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Bioaccumulo anomalo di vari inquinanti nella catena
alimentare in Basilicata: latte, foraggio, legumi, ortaggi, piante
selvatiche. Il tutto riscontrato in tre campagne di bio-monitoraggio,
svolte in diverse aree della regione: Val d’Agri, Val Melandro, Val Camastra,
Val Basento.
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Criticità riscontrate nel Lago Pertusillo: 16 idrocarburi di
diverso tipo, oltre a micro cistine e a metalli pesanti sul 20% delle specie
ittiche campionate. L'interesse per la questione va anche
oltre la Basilicata in quanto il Pertusillo fornisce per il 60 per cento
acqua alla Puglia e per la restante parte a Basilicata e Calabria.
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Queste sono le ragioni che hanno spinto PeaceLink e Cova Contro a
scrivere alla Commissione Europea inviando la documentazione scientifica
attualmente disponibile.
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Bruxelles, 10 maggio 2016
Commissario Karmenu Vella,
Commissario per l’Ambiente, gli
affari marittimi e la pesca
Commissione Europea
Bruxelles
Egregio
Commissario,
La
Regione Basilicata ha stanziato tra il 2002 ed il 2010 oltre 5 milioni di euro
per almeno tre campagne di bio-monitoraggio, svolte in diverse aree della
regione: Val d’Agri, Val Melandro, Val Camastra, Val Basento. Nel corso dei
rilievi effettuati, sono state riscontrate diverse anomalie circa il
bio-accumulo, nella catena alimentare, di numerosi metalli nonché di composti
organici ivi compresi gli idrocarburi. Ci riferiamo in particolare ai valori
riscontrati in latte, foraggio, legumi, ortaggi e frutta nonché in numerose
piante selvatiche. La Regione Basilicata non ha reso accessibili le analisi ma
ha sintetizzato i dati, senza specificare luoghi e modalità di campionamento,
in tre relazioni non ancora pubblicate, alle quali abbiamo però avuto accesso
in modo ufficioso.
L’Istituto
Zooprofilattico di Puglia e Basilicata ha reso pubblico solo nel 2015 uno studio
sulla contaminazione della catena alimentare, realizzato nel 2012: in esso
viene evidenziato che sul 20% delle specie ittiche campionate nel lago
Pertusillo, sono stati rinvenuti 16 idrocarburi di diverso tipo, oltre a micro
cistine e a metalli pesanti. Anche l’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove
tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, in un documento mai
reso pubblico ma realizzato già nel 2008, ha rinvenuto nella vegetazione
spontanea della Val Basento importanti concentrazioni di mercurio.
Peacelink
è fortemente preoccupata non solo dall’aspetto riguardante la contaminazione
della catena alimentare ma anche dall’aspetto sanitario ed epidemiologico.
Secondo lo studio Sentieri, che inviamo in allegato con altra documentazione a
sostegno delle informazioni fornite, vi è in Val Basento un eccesso di
mortalità per le patologie afferenti l’apparato respiratorio, mentre per l’area
di Tito si riportano tumori del colon-retto ed eccesso di mortalità per condizioni
perinatali. Lo studio conclude che per entrambe le aree SIN sarebbero infatti
auspicabili e necessari approfondimenti per studiare l’incidenza del fattore
ambientale.
L’Istituto
Superiore Sanità ha invece svolto due studi statistici sia in Val d’Agri-Valle
del Sauro (2010) che nel territorio comunale di Rotondella (MT), il primo area
più “petrolizzata” della Basilicata ed il secondo il Comune che ospita l’impianto nucleare in dismissione.
Entrambi gli studi attestano aumenti di
incidenza e mortalità per patologie, oncologiche e non, afferenti sia
l’apparato respiratorio che quello digerente ed endocrino, sottolineando
altresì l’esigenza di approfondire le indagini considerato l’eccesso di
patologie riscontrate nei bambini.
Peacelink e l’Associazione-partner in
Basilicata Cova Contro chiedono che la Commissione possa prendere in esame
quanto prima i nuovi elementi forniti e aprire una investigazione approfondita
nelle questioni sopracitate.
Distinti saluti,
Antonia Battaglia, Rappresentante di
Peacelink presso le Istituzioni Europee
Giorgio Santoriello, Presidente di Cova
Contro