FONDAMENTALE TUTELARE E INCREMENTARE RICCHEZZA NATURA IN
AREE URBANE
“La lotta all’inquinamento dell’aria deve essere
affrontata in modo strutturale e la rimozione delle sue cause deve
diventare una priorità delle politiche nazionali e territoriali. Le
istituzioni nazionali, regionali e locali hanno ampiamente trascurato il
problema negli ultimi anni; ed è dunque necessario agire subito sulle
cause e rivedere in senso restrittivo e preventivo i limiti di
emissione a livello europeo e nazionale, nonché attuare politiche
severe e di sistema a tutti i livelli. E’ inoltre fondamentale tutelare
ed incrementare la ricchezza della natura nelle aree urbane, vere e
proprie “Green infrastructures” capaci, tra l’altro, di intercettare il
particolato e di mitigare quindi l’inquinamento e di proteggere le
comunità umane dagli effetti devastanti del cambiamento climatico. Le
città devono essere sempre più “naturalizzate” e devono essere sempre
meno preda di strutture energivore e inquinanti”. È questa la reazione
del WWF Italia ai dati diffusi oggi dall’Agenzia Ambientale Europea che
stima in 467 mila le morti premature in Europa dovute, appunto,
all’inquinamento dell’aria, stigmatizzando anche la peggiore qualità
della vita dovuta alle malattie che induce.
“L’85% della popolazione urbana è esposta a livelli di
particolato fine (PM 2,5) giudicati dannosi, possibile causa o
aggravanti di malattie cardiovascolari, asma e cancro ai polmoni; tra
gli altri inquinanti, diossido di azoto, benzopirene, biossido di
zolfo, monossido di carbonio, metalli tossici e benzene. Gran parte
della popolazione europea è esposta ai rischi, e altrettanto lo sono
gli ecosistemi: l’impatto dell’inquinamento influenza direttamente la
vegetazione, nonché la qualità delle acque e del suolo, nonché dei
servizi ecosistemici che sostengono e che sono fondamentali per il nostro
benessere e la nostra salute. Occorre quindi affrontare con decisione
le cause: traffico, centrali termoelettriche (in primis quelle a
carbone), agricoltura, riscaldamento domestico, inceneritori”.
“L’aspetto più sorprendente è il fatto che l’Italia si
attesti su livelli di inquinamento alto, quasi sempre tra i Paesi
peggiori insieme ai paesi dell’Europa orientale, che però utilizzano
normative relativamente più recenti, nonché più recalcitranti ad
abbandonare produzioni molto inquinanti, come le centrali a carbone.
Addirittura, nel nostro Paese le morti premature attribuite al PM2,5
sono ben 66.630, la cifra più elevata in termini assoluti”.
Roma, 23 novembre 2016
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Stampa WWF Italia
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