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Blasi su Report Ambiente e Salute Asl
martedì 16 febbraio 2016

da blasi.ufficiostampa@gmail.com





“La Asl di Lecce con i dati del Report Ambiente e Salute ci mette davanti agli occhi ancora una volta quella che è la prima emergenza sulla quale lavorare. Un salentino su quattro rischia di ammalarsi di tumore. La prima causa di questi dati sconvolgenti viene riconosciuta nell’inquinamento provocato in larga parte dalle attività industriali presenti nella nostra provincia o che hanno ricadute nella nostra provincia. Per tutti è facile pensare alla centrale di Cerano e allo stabilimento dell’Ilva di Taranto, sui quali da tempo questa terra chiede sia avviato un processo di decarbonizzazione e di riconversione, utilizzando per Cerano il gas che Tap invece intende far sbarcare a San Foca, rovinando imperdonabilmente un tratto di costa e di entroterra salentino di assoluto pregio.

Ma bisogna stare attenti anche ai tanti stabilimenti industriali disseminati sul territorio del Salento, in particolare al centro della penisola salentina, che è la porzione di territorio più colpita dall’incidenza dei tumori. Per farlo il governatore Emiliano potrebbe immediatamente varare un piano di potenziamento delle risorse e del personale dell’Arpa, colpevolmente sottodimensionato rispetto alle altre Arpa pugliesi, quasi che a Bari ci sia stata negli scorsi anni una volontà di non intervenire davvero su questo problema. Emiliano deve cambiare direzione immediatamente, perché c’è chi fa i soldi al di fuori di ogni controllo e sulla salute dei cittadini di Galatina, di Casarano, del Magliese.

Uno degli aspetti più inquietanti del rapporto riguarda poi il livello di inquinamento delle acque. Ebbene bisogna dire chiaramente che tutto ciò è figlio della volontà malcelata anche dai governi Vendola di non chiudere il ciclo dei rifiuti, lasciando che fossero ancora le grandi discariche i terminali dello smaltimento nel Salento. Dopo anni di promesse non mantenute e di gravissimi ritardi anche da parte degli Organismi di gestione a livello provinciale ci troviamo ancora oggi in ritardo, prossimi a perdere i fondi europei necessari a costruire gli impianti di compostaggio e con una nuova assurda discarica a Corigliano che è stata costruita sulla più importante falda acquifera del Salento. Follia pura.

Allora penso che bisogna smetterla di giocare a nascondino di fronte a questi dati. Cosa hanno da dire i neoindustrialisti, compresi quelli del mio partito, su questi temi? E i tutori dello status quo in materia di smaltimento dei rifiuti, non vogliono intervenire? Al presidente Emiliano propongo di lavorare per uscire da quel Medioevo in cui l’imperativo era non disturbare l’industria, perché dà lavoro e quindi gli deve essere lasciata carta bianca. L’industria dà lavoro ma può dare anche morte, come dimostra l’inchiesta di Taranto sulle conseguenze delle attività industriali. E come dimostrano i dati presentati dalla Asl. Oggi abbiamo le tecnologie migliori per ambientalizzare i processi di produzione industriale, dal più piccolo stabilimento fino all’Ilva. Abbiamo il coraggio di dire che chi non si adegua, da Galatina a Taranto, a Cerano a Maglie, può anche chiudere i battenti? Abbiamo oggi in Regione una politica abbastanza forte e indipendente da poter prendere questa posizione?”.

Lecce, 16 febbraio 2016




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