VALORI TRA I PIU’ ALTI MAI
REGISTRATI IN EUROPA. LE NOSTRE DOMANDE E I SILENZI DEL MINISTERO
DELL’AMBIENTE.
“La quantità di diossina, pg I-WHO/mq giorno 790 e 220 pg I-WHO/mq
giorno, che si è registrata a Taranto nei mesi di novembre 2014 e febbraio 2015
è il livello più alto che si sia mai registrato in Europa e si tratta di un
dato secondo solo a quello del tragico incidente di Seveso”. Lo dichiara Angelo
Bonelli dell’Esecutivo nazionale dei Verdi
“Per più di un anno questi dati schock non sono stati resi
pubblici, impedendo così che potessero essere adottati provvedimenti a tutela
della salute dei cittadini”, denuncia l’esponente ecologista ponendo una serie
di domande:
"Perché la relazione sui valori riscontrati nei deposimetri
consegnata il 23-12-2015 a Ilva spa dal politecnico di Torino è stata trasmessa
ad Arpa dopo due mesi, il 24 febbraio 2016?
Perché i cittadini per conoscere i
dati della diossina che si deposita in terra devono attendere più di un anno?
E’ possibile conoscere i valori delle diossine registrati dai deposimetri nei
mesi più recenti o dobbiamo attendere un anno?
Riteniamo responsabile di questa
situazione il ministro dell’Ambiente Galletti che non ha ritenuto di rendere
pubblici i dati?
Perché il commissario straordinario Ilva Enrico Laghi che il
25 febbraio è stato ascoltato in audizione alla Camera dei Deputati non ha
informato il parlamento di questa grave situazione ambientale e sanitaria
dovuta ai picchi di diossina?
E’ vero che Ilva aveva assegnato l’elaborazione
dei dati prima ad un laboratorio di Bolzano e successivamente al Politecnico di
Torino?”.
"Ilva sostiene che la diossina è dovuta alla combustione
provocata da legna o auto incendiate e questo ci ricorda quello che disse
e scrisse l’allora commissario Ilva Bondi motivando l’alta mortalità con il
fatto che a Taranto si fuma troppo - conclude Bonelli -. Purtroppo siamo costretti
a rivolgerci all’autorità giudiziaria affinché apra un’altra inchiesta perché
sono stati comunicati dopo un anno i dati dei picchi di diossine”.
Roma, 27 febbraio 2016
FEDERAZIONE DEI VERDI -
UFFICIO STAMPA
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Roma
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