Il premier a Taranto. Una giornata nera per la nostra città.
lunedì 1 agosto 2016
da tarantolider@libero.it
A volte il silenzio vale più di mille parole. A volte. Non è questo il caso. Un’immagine su tutte ci impone di parlare: cecchini pronti in punti strategici, grida autoritarie per chiedere ai tarantini di chiudere le proprie finestre, nella propria casa, nella propria città. Questo lo scenario davanti al nostro Museo Nazionale. Non un’immagine di bellezza ma un’immagine di guerra, di vergogna. La parola bellezza più volte pronunciata, profanata nella sua sacralità, la sacralità della storia tarantina. Una storia indelebile e affascinante che aiuterà i tarantini a risorgere, nonostante il tentativo di appropriazione da parte di chi uccide ogni giorno con innumerevoli decreti e scippi culturali il nostro territorio e i nostri ori più preziosi, i nostri figli, negando la speranza di vita al territorio. La parola bellezza pronunciata da “coloro che possono fare e non fanno nulla per riparare”, come è stato scritto sulla targa nel quartiere Tamburi delle famiglie di via De Vincentis, Lisippo, Troilo, Savino. La città ha risposto seppur piena di frustrazione e di dolore, ma non doma, non asservita, pronta a lottare per i propri diritti, gridando il proprio disappunto anche a coloro che la prendono in giro con passerelle provocatorie attraversando il presidio e la zona della contestazione. Se il presidente Renzi avesse ascoltato i comitati che da tempo sono impegnati sul territorio gli avremmo detto ciò che scriviamo da anni nei nostri comunicati, gli avremmo letto i dati degli Istituti di controllo, gli avremmo detto senza se e senza ma che le fonti inquinanti vanno chiuse, che esiste un percorso alternativo che prevede la riconversione e non un “percorso di legge” assassino. Gli avremmo detto che le scuole dei Tamburi per anni hanno avuto ed hanno le finestre rotte di giorno e di notte, che i bambini respirano minerale non solo nei wind days, che non esiste precauzione o accorgimento che tenga se non la chiusura programmata per tutelare la nostra salute e per far rinascere economicamente il nostro territorio. La bellezza di Taras resterà immortale nonostante quanto accaduto sabato scorso e travolgerà l’oscurità che l’avvolge. TARANTO LIBERA
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