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Ilva: L'Europarlamentare Elly Schlein e Battaglia (Peacelink) presentano interrogazione parlamentare in Commissione Europea
mercoledì 13 gennaio 2016

da Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink





L’Europarlamentare Elly Schlein ha scritto, in collaborazione con Antonia Battaglia di Peacelink,  e presentato una interrogazione parlamentare alla Commissione Europea per chiedere quali azioni la Commissione stessa intenda intraprendere per garantire l’effettivo rispetto delle direttive europee in materia ambientale.

 

La Commissione Europea aveva infatti lanciato una procedura di infrazione contro l’Italia per la questione ambientale riguardante l’ ILVA/Taranto nel settembre 2013, facendo poi seguire un parere motivato.

 

Visto il non rispetto delle prescrizioni contenute nella Autorizzazione Integrata Ambientale, e considerata anche la recente presa di posizione della ASL di Taranto che reputa ancora pericolose le emissioni in fuoriuscita dallo stabilimento, tanto da consigliare alla popolazione di aprire le finestre solo tra le 12 e le 18 nei giorni in cui il vento soffia dalla zona industriale, e vista l’ulteriore deroga al completamento delle opere di messa a norma, spostato al 2017 per nuovo decreto ILVA del 4/12/2015, pare estremamente urgente che la Commissione Europea porti avanti il lavoro cominciato nel settembre 2013 e garantisca con le misure necessarie il rispetto delle direttive.

 

Preoccupa infatti il recente decreto governativo, che posticipa nuovamente il termine di realizzazione del piano ambientale ILVA e che lascia aperta la porta a nuove potenziali modifiche al piano stesso nel momento in cui la vendita dello stabilimento, auspicata dal governo, si dovesse concludere.

 

La situazione di grande incertezza cui si condanna la città di Taranto, e la gestione molto approssimativa dello stabilimento da parte del governo, meritano anche da parte europea l’attenzione più urgente.

 

TESTO DELL’INTERROGAZIONE SCRITTA ALLA COMMISSIONE

“La Commissione europea ha avviato il 26/09/2013 una procedura d’infrazione contro l’Italia per ridurre l'impatto ambientale dell'acciaieria ILVA di Taranto, il più grande stabilimento siderurgico europeo.

La Commissione ha accertato che l'Italia non garantisce che l'ILVA, sotto amministrazione statale, rispetti le prescrizioni AIA e EU relative alle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute e l'ambiente. L'Italia è inoltre inadempiente anche rispetto alla direttiva sulla responsabilità ambientale, che sancisce il principio "chi inquina paga”.

La continuata emissione nell’ambiente, ai fini produttivi, di sostanze inquinanti continua a porre l’Italia fuori dalle norme europee violando la direttiva IPPC e mettendo fuori legge lo stabilimento ILVA di Taranto.

La legge n.136 afferma che l’ILVA può continuare a produrre anche solo avviando l’adozione dell’80% del numero complessivo delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Nel restante 20% delle prescrizioni che non sono state attuate ad oggi permangono ancora quelle più importanti ed urgenti quali la copertura dei parchi minerali e la riduzione delle emissioni diffuse dalla cokeria.

Inoltre, la Magistratura ha  accertato gravissimi effetti sanitari delle emissioni ILVA sulla popolazione.

Alla luce dell’ultimo rapporto ISPRA e considerata la permanenza dell’evidente pericolo che lo stabilimento rappresenta per la salute degli operai e dei cittadini di Taranto, quali azioni intende intraprendere la Commissione europea per garantire l'effettivo rispetto delle direttive europee in materia ambientale?"

 

Elly Schlein, Gruppo S&D, «Possibile»

Antonia Battaglia, «Peacelink» 





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