Al fine di far rispettare le
norme europee e di ripristinare il diritto alla salute della popolazione
tarantina, PeaceLink invia alla Commissione Europea una lettera riassuntiva
delle ultime novità emerse a Taranto e connesse alla questione ILVA.
Peacelink ha inviato oggi una lettera al Commissario Europeo per
l’Ambiente Vella, per riportare quanto accaduto di recente nella questione
ILVA.
Solo pochi giorni fa, scrivono Antonia Battaglia, Alessandro
Marescotti e Luciano Manna, Peacelink ha presentato il dossier “Non toccate
quelle polveri” portando alla luce il fatto che polveri pericolose per la
salute dei tarantini non vengono registrate dalle centraline dell’ARPA, che
sono per legge tenute a rilevare i valori di PM10 e PM 2.5 ma che non sono
idonee a rilevare le polveri specifiche che inquinano Taranto ossia quelle con
PM superiore a PM11 e inferiore a PM 0,7 (le centraline hanno filtri a cui
sfugge ad esempio il PM 0,1 e le nano-polveri).
Il pericolo, quindi, è che tonnellate di polveri industriali
distribuite su persone e ambiente restino incontrollate e che quel killer
silenzioso ed invisibile continui a uccidere la popolazione. Peacelink ha
inviato alla Commissione il link con i documenti scientifici a supporto della
questione.
Solo pochi giorni fa, inoltre, scrive l’Associazione,
l’aggiornamento dello Studio Sentieri ha messo in evidenza una importante
relazione tra l’aumento di patologie nei giorni in cui l’inquinamento dall’area
industriale invade la città. Una situazione confermata dai dati sulla
mortalità, anch’essi inviati alle Istituzioni Europee. Molto recente anche il
video lanciato da TV Med, che testimonia la violazione dell’AIA riportando
immagini di importanti emissioni in fuoriuscita dall’area cokerie.
Ma il peggio che potesse accadere è accaduto, con la morte
di Giacomo Campo avvenuta il 17 settembre nell’area AFO4:
l’ennesimo sacrificio di una giovane vita, persa sul lavoro, in
circostanze ancora da definire e al vaglio della Magistratura tarantina.
I colleghi di Giacomo, pero’, riportano di un clima di tensione
e nervosismo dentro la fabbrica, dove gli operai sono obbligati a ritmi serrati
e pesanti.
Sono
giorni difficili per lo Stabilimento di Taranto, conferma Peacelink. Pochi
giorni fa un nuovo report di ISPRA ha accertato nuove violazioni e portando
alla luce una singolare verità: la richiesta da parte di ILVA di non diffondere
alcuni dei dati riscontrati. Ma la lista di violazioni è lunga, scrivono
Battaglia, Marescotti e Manna. Peacelink vuole dare alla Commissione Europea il
senso di quello che accade a Taranto, le violazioni che ancora hanno luogo,
senza sminuire l’importanza del lavoro e del principio della salvaguardia
dell’occupazione per il quale il Governo si batte. I diritti
dei tarantini non possono essere calpestati ad eternitas e non
crediamo- scrive Peacelink- che nella Costituzione Italiana sia sancito che il
diritto al lavoro debba andare di pari passo con la negazione del diritto alla
salute e alla vita.
L’Associazione chiede quindi alla Commissione di assistere il
Governo Italiano nella definizione di una strategia chiara e definita in merito
al futuro dello stabilimento, e degli importanti passi da intraprendere per
mettere fine al gravissimo e complesso dramma in atto a Taranto.
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lettera spedita al Commissario Karmenu Vella
Antonia
Battaglia, Portavoce EU di Peacelink
Alessandro Marescotti, Presidente di
Peacelink
Luciano Manna, Curatore Dossier ILVA
Associazione PeaceLink
http://www.peacelink.it