Stamattina un gruppo di cittadini di Taranto ha portato una
considerevole mole di dati ambientali ai Carabinieri di Taranto.
Oltre a noi hanno firmato l'esposto Giuseppe D'Aloia e Giuseppe
Roberto come cittadini interessati.
I dati sono stati consegnati all'attenzione della Procura affinché
si individuino tutte le responsabilità del disastro ambientale che ha
compromesso il suolo, la falda superficiale e la falda profonda di Taranto, in
corrispondenza dei parchi minerali Ilva.
Una miniera di sostanze cancerogene, genotossiche e neurotossiche
emerge dai recenti carotaggi nell'area di stoccaggio ILVA.
Si tratta di aree che per anni - in assenza di una copertura -
sono state bagnate senza considerare le conseguenze sulla falda, senza che ci
fosse una effettiva impermeabilizzazione del suolo e senza un efficace sistema
di raccolta globale delle acque piovane.
PeaceLink ritiene improcrastinabile la messa in sicurezza
d'emergenza delle aree interessate per evitare il protrarsi e l'aggravarsi
della contaminazione.
Tutti i dati della contaminazione sono consultabili sul sito di
PeaceLink all'indirizzo web http://www.peacelink.it/ecologia/a/43706.html
E' urgente che la magistratura si occupi direttamente di quanto è
accaduto al suolo profondo e al sottosuolo supplendo alle lungaggini delle
procedure amministrative, individuando le responsabilità della contaminazione e
interrompendo i tatticismi che hanno consentito in questi anni agli avvocati
dell'ILVA di procrastinare sine die la messa in sicurezza d'emergenza della
falda.
E' il momento di bloccare la catastrofe e di individuarne gli
artefici. I cittadini chiedono alla Procura che si indaghi in base alle seguenti ipotesi
di reato: avvelenamento di acque e disastro ambientale.
Vogliamo inoltre sapere se l'acqua avvelenata dai metalli pesanti
è stata usata per irrigare la terra e se vi è il rischio di contaminazione dei
prodotti agricoli. Vogliamo sapere se vi è tracciabilità degli stessi, se i
consumatori possono esercitare un controllo informato e il diritto di non
acquistare i prodotti che provengono dalle aree interessate dalla
contaminazione.
Vogliamo sapere se vi sono controlli sui metalli pesanti nella
frutta e nella verdura e dove si possono scaricare i rapporti di prova di tutte
le analisi relative alla sicurezza alimentare. La ASL deve trasformare in
proprio sito in una vetrina dove poter consultare tutte le analisi degli alimenti
con la georeferenziazione dei punti di prelievo. Occorre dotare gli organi di
controllo di analizzatori portatili di metalli XRF per individuare in real time
sul suolo i metalli pesanti alla presenza dei cittadini che vogliano
collaborare, segnalare e controllare.
Va interrotto un sistema di delega al buio che priva il
consumatore del diritto di esercitare una libera scelta. Tutti devono poter
scegliere liberamente se acquistare o no prodotti provenienti dalle aree vicine
all'ILVA al di là che essi vengano dichiarati "a norma di legge"
oppure no. Ognuno ha il diritto ad acquistare prodotti "ILVA free".
Vogliamo la verità su chi ha provocato il disastro ambientale
nelle viscere della terra e vogliamo che si intervenga subito senza aspettare
la vendita dell'ILVA o il suo fallimento. Non si può aspettare oltre. Quello
che è accaduto in questi anni è moralmente una vergogna nazionale oltre che
un'offesa alla giustizia e alla legalità.
Per PeaceLink
Antonia Battaglia
Fulvia Gravame
Carlo Gubitosa
Luciano Manna
Alessandro Marescotti
Piero Mottolese