Peacelink
ha inviato oggi una lettera alla Commissione Europea in merito alla questione
inquinamento a Brindisi. (lettera in allegato)
Ad un
anno dalla denuncia presentata alla Commissione Europea per l’Ambiente,
Peacelink sollecita un intervento della
Commissione per difendere il diritto alla salute e all’ambiente dei cittadini di
Brindisi.
Nella
lettera, si far riferimento ad un peggioramento della situazione, accompagnato
dalla inerzia delle Istituzioni che non hanno ad oggi ancora elaborato nessun
piano per la riduzione delle emissioni, nessun atto finalizzato a proteggere la
popolazione quando le condizioni meteorologiche portano le emissioni in città,
nessuna programmazione su come informare i cittadini sui comportamenti da assumere
in caso di pericolo. Niente è stato fatto nel campo della prevenzione sanitaria
e la popolazione è abbandonata a se stessa sebbene si sappia che l’inquinamento
possa causare malattia e morte.
La
Commissione è stata poi aggiornata nel dettaglio su quanto avvenuto in questi
mesi e in particolare sull’articolo pubblicato a luglio 2015 [Impatto sulla
salute della popolazione del particolato secondario originato da una sorgente
industriale], a firma dei ricercatori Cristina Mangia, Marco Cervino ed Emilio
Gianicolo del CNR sull'impatto del particolato primario e secondario. La
sorgente presa in esame è la centrale termoelettrica situata a Cerano
(Brindisi), in cima alle classifiche dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA)
per emissioni di sostanze inquinanti.
Dallo
studio è emerso in modo inequivocabile come, in presenza di emissioni
provenienti da installazioni industriali che portano alla formazione di
particolato secondario, questo debba essere considerato nelle valutazioni di
impatto ambientale e sanitario. L’indagine condotta nel caso di studio
specifico della centrale di Brindisi ha evidenziato, infatti, che ignorare il
ruolo del particolato secondario conduce ad una sottostima notevole
dell’impatto che la centrale ha sulla salute delle popolazioni. Lo studio ha
dimostrato come l’esposizione a PM2.5 primario e secondario prodotto dalla
centrale sia associato ad un valore di 4 a 28 morti l’anno.
Come
conseguenza dello studio è stata presentata una indagine conoscitiva sugli
effetti dell'inquinamento ambientale sull'incidenza dei tumori, delle
malformazioni neonatali e sulla epigenetica fetale e neonatale e gli esperti
sono stati ascoltati sulle problematiche relative alla centrale Enel di Cerano
(Brindisi) dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato.
E’ stato
inoltre prodotto dall’Associazione Salute Pubblica un dossier che presenta i
dati di mortalità per tutte le cause dal 2002 al 2014 nel Comune di Brindisi e
nei diversi distretti dimostrando importanti differenze di mortalità tra i
diversi quartieri. E' la prima volta che si pubblicano dati di mortalità
sub-comunali. L'analisi è stata condotta su dati dell'Anagrafe Comunale, quindi
facilmente accessibili. I dati mostrano interessanti differenze ed indicano
aree di chiaro svantaggio.
Si è
denunciato inoltre che è stata chiesta la VIA per un nuovo deposito costiero di
gasolio in zona Costa Morena, un nuovo insediamento ad alto rischio di
incidente rilevante.
Anche su
questo nessuna risposta dal governo, mentre continua la storia delle torce del
Petrolchimico ENI Versalis, che hanno continuato a sfiammare con una
frequenza seriamente preoccupante.
Si è
chiesto pertanto alla Commissione Europea di esaminare ancora più
approfonditamente la situazione di Brindisi, alla luce della Direttiva
Europea sulle Emissioni Industriali 2010/75/EU, valutando
l’impatto totale che una serie di grandi impianti industriali
può avere sull’ambiente e sulla salute della sua popolazione.
lettera alla Commissione Europea in merito alla questione inquinamento a Brindisi