POLIGNANO: IL
CARRUBO MONUMENTALE PIÙ GRANDE E LONGEVO DI PUGLIA È SALVO
Accordo tra la Snam
e i proprietari del terreno per il nuovo percorso del metanodotto, che metteva
a rischio il “Patriarca” di Polignano. Per L’Abbate (M5S), che aveva portato la
vicenda in Parlamento, l’accordo certifica “il fallimento dell’Amministrazione
Vitto su tutta la linea”
Il carrubo più grande e longevo
di Puglia, tra i primi nel mondo, ha potuto finalmente tirare un sospiro di
sollievo e, con esso, l’intero carrubeto monumentale che lo circonda
nell’agro di Polignano a Mare (BA). La Snam ed i proprietari dei terreni hanno,
infatti, chiuso il contenzioso sul percorso del metanodotto della discordia
che, nel progetto originario, definitivamente approvato il 28 gennaio scorso in
Conferenza dei Servizi presso il Servizio Ecologia Regione Puglia, sventrava il
carrubeto e ne metteva in pericolo gli esemplari monumentali. Il tubo del
gas, dunque, non seguirà più tale percorso, dai proprietari duramente
contestato, ostacolato ed impugnato in varie sedi istituzionali (tanto
vigorosamente da bloccare il rilascio della Autorizzazione Unica che avrebbe
dato il via libera ai lavori) ma sarà spostato a ridosso del confine con il
fondo limitrofo, cioè al limite del carrubeto, mettendo così al sicuro le
pregiate essenze arboree. Inoltre, la quasi totalità della tubazione sarà
“incamiciata”, cioè chiusa in un cunicolo di sicurezza. Ciò non toglie che
i lavori di posa del metanodotto saranno eseguiti ugualmente da una piccola squadra
speciale, con l’adozione di speciali cautele e l’uso di mezzi meccanici di
piccole dimensioni e poco invasivi, “al fine di non danneggiare le piante di
carrubo ed ulivo ivi insistenti”. Il confronto con Snam, tanto civile e
garbato nei toni quanto duro e serrato nella sostanza, nel contrasto tra le
rispettive posizioni ha visto prevalere il buon senso comune ed individuare il
giusto punto di equilibrio che garantisse l’integrità del carrubo gigante e del
suo habitat naturale e l’urgenza della costruzione del nuovo metanodotto, da
completare in brevissimo tempo. La vicenda del “Patriarca” di Polignano era
persino approdata sui tavoli del Governo Renzi e della Giunta Emiliano
grazie a due interrogazioni redatte dal deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) e
dalla consigliera regionale Antonella Laricchia.
“Tutta l’epopea del carrubeto
monumentale porta ad una inesorabile conclusione: il fallimento
dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Domenico Vitto (PD) – commenta
il parlamentare Giuseppe L’Abbate (M5S) – Quando un’Amministrazione non
riesce a tutelare l’interesse pubblico, non risulta credibile ai tavoli di
concertazione con aziende come la Snam, tradisce le promesse fatte in campagna
elettorale, allora non si può non parlare di fallimento di questa Amministrazione.
Sì perché in questa vicenda, se non vi fosse stata la tenacia messa in campo
dai proprietari del carrubeto, a quest’ora non avremmo più il ‘gigante’ di
Polignano e tutti avremmo ‘perso’ qualcosa”. Ma
per il Movimento 5 Stelle la domanda da porsi è un’altra. “Come è
possibile che un singolo cittadino abbia potuto raggiungere un risultato così
importante e l’Amministrazione comunale no? A questa domanda si potrebbero dare
diverse risposte – continua il deputato 5 Stelle – Si potrebbe
parlare di incapacità, ignavia o di superbia ma qualsiasi siano le motivazioni
del fallimento, la Giunta Vitto ha realmente fatto una magra figura,
dimostrando tutta la sua mediocrità ed è forse giunto il momento di andare a
casa, quantomeno per salvare la faccia”.
In definitiva, l’accordo tra la
Snam e la proprietà del carrubeto (la quale ha espressamente richiesto una
indennità di servitù esattamente uguale a quella di tutti gli altri
proprietari) si è chiuso a beneficio della popolazione polignanese che avrà il
nuovo metanodotto in tempi brevissimi – mentre, in mancanza di accordo, la
questione sarebbe andata avanti per diversi anni sino alla finale decisione del
Consiglio di Stato – e, al tempo stesso, ha avuto salvo il suo “Patriarca”, un
patrimonio della collettività, un “testimone del tempo” venuto alla luce più di
mille anni or sono.