Il governo
ha approvato il 10° decreto Salva Ilva. Una telenovela infinita, ma questo
decreto è il più pericoloso di tutti perché introduce, nemmeno in modo
surrettizio, una modifica strutturale dell'ordinamento costituzionale e
giuridico nel nostro paese. Si conferisce per decreto legge, che dovrà essere
convertito in legge dal parlamento, il potere ai gruppi industriali che faranno
le offerte di acquisto per Ilva di modificare le prescrizioni ambientali e
dell'autorizzazione integrata ambientale per proporre un nuovo piano
ambientale. In pratica chi acquisterà Ilva avrà le mani libere per riscrivere
le norme ambientali che hanno una diretta incidenza sulla salute e come è noto
il diritto alla salute è tutelato dall'articolo 32 della costituzione. E' come
se appaltassimo la costituzione italiana agli indiani di Arcelor Mittal o ai
turchi di Emerdir. E' lo Stato che dovrebbe, scrivo dovrebbe perché ormai è
tutto saltato, scrivere il piano ambientale e garantirne l'applicazione. Chi
compra deve costruire il proprio piano industriale sulla base di un piano
ambientale che deve rispettare la legislazione italiana ed europea in materia di
ambiente e quindi di tutela della salute e non il contrario. Penso che questo
decreto Salva Ilva sia uno dei più brutti e pericolosi mai approvati. Sono un
uomo libero di criticare anche duramente il governo Renzi nel merito dei
provvedimentii come ho sempre fatto ma chi oggi da tarantino scrivendo sui
giornali nazionali e locali difende questo provvedimento ed in particolare
questo punto senza che vi sia una reazione forte a Taranto mi lascia perplesso
, molto perplesso. Per me la politica è quella di stare sempre nel merito delle
questioni e questo decimo decreto salva Ilva è il peggior di tutti e
meriterebbe una forte reazione dalla città e dall'informazione che non vedo. A
proposito non l'ho fatto in questi giorni un po' difficili per me: volevo mandare
un "vaffanculo" a chi mi ha messo dietro la porta della mia casa di
Roma un pacco in piena notte con dentro un fegato/cuore scrivendomi che il
prossimo sarà il mio.