-- La nascita di PeaceLink
Peacelink nasceva 25 anni fa. Uno dei settori strategici d'azione
della neonata rete telematica per la pace era l'opposizione alla guerra e
l'impegno per il disarmo nucleare.
A distanza di 25 anni PeaceLink presenta il libro "La follia
del nucleare" in occasione di un evento storico: la richiesta da parte
dell'ONU di messa al bando delle armi nucleari.
-- Il voto dell'Assemblea delle Nazione Unite
Meno di una settimana fa le Nazioni Unite hanno adottato a larga
maggioranza una risoluzione politica che chiede di avviare nel 2017 i negoziati
per un Trattato internazionale che vieti le armi nucleari. Questa
decisione è di portata storica. Il governo italiano ha votato contro la messa
al bando delle bombe atomiche.
-- Il libro "La follia del nucleare"
PeaceLink dedica l'iniziativa di domani 4 novembre al disarmo
nucleare e alle persone che lavorano per la pace. Alla libreria Gilgamesh
(via Oberdan 45, Taranto) alle ore 18 sarà presentato il libro "La
follia del nucleare". Interverranno da Milano in videoconferenza gli
autori Alfonso Navarra, Laura Tussi e Fabrizio Cracolici.
Il 4 novembre, ricorrenza spesso collegata alle celebrazioni
militari, PeaceLink vuole così sottolineare l'impegno per la pace e il disarmo
nucleare come asse portante di un nuovo modello di sviluppo sostenibile che
trasformi le spese belliche - oggi ritornate in preoccupante crescita - in
spese di pace, come già auspicato nel rapporto Brandt, con il quale si
documentava come le spese militari di un'unica mezza giornata sarebbero
sufficienti a finanziare l'intero programma di eliminazione della malaria
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
-- Il Piano di emergenza nucleare
Il libro "La follia del nucleare" contiene anche un
capitolo curato da PeaceLink sul rischio nucleare nei porti italiani,
che prende il considerazione il pericolo connesso all'eventuale transito di sottomarini
dotati di propulsione atomica (tutti sottomarini Usa sono a propulsione
atomica). Anche la Taranto, assieme ad una decina di porti militari italiani, è
soggetta a questo rischio non trascurabile e si dovrebbe prevedere un piano
di emergenza nucleare che non è stato reso pubblico, come invece prevede la
normativa europea in materia di radioprotezione e la legge 230/1995 che la
recepisce.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink