DOMENICA 29 NOVEMBRE ORE 9,30 PIAZZALE ARSENALE
Ci avete rotto il Clima:
Giustizia Sociale e Ambientale per Taranto!
Anche Taranto in piazza il 29 Novembre nella giornata mondiale contro il surriscaldamento
globale!
Dal 30 novembre all’ 11 dicembre 2015 si terrà a Parigi la 21° Conferenza delle
Parti Onu sui Cambiamenti climatici.
A 6 anni di distanza dal vertice di Copenaghen, è la prima volta che finalmente
l’attenzione sarà di nuovo concentrata sull’emergenza climatica. A Parigi verrà
siglato con ogni probabilità l’accordo globale sul clima destinato nel 2020 a
prendere il posto di Kyoto; accordo che rischia di essere una scatola vuota, e
che tocca ai singoli governi riempire con impegni vincolanti ed azioni
coerenti. Si tratta di una importante occasione per rimettere con
forza al centro dell’agenda politica nazionale i temi che riguardano il modello
di gestione delle risorse, la tutela ambientale, i diritti delle comunità, la
sovranità di queste ultime sul territorio e, più in generale, il sistema
economico nel suo insieme.
Il tema dei cambiamenti climatici è un tema globale ma con
ricadute drammatiche a livello locale ed è strettamente connesso alle battaglie
in difesa del territorio che si stanno giocando nel nostro paese. A partire dai
conflitti sociali innescati dal decreto Sblocca Italia, contro estrazioni
petrolifere in terra e in mare, mega infrastrutture dall’indubbio impatto ma
dalla dubbia utilità, incenerimento, privatizzazioni, le battaglie contro il
carbone, i poli produttivi contaminanti ai quali si continua a concedere
possibilità di inquinare mettendo a rischio la salute delle comunità, le
vertenze per le bonifiche e quelle per il risanamento del territorio dal
dissesto idrogeologico, per citare le principali.
Taranto e la sua drammatica situazione di devastazione
ambientale (Ilva, Eni, Tempa Rossa, Marina Militare, discariche, inceneritori,
etc) rappresenta a pieno le contraddizioni di un modello di sviluppo malato che
sta mettendo a rischio la vita delle persone e dell'intero ecosistema in nome
del profitto e di un modello produttivo insostenibile, a cui ne va opposto uno
basato sulla giustizia ambientale, la giustizia sociale, la conversione
ecologica dell' economia e la qualità della vita.
La morte di Cosimo Martucci, avvenuta il 17 Novembre dentro lo
stabilimento Ilva, la sesta in tre anni dai tempi del sequestro giudiziario, è
l'ennesima conferma dell'insostenibile condizione di insicurezza nella quale
versa il siderurgico. Tre anni di decreti e commissariamenti a unica garanzia
della produzione. Nessun provvedimento serio a tutela di cittadini e operai.
In tutto questo il 1 Dicembre riprenderà ufficialmente il
processo “Ambiente Svenduto”, che vede coinvolti pezzi della politica, della
chiesa, della magistratura, dei sindacati e della polizia di stato del nostro
territorio. Lo stesso sistema di potere che si erge oggi a garante dei diritti
della popolazione, funzionale agli interessi delle lobby e del governo centrale,
garantito da decreti e commissariamenti e che continua a minare la vivibilità
democratica del nostro territorio, a creare povertà, emarginazione, debito,
continuo ricatto occupazionale e desertificazione economica.
A prescindere da quelli che saranno i risvolti giudiziari del
processo Ambiente Svenduto, il coinvolgimento politico, morale ed etico delle
persone coinvolte è sotto gli occhi di tutti.
Crediamo che l'unica giustizia da rivendicare in questa città
sia quella Ambientale e Sociale, su questi due temi la nostra comunità deve
necessariamente tornare a prendere parola per scrivere tutti insieme un finale
diverso da quello che chi ci governa vorrebbe per la nostra terra.