Nei giorni scorsi è stato
siglato un accordo tra Regione Puglia, Comune di Taranto e commissario
straordinario per gli interventi urgenti di bonifica e risanamento ambientale a
Taranto e con l’adesione dei sindacati. Una lunga vertenza sindacale che ha interessato
gli ex lavoratori di “Taranto Isola Verde”, società interamente della Provincia
di Taranto fallita lo scorso luglio 2016 e attualmente in liquidazione.
L’accordo prevede un finanziamento
di sei milioni di Euro. Quattro messi a disposizione dal commissario
alle bonifiche e 2 dalla Regione Puglia, che saranno utilizzati per il
reimpiego dei 120 lavoratori nelle bonifiche urgenti, in particolare nel mar
Piccolo.
A prima vista sembra un toccasana
per questi lavoratori e assistiamo a dichiarazioni di politici, impegnati
soprattutto in campagna elettorale, che se ne dividono meriti ed onori. Ma se
entriamo nel merito vediamo che le cose potrebbero riservare delle sorprese a
danno dei lavoratori stessi: anzitutto si tratta di lavoro a tempo determinato e,
dunque, precario. Sui soldi investiti mancano delibere e decreti attuativi e se
tutto andasse in porto, questi lavoratori dovrebbero fare corsi di
riqualificazione in attesa della nascita a Taranto di un distretto delle
bonifiche che fino a questo momento non è allo studio da alcuna documentazione
concreta. Si parla di programma operativo in tal senso entro 60 giorni.
Conoscendo la vicenda Ilva siamo preoccupati che tutta l’operazione sia legata
ad annunci elettoralistici che fra qualche mese potrebbero essere facilmente
essere messi in discussione sia nei tempi che nella sua pratica attuazione. I
sessanta giorni di tempo del programma operativo cadono al termine della
campagna elettorale e non vorremmo che i lavoratori e le loro famiglie,
all’indomani delle elezioni, si ritrovassero con un pugno di mosche in mano. I
sei milioni di euro, spalmati su 120 lavoratori, significano 500 mila euro al
mese, di cui al singolo lavoratore andranno 416,66 euro per 12 mesi, poi si
ritorna ad essere disoccupati.
Praticamente uno stipendio da
pensione sociale, o da indennità di disoccupazione, lesiva della dignità e dei
diritti dei lavoratori. Per di più a tempo. Le
bonifiche invece sono “emergenziali” e non complessive. Per essere ancor più
chiari rimarchiamo che va benissimo reimpiegare i lavoratori di Isola Verde,
ancor meglio riqualificarne le professionalità ed il loro reimpiego nelle
bonifiche, d’altra parte è quanto auspichiamo per la riconversione del
territorio anche aldilà dello stesso mar Piccolo. Riteniamo però che un
proposito, ancorché pre-elettorale, meriti più attenzioni che celebrazioni e
che l’operazione possa definirsi conquista solo con prospettive stabili e
lungimiranti. Tanto per i lavoratori che per la città.
I cittadini e le cittadine del movimento partecipativo Tuttamialacittà