da : "Giuseppe Mastronuzzi"
E' giunta, in data 21/3/2017, la risposta all'interrogazione
regionale del MoVimento 5 stelle depositata in data 28/12/2015, fuoriuscita di
liquami dalle condotte fognarie nel Comune di Pulsano (TA).
L'interrogazione nasceva dal disagio vissuto dai cittadini residenti nel Comune
di Pulsano che, nonostante la messa in esercizio del nuovo depuratore di
Contrada Palata, continuavano a vivere disagi dovuti alla fuoriuscita, in
particolar modo in Via La Fontana, dei liquami che invadevano copiosamente
strade, terreni e civili abitazioni oltre a subire, in determinate condizioni
climatiche, i cattivi odori provenienti dall'impianto di depurazione.
La risposta è una vera e propria offesa ai cittadini di Via La Fontana: per la
Regione Puglia gli sversamenti (che vedete in foto) non sono mai avvenuti! Si
legge, infatti, che “gli episodi di fuoriuscita dei liquami hanno riguardato la
rete fognaria del Comune di Leporano laddove, in concomitanza di eventi
piovosi, si sono registrate eccezionali portate che hanno comportato un
sovraccarico del sistema fognario con conseguenti alterazioni al processo
biologico dell'impianto di depurazione di Pulsano degli impianti ausiliari,
come quello di sollevamento, dimensionati esclusivamente per l'allontanamento
delle acque reflue domestiche. In quell'occasione l'AQP S.p.A. è intervenuta
prontamente ripristinando le normali condizioni di funzionamento delle
stazioni, effettuando, nell'immediatezza dell'evento, la pulizia delle aree
circostanti interessate dagli sversamenti, mentre il Sindaco di Leporano ha
dovuto emanare ben 2 ordinanze, per ribadire il divieto, ordinariamente
esistente, di immissione delle acque meteoriche nella fognatura nera. E
Pulsano? Non pervenuta!!
“In riferimento allo stato di attuazione del riuso in Puglia, nel corso degli
ultimi 2 anni la Giunta regionale ha attivato significative politiche di
sostegno finalizzate alla promozione ed attuazione del riutilizzo delle acque
reflue recuperate su tutto il territorio regionale, con il finanziamento di 15
interventi, dei quali due già realizzati (a Fasano ed Acquaviva delle Fonti),
finalizzati oltre che al riuso dei reflui affinati in agricoltura, anche al
riuso a fini ambientali.” Peccato, però, che il progetto preliminare per l'adeguamento
e la distribuzione irrigua dei reflui depurati ed affinati provenienti
dall'impianto di depurazione consortile in loc. “La Palata” a servizio dei
Comuni di Pulsano – Leporano si è classificato al 33° posto su 54, ben lontano
dall'essere finanziato. Ma questo l'Assessore alle Risorse Idriche Giannini, il
Presidente Emiliano ed il PD di Puglia, non ve lo diranno mai!!
Risposta
Viale la fontana
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da Taras in MoVimento
Non è un pesce d’aprile ma un vero e
proprio incendio con tanto di allarme, lingue di fuoco e vigili del fuoco a
domare le fiamme. La combustione è avvenuta nella notte del primo aprile
all’interno
della raffineria ENI ed ha interessato l’impianto di Topping in cui si distilla
il greggio.
Inutile stare a ribadire la gravità dell’episodio e le
conseguenze disastrose di una eventuale reazione a catena. Ricordiamo infatti
che, nelle prossimità
dello stabilimento ENI ci sono altre industrie a rischio di incidente rilevante
come, BASILE PETROLI, ILVA, TARANTO ENERGIA (interno all’ilva), che in caso di
sciagure metterebbero in serio pericolo l’intera popolazione tarantina, con il
rilascio di sostanze tossiche in aria acqua e terreno.
Gli incidenti nella zona industriale si susseguono
con puntualità
disarmante, siamo in continua agitazione ma nessuno sembra preoccuparsene,
probabilmente si è
in attesa dell’evento
catastrofico per porre Taranto nuovamente al centro dell’interesse nazionale.
L’episodio
non ha avuto la rilevanza che avrebbe meritato e questo ci fa sospettare che si
voglia deliberatamente non parlare di raffineria visti gli interessi monetari
che girano intorno.
Il meetUp Taras in MoVimento si dichiara
estremamente preoccupato, non si può vivere nella costante ansia dell’incidente imminente.
A ciò si deve aggiungere la paradossale
situazione che, ad oggi, I piani di emergenza esterni degli impianti Ilva,
Taranto Energia ed ENI non sono stati ancora aggiornati, nonostante siano
trascorsi i tre anni previsti dalla legge. Appare fin troppo evidente che la
sicurezza dei lavoratori e dei cittadini non sembra essere argomento
interessante per chi dovrebbe tutelarci.
Taranto, 03/04/2017