Al Sindaco di Taranto dott.
Ippazio Stefano
La Pasquetta 2016 sarà
ricordata a Taranto per l’enorme nube nera che si è levata dall’ILVA e per la
paura suscitata nel quartiere Tamburi. Le informazioni trapelate parlano
di un incendio al nastro trasportatore la cui gomma sarebbe andata a fuoco.
Quanta diossina si sia sviluppata da questo incendio del materiale gommoso
saranno gli organi di controllo a valutare. Ma quello che maggiormente desta
preoccupazione è che l’incendio si sia sprigionato nell’area in cui è in
funzione l’impianto di agglomerazione. In tale impianto vengono prodotte e
filtrate enormi quantità di diossina la cui dispersione può contaminare
pericolosamente il territorio. In quest’impianto di agglomerazione si
accumulano tonnellate e tonnellate di polveri con un’altissima concentrazione
di diossina. Queste scorie di produzione vengono stoccate in grandi sacchi (i
cosiddetti” big bag”). Il potenziale cancerogeno e genotossico della diossina è
enorme: bastano pochi grammi per generare un disastro ambientale. Può intaccare
il DNA e provocare malformazioni nei neonati, come tutti i pediatri dovrebbero
sapere.
Chiediamo al Sindaco di
Taranto di pubblicare tutte le informazioni in suo possesso e di rispondere
pubblicamente alle seguenti domande:
1.
dove vengono stoccati tali sacchi con la diossina;
2.
dove siano trasportati;
3.
se siano mai transitati in città e quando;
4.
se esista un piano di segnalazione del passaggio e quali
precauzioni vengano prese a cura dell’Amministrazione Comunale;
5.
se esista un piano di emergenza specifico nel caso in cui questi
sacchi dovessero incendiarsi o nel caso che le polveri dovessero disperdersi;
6.
se ritiene di escludere che da tali sacchi possa essere
fuoriuscita diossina che abbia contaminato il territorio;
7.
se abbia mai ordinato di sua iniziativa una ispezione per
verificare la sicurezza di tutte le operazioni di stoccaggio e trasporto della
polvere con diossina;
8.
se dopo l’incidente di Pasquetta si sia recato nel luogo
dell’incendio;
9.
se sia a conoscenza dell’incendio di sacchi con diossina che si
fossero verificati in questi anni e cosa abbia eventualmente fatto di
conseguenza;
10.
se possa escludere che dalle attività attuali dell’ILVA possano
insorgere danni alla salute dei cittadini e se la situazione di salute della
popolazione stia migliorano o no dopo l’AIA.
Al Sindaco di Taranto
vorremmo fare presente che l’ILVA continua a generare paura: paura per il
presente e per il futuro. Essa ha un potenziale di contaminazione e di pericolo
che la rende somigliante ad una centrale nucleare. Essa produce anche
radioattività per via dell’emissione di polonio-210 e piombo-210. Molti
cittadini hanno paura di ammalarsi.
Il territorio attorno all’ILVA
è contaminato.
Quanto dobbiamo attendere per
non avere più paura di una simile situazione?
--
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
http://www.peacelink.it