Bruxelles, 23 giugno 2016
COMUNICATO
STAMPA DI PEACELINK
Antonia Battaglia, rappresentante Eu
di Peacelink, Nicola Grasso, Professore di Diritto Costituzionale, e Ivano
Gioffreda, rappresentante di Spazi Popolari, hanno ricevuto una lettera dal
Commissario Europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis in risposta alla lettera
inviata dagli stessi il 4 maggio scorso, nella quale si sottolineava che le
decisioni europee, prese sulla base dei soli studi scientifici del CNR di Bari,
adottati dall’EFSA, non garantivano l’imparzialità necessaria per assicurare
decisioni di grandissima portata e impatto sull’ecosistema e sul futuro della
Regione Puglia.
Il Commissario Andriukaitis conferma,
in quest’ultima missiva, che la Commissione ha adottato e rinforzato le misure
di contrasto alla Xylella fastidiosa grazie al fatto che informazioni
scientifiche e tecniche rilevanti si siano rese disponibili. Si tratta,
infatti, dei più recenti emendamenti alla Decisione EU 789/2015, adottati in
due date successive: il 17 dicembre 2015 (EU 2015/764) e più di recente il 12
maggio 2016 (EU 2016/764).
“Sono certo che siate a conoscenza
delle dettagliate opinioni scientifiche rese disponibili dal Panel sulla Salute
della Piante di EFSA, sin dalle prime avvisaglie dell’epidemia nell’ottobre
2013”, scrive Andriukaitis.
Le misure di eradicazione e di contenimento
del batterio, così come specificate nella Decisione EU 789/2015, sono basate
sullo studio della letteratura scientifica più aggiornata, studio messo a
disposizione da EFSA a gennaio 2015 e confermato, su richiesta della
Commissione stessa, dall’ancora più recente Opinione Scientifica del 31 marzo
2016.
“A tale riguardo -scrive il
Commissario- posso confermare che la trasparenza è parte della procedura di
appalto per affidare a terzi il progetto pilota dell'EFSA sulla gamma di piante
ospiti del ceppo pugliese di Xylella fastidiosa, cui si fa riferimento nella
vostra lettera.”
La Commissione, conclude la lettera, è
al corrente dei procedimenti giudiziari in corso in Italia e ne acquisirà le
date conclusioni quanto prima. “E’ mio compito, infatti”- scrive il
Commissario- “assicurare il rispetto della legislazione europea in materia e di
salvaguardare il territorio dell’Unione Europea da un’ulteriore diffusione di
questa pericolosa peste, garantendo allo stesso tempo l’agricoltura e
l’ambiente.”
Battaglia, Grasso e Gioffreda si
dicono allarmati da questa ennesima presa di posizione netta del Commissario
Andriukatis, che difende i risultati degli studi sui quali si basano i diversi
pareri EFSA e di conseguenza le decisioni comunitarie, studi realizzati da un
solo centro di ricerca. Tali risultati sono contenuti nello Studio EFSA del 29
marzo 2016, basati su un “External Scientific Report” realizzato dal CNR di
Bari, di cui alcuni membri sono indagati dalla Procura di Lecce nell’ambito
dell’affaire Xylella.
In merito, è utile ricordare la Sentenza
della Corte di Giustizia EU del 9 giugno scorso, resa su richiesta del TAR del
Lazio:
“La Commissione può obbligare
gli Stati membri a rimuovere tutte le piante potenzialmente infettate dal
batterio Xylella fastidiosa, ancorché́ non presentanti sintomi
d’infezione, qualora esse si trovino in prossimità delle piante già
infettate”,
La Corte, pero’, specifica anche che:
“La Corte sottolinea, inoltre, che,
sebbene i pareri scientifici non abbiano dimostrato l’esistenza di un sicuro
nesso causale tra il batterio Xylella e il disseccamento rapido degli ulivi,
risulta però da questi stessi pareri che esiste una correlazione
significativa tra tale batterio e la patologia di cui soffrono gli olivi. Il
principio di precauzione può dunque giustificare l’adozione di misure di
protezione, come la rimozione delle piante infette, e ciò quand’anche sussistano
incertezze scientifiche al riguardo.”
E, al punto 82 della Sentenza, che:
“Tuttavia, occorre
ricordare che,…, se la situazione dovesse evolvere nel senso che l’eradicazione
del batterio Xylella non impone più, sulla scorta di nuovi dati scientifici
pertinenti, di procedere alla rimozione immediata di tutte le piante ospiti in
un raggio di 100 metri attorno alle piante infette, spetterebbe alla
Commissione… modificare la decisione di esecuzione 2015/789 ovvero adottare una
nuova decisione, al fine di tener conto, nel rispetto dei principi di
precauzione e di proporzionalità, dell’evoluzione sopraindicata.”
Si chiede pertanto alla Commissione e
al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali di allargare la ricerca sulla
Xylella a 360 gradi, uscendo dalla logica di chiusura che ha prevalso fino ad
ora e che, grazie anche a decisioni europee e delibere ministeriali, ha
identificato in un solo istituto scientifico la chiave di volta della soluzione
e ha garantito l’appannaggio della ricerca a pochi scienziati.
E’ grave constatare, inoltre, che al
momento non si conosca neanche il numero di piante effettivamente colpite dal
batterio.
Che la Commissione Europea ed il
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, con la Regione Puglia, aprano
alla ricerca e a ricercatori di tutto il mondo, in modo da arrivare a certezze
scientifiche al momento inesistenti su una questione che tocca il futuro della
Regione Puglia.
Lettera originale della Commissione Europea su Xylella
Antonia Battaglia
Nicola Grasso
Ivano Gioffreda