogas/biometano andrebbe comunque sempre fortemente scoraggiata”.

Per ciò che riguarda invece il processo di compostaggio aerobico, si tratta semplicemente del più efficiente e naturale sistema di produzione del compost, che consente di realizzare un prodotto di maggiore qualità, in grado di arricchire notevolmente i suoli sui quali viene impiegato. Per questo, più che proporre bandi per impianti di compostaggio anaerobico, la Regione dovrebbe preferire questi ultimi, gli impianti aerobici, non rischiosi, non inquinanti, che producono compost e non energia elettrica.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito alla giusta mobilitazione da parte di numerosi sindaci salentini, preoccupati di tutelare il Salento da qualsivoglia incremento di emissioni. Di fronte all’invito a realizzare nuovi impianti di produzione di energia elettrica da biometano, invece, alcuni di loro preferiscono presentare candidature più che mobilitarsi per scongiurare questo ennesimo rischio.

Io avrei davvero difficoltà ad accettare in Consiglio regionale una chiusura del ciclo che più che della sostenibilità dello smaltimento si preoccupasse di offrire una nuova opportunità di business all’industria energetica. Per questo ribadisco che il compostaggio nel Salento, vorrei fosse praticato in maniera aerobica. E ho proposto, in passato, la riconversione delle piattaforme per la selezione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata presenti a Ugento, Melpignano e Campi Salentina. Quegli impianti, costruiti con soldi pubblici e mai entrati in funzione (o che hanno funzionato per brevi periodi), avrebbero certamente bisogno di una ristrutturazione, ma nel giro di pochi mesi sarebbe possibile trasformarli in impianti di compostaggio aerobico funzionanti a pieno regime, in grado di assorbire il rifiuto umido del proprio bacino di riferimento. Senza affiancare alla mission del riutilizzo della frazione umida quella della produzione di energia elettrica.

Mi permetto dunque di invitare il governo regionale, oltre ai numerosi sindaci ambientalisti del nostro territorio, alla riflessione. Per la chiusura del ciclo dei rifiuti, scegliamo una via sostenibile.

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Sergio Blasi
Consigliere regionale Pd in Puglia



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