L’Europarlamentare Elly
Schlein ha scritto, in collaborazione con Antonia Battaglia di Peacelink,
e presentato una interrogazione parlamentare alla Commissione Europea per
chiedere quali azioni la Commissione stessa intenda intraprendere per garantire
l’effettivo rispetto delle direttive europee in materia ambientale.
La Commissione Europea aveva
infatti lanciato una procedura di infrazione contro l’Italia per la
questione ambientale riguardante l’ ILVA/Taranto nel settembre 2013,
facendo poi seguire un parere motivato.
Visto il non rispetto delle
prescrizioni contenute nella Autorizzazione Integrata Ambientale, e considerata
anche la recente presa di posizione della ASL di Taranto che reputa ancora
pericolose le emissioni in fuoriuscita dallo stabilimento, tanto da consigliare
alla popolazione di aprire le finestre solo tra le 12 e le 18 nei giorni in cui
il vento soffia dalla zona industriale, e vista l’ulteriore deroga al
completamento delle opere di messa a norma, spostato al 2017 per nuovo decreto
ILVA del 4/12/2015, pare estremamente urgente che la Commissione Europea
porti avanti il lavoro cominciato nel settembre 2013 e garantisca con le misure
necessarie il rispetto delle direttive.
Preoccupa infatti il
recente decreto governativo, che posticipa nuovamente il termine di
realizzazione del piano ambientale ILVA e che lascia aperta la porta a nuove
potenziali modifiche al piano stesso nel momento in cui la vendita dello
stabilimento, auspicata dal governo, si dovesse concludere.
La situazione di grande
incertezza cui si condanna la città di Taranto, e la gestione molto
approssimativa dello stabilimento da parte del governo, meritano anche da parte
europea l’attenzione più urgente.
TESTO DELL’INTERROGAZIONE
SCRITTA ALLA COMMISSIONE
“La Commissione europea ha
avviato il 26/09/2013 una procedura d’infrazione contro l’Italia per ridurre
l'impatto ambientale dell'acciaieria ILVA di Taranto, il più grande
stabilimento siderurgico europeo.
La Commissione ha accertato
che l'Italia non garantisce che l'ILVA, sotto amministrazione statale, rispetti
le prescrizioni AIA e EU relative alle emissioni industriali, con gravi
conseguenze per la salute e l'ambiente. L'Italia è inoltre inadempiente anche
rispetto alla direttiva sulla responsabilità ambientale, che sancisce il
principio "chi inquina paga”.
La continuata emissione
nell’ambiente, ai fini produttivi, di sostanze inquinanti continua a porre
l’Italia fuori dalle norme europee violando la direttiva IPPC e mettendo fuori
legge lo stabilimento ILVA di Taranto.
La legge n.136 afferma che
l’ILVA può continuare a produrre anche solo avviando l’adozione dell’80% del
numero complessivo delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Nel restante 20% delle prescrizioni che non sono state attuate ad oggi
permangono ancora quelle più importanti ed urgenti quali la copertura dei
parchi minerali e la riduzione delle emissioni diffuse dalla cokeria.
Inoltre, la Magistratura
ha accertato gravissimi effetti sanitari delle emissioni ILVA sulla
popolazione.
Alla luce dell’ultimo
rapporto ISPRA e considerata la permanenza dell’evidente pericolo che lo
stabilimento rappresenta per la salute degli operai e dei cittadini di Taranto,
quali azioni intende intraprendere la Commissione europea per garantire
l'effettivo rispetto delle direttive europee in materia ambientale?"
Elly Schlein, Gruppo S&D,
«Possibile»
Antonia Battaglia,
«Peacelink»