Regionali: Comunicazioni da Federazione VERDI Puglia
giovedì 28 maggio 2015
- G.MARIGGIO': In Puglia serve la strategia "Rifiuti zero"
- G.MARIGGIO': Non si deve trivellare né mare né terra!
- DOMANI CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE A BRINDISI (ore 11) E A TARANTO (PIAZZA DELLA VITTORIA ore 20,40)
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Serve attuare la strategia “Rifiuti zero” nella Puglia in emergenza rifiuti e ambientale"
La Puglia è in piena emergenza rifiuti, ma i temi della campagna elettorale continuano ad essere gli stessi da settimane nonostante le denunce e le richieste dei comitati cittadini. Fino ad oggi il ciclo dei rifiuti in Puglia si è basato prevalentemente sull'uso delle discariche. E' eclatante il ritardo dei Comuni sull'avvio della raccolta differenziata porta a porta che ha contribuito all'emergenza rifiuti, penalizzando ancora una volta i già vessati cittadini. Uno dei primi interventi del nuovo governo regionale dovrà essere necessariamente la revisione del Piano dei Rifiuti, avviando una progressiva riduzione, differenziazione e riuso dei materiali, finalizzato all’opzione rifiuti-zero e di conseguente eliminazione delle discariche di emergenza, degli inceneritori e dei cementifici. La differenziata va fatta per Ambiti e non per Comuni. Ad oggi il 67% dei rifiuti urbani viene smaltito sotto terra e con una media percentuale regionale di raccolta differenziata al 27 per cento nel 2014. La media percentuale regionale di raccolta differenziata è ancora troppo bassa, si attesta intorno al 27% nel 2014. Il Comune di Brindisi raggiunge solo il 30,3%, Bari il 24,8% a guida di Michele Emiliano, Trani 16,2%, Lecce 13,9% e Taranto 11,5%. A Foggia si è fermi al 4%. Le emergenze si accavallano un giorno dopo l'altro: ad Autigno è stata sequestrata la discarica per una serie di difformità dalle autorizzazioni: per il conferimento dei rifiuti dei venti Comuni della provincia di Brindisi è vera emergenza. Dal monitoraggio dell’Arpa era emerso che le acque di falda risultano inquinate per il superamento dei limiti tabellari con riferimento al nichel, al ferro, al manganese. Ad Andria è stato sospeso il conferimento dei rifiuti nella discarica a San Nicola La Guardia. Quindi dal 30 maggio bisognerà individuare nuovi siti per i sette Comuni della BAT, gravando sui paesi deputati a raccogliere i rifiuti, tra cui la discarica Italcave di Statte nel tarantino, come indicato dalla Giunta regionale guidata da Vendola, che ha ordinato il 2 aprile scorso al gestore della discarica per rifiuti speciali non pericolosi della Società Italcave Spa di derogare ai quantitativi relativi alla capacità di smaltimento giornaliera stabiliti in autorizzazione, prevedendo un incremento di ulteriori 200 t/giorno passando quindi da 2200 t/giorno a 2400 t/giorno. Insomma, ulteriori 200 tonnellate al giorno di rifiuti provenienti dai Comuni al di fuori della provincia di Taranto. Ancora una volta Statte ed i suoi cittadini vedono ricadere sul proprio territorio il peso della cattiva gestione dei rifiuti: non dimentichiamo che quel territorio vive già una serie di gravi emergenze. Proprio a Statte, nel deposito di rifiuti Cemerad ci sono 16.724 fusti, di cui 3.344 con rifiuti radioattivi mentre, nei restanti 13.380 ci sono rifiuti decaduti. La Cemerad srl, che operava nella raccolta di rifiuti radioattivi, è fallita nel 2005. Da oltre dieci anni il deposito è sotto sequestro preventivo, ma non è ancora stato fatto nulla. Intanto cresce il numero di malati di tumore nella zona. Ma è di questi giorni anche la questione relativa all'ampliamento di Ecolevante a Grottaglie: un ampliamento per otto milioni di metri cubi della cava in contrada “Amici”, dismessa da anni. Questo mostruoso progetto di ampliamento, prevede scavi fino a 30 metri di profondità. Otto milioni di metri cubi equivalgono a ben 47 campi di calcio. Una cava di queste dimensioni, infatti, e nella stessa zona del III Lotto, non solo costituirebbe uno scempio e un pericolo per il territorio e per la salute, ma sarebbe sicuramente destinato a diventare una nuova discarica. Il progetto, presentato da Ecolevante nel 2006, fu respinto dalla Regione nel 2010 per incompatibilità ambientale, anche grazie alle puntuali, argomentate e pertinenti osservazioni del comitato “Vigiliamo per la discarica”, come esplicitato nella determina regionale il Comitato “Vigiliamo per la Discarica” richiesto al Consiglio comunale di deliberare, come previsto, il ricolmo con terreno vegetale della cava esaurita e dismessa, mai fatta eseguire, e l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale delle aree individuate nella medesima ordinanza, ma anche una variante urbanistica che preveda l’impossibilità di destinare a discarica, o al recupero con discarica, le aree destinate a cava del Piano regolatore generale vigente. Purtroppo ciò non è avvenuto. E' chiaro che le responsabilità di questo disastro sono di natura politica e amministrativa a livello regionale e comunale: infatti Emiliano, in qualità di Sindaco di Bari, non ha attuato la strategia Rifiuti zero che promette di attuare se verrà eletto. Il nuovo Governatore dovrà caricarsi dell'onere di riorganizzare il ciclo dei rifiuti, risanare l'impatto ambientale, ma anche limitare le conseguenze sulla vita dei cittadini. Ci preme ricordare che la strategia Rifiuti zero può generare posti di lavoro che invece le politiche a danno dell'ambiente distruggono, attraverso i danni all'agricoltura derivanti dalle falde inquinate, ad esempio, per non parlare dei costi derivanti dalla bonifica del territorio che spesso gravano sul contribuente italiano stante la cronica incapacità di applicare il principio "Chi inquina paga!"
