Gravissima la situazione dell'AIA (Autorizzazione Integrata
Ambientale) dell'ILVA. L'AIA è l'autorizzazione a cui l'ILVA si dovrebbe
attenere per essere "a norma" con le prescrizioni ambientali in essa
inserite. I mesi e gli anni passano e le prescrizioni ambientali più importanti
risultano non attuate, e a dirlo non è PeaceLink ma l'ISPRA, ossia l'organo
tecnico del Ministero dell'Ambiente che compie le verifiche ispettive
trimestrali, coadiuvato da Arpa Puglia, all’interno della fabbrica. Ora
disponiamo dell'ultima relazione dell'ISPRA da cui emerge un quadro che appare
molto grave, a partire dallo stallo nella copertura del parco minerali per via
della contaminazione dei terreni riscontrata sotto i cumuli di carbone e
minerale di ferro. Disco rosso anche per la “chiusura edifici aree di gestione
materiali polverulenti” e per la “copertura completa dei nastri trasportatori”,
due importanti prescrizioni finalizzare a contenere la dispersione delle
polveri. Ispra dichiara per entrambe: "La prescrizione non risulta
attuata". Anche per la copertura delle aree del GRF (gestione materiali
ferrosi) l’ISPRA scrive: “Non attuata”. E ricordiamo che in quell’area viene
scaricata scoria liquida incandescente, con intensa dispersione dei fumi, più
volte immortalata in video notturni per i bagliori accecanti simili a
esplosioni.
Da tempo PeaceLink controllava il sito del Ministero dell'Ambiente
per leggere l'esito della visita ispettiva di aprile 2016 dell'ISPRA.
Tale rapporto è stato pubblicato il 7 settembre 2016 e riporta un
preoccupante aggiornamento di Ispra sullo stato di attuazione delle
prescrizioni dell'AIA. Emerge – come abbiamo anticipato - la non attuazione di
diverse prescrizioni che l'azienda da tempo avrebbe dovuto ottemperare. Abbiamo
studiato e sintetizzato il rapporto ispettivo dell'ISPRA in questa pagina web:
http://www.peacelink.it/ecologia/a/43527.html
Siamo impressionati per quello che abbiamo potuto leggere in quel
rapporto. L'AIA segna pesantemente il passo e proprio le prescrizioni più
importanti risultano non attuate. E non va dimenticato che la Corte
Costituzionale nel 2013 considerava la prima legge salva-ILVA compatibile con
la Costituzione a patto che il cronoprogramma dell'AIA fosse stato rispettato.
Cosa che il rapporto ISPRA smentisce in modo clamoroso e documentato.
Leggiamo ad esempio nel rapporto dell'ISPRA, a seguito
dell'accertamento di violazioni dell'AIA, la conseguente proposta di diffida:
"Violazione AIA e normativa ambientale: in considerazione del risultato
delle analisi eseguite da ARPA sul campione di rifiuto CER 100202 che ne
escludevano la possibilità di recupero (per attività R10), appreso dal Gestore
che tale rifiuto è stato invece recuperato da ILVA, si potrebbe configurare il
reato di “gestione illecita di rifiuti” ai sensi art. 256 D.Lgs 152/06".
Sarà per la gravità di tale situazione che il sito del Ministero
dell'Ambiente pubblica solo ora gli esiti di questa verifica ispettiva che
risale al 20 e 21 aprile 2016?
Sarà una coincidenza che la magistratura avrebbe avviato indagini
nell’ILVA - così apprendiamo dalla stampa il 18 luglio di quest’anno - per
“gestione illecita dei rifiuti”?
I finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Guardia di
Finanza di Taranto – stando a notizie apparse sulla stampa - sarebbero entrati
infatti nell’ILVA per svolgere delle indagini.
Il rapporto dell’ISPRA non a caso è datato 15 luglio ed è stato
inviato al Ministero dell’Ambiente e per copia all’Arpa Puglia. Il 15 luglio
era venerdì e il 18 luglio era lunedì, data in cui è apparsa sulla stampa la
notizia dell’ispezione della Guardia di Finanza all’interno dell’ILVA per
verificare la gestione dei rifiuti.
PeaceLink manderà alla Commissione Europea tale documentazione in quanto
l'autorizzazione AIA è un adempimento indispensabile rispetto alle norme
ambientali europee per le quali è in corso una procedura di infrazione nei
confronti dell'Italia sul caso ILVA.
Per PeaceLink
Antonia Battaglia
Fulvia Gravame
Luciano Manna
Alessandro Marescotti