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Non si deve trivellare né il mare né la terra!
I Verdi ritengono che le scelte governative riguardo alle trivellazioni siano assolutamente rischiose e lontane dalla tutela dei territori e della salute dei cittadini. Abbiamo appreso che il Ministero dell’Ambiente ha concesso alla società americana Global Med Llc un mese e mezzo in più di tempo per completare la documentazione richiesta per esplorare i fondali del Golfo di Taranto e al largo della costa adriatica del Salento, alla ricerca di giacimenti petroliferi e gassosi da poter sfruttare. Perché concedere altro tempo ad un’impresa che mira a trivellare i nostri mari? Perché il Ministero dell’Ambiente non ha negato senza ulteriore indugio le autorizzazioni alle trivelle e invece ha addirittura dato ulteriore tempo ad un privato? Tra l'altro la ditta intende utilizzare il metodo "air gun", molto contestato perché danneggia i cetacei, i legittimi abitanti dei nostri mari. L’esplorazione riguarda due aree ampie 750 chilometri quadrati ciascuna.
Ma se il mare è attaccato, la terra non lo è di meno. Infatti, per sette siti in Puglia sono in corso valutazioni ambientali per l'emanazione del decreto VIA (Operatore/Ministero dell’Ambiente/Regione). Sette sono i permessi di terra ferma che stanno per arrivare in Puglia, tutti localizzati nell'area del tavoliere. Si tratta delle Istanze di Permesso di Ricerca in Terraferma per: 1. FONTANA VILLANELLA - Foggia Comuni: Alberona, Biccari, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Motta Montecorvino, Pietramontecorvino, Volturara Appula, Volturino 2. FORAPANE - Foggia Comuni: Orsara di Puglia, Troia 3. IL CONVENTO tra Puglia e Molise interessa i Comuni: Campomarino, Chieuti, Guglionesi, Lesina, Portocannone, Rotello, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, San Paolo di Civitate, Serracapriola, Termoli, Torremaggiore, Ururi 4. POSTA DEL GIUDICE - Foggia Comuni: Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Lucera, Pietramontecorvino, San Severo, Torremaggiore 5. SCIASCITIELLO 6. SERRA DEI GATTI - Foggia Comuni: Biccari, Castelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito, Faeto, Orsara di Puglia, Roseto Valfortore, Troia 7. SIGNORELLA - Foggia Comuni: Torremaggiore, San Severo.
Da inchieste svolte in altre regioni emerge che molti pozzi petrolferi, una volta svuotati, vengono riempiti con rifiuti tossici. Oltre al danno per il territorio, il danno si riversa sulla salute dei cittadini. Come non comprendere che le trivellazioni hanno un impatto sulle falde e quindi sulla catena alimentare? La vocazione agricola del Tavoliere non conta nulla? La nostra Regione che è ormai lanciatissima nel turismo internazionale, come può rinunziare ai paesaggi agricoli così peculiari, come quelli del foggiano? Come si può pensare di distruggere il mare e presentare ai turisti lo spettacolo di impianti di trivellazione nei due mari che bagnano la Puglia? Se anche gli impianti non fossero visibili dalle coste, perché mettere a rischio le acque nelle quali ci immergiamo d'estate e nelle quali vivono esemplari di fauna e flora, spesso rari? Il settore della pesca non ha rilievo per i decisori? L’Assessore regionale uscente con delega alle risorse agroalimentari e alla pesca non ha nulla da dire? Noi che vorremmo trasformare il Golfo di Taranto in un santuario dei delfini, noi che vorremmo tutelare la salute dei pugliesi dai rischi di contaminazione delle falde a cause delle trivellazioni, noi che ci siamo battuti in tutte le sedi contro la famigerata legge "SbloccaItalia, contro l’oleodotto Tempa rossa e le richieste di trivellazioni presentate in passato, siamo qui a dire che si deve avere più rispetto per la splendida natura della Puglia e per la vita dei pugliesi.
Come Verdi riteniamo che ci sia un attacco concentrico alle radici e al futuro della nostra Regione e invitiamo tutti a fare un passo indietro e a ripensare le politiche energetiche e quelle preposte alla tutela del paesaggio, dell'agricoltura, della pesca e del turismo.
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Ultimi eventi della campagna elettorale dei VERDI di Puglia
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