La sfacciataggine con la quale oggi il senatore
vendoliano, Dario Stefano, sostiene in un’intervista che nessuna responsabilità
può essere addebitata alla Regione Puglia per l’emergenza Xylella è vergognosa!
Lui come ex assessore all’Agricoltura è il primo
responsabile del disastro e lo è proprio perché ha diretto quell’Assessorato
regionale proprio nel momento in cui si sarebbero potute essere messe in atto
quelle misure non d’urgenza, per contastare un’emergenza quale oggi la Xylella
è, ma ordinarie per evitare che il batterio infettasse ormai ampie
zone. Proprio perché salentino, Stefano, sa bene che il Codile
(Consorzio difesa e valorizzazione delle produzioni intensive del Salento)
nell’autunno 2011 segnalò alla Facoltà di Agraria di Bari l’anomalo fenomeno di
essiccazione improvvisa degli olivi. Ora Stefano, l’attuale assessore Fabrizio
Nardoni e il governo tutto regionale di sinistra si arrampicano sugli specchi
sostenendo che la “certificazione” del batterio è avvenuta solo nell’ottobre
del 2013. E per due anni Stefano cosa ha fatto? Mentre il mondo
dell’agricoltura, i contadini che ogni mattina all’alba andavano nei campi,
denunciavano il fenomeno, Stefano non si è mosso perché aspettava il responso
“scientifico”? Per pudore non dovrebbe più parlare di Agricoltura.
E chi lo ha sostituito dal marzo 2013 non ha
avuto un comportamento meno inefficientemente e colpevole. Tant’è che fino alla
decisione esecutiva della Commissione Europea del 23 luglio 2014 si è perso un
anno, senza sostanzialmente fare nulla per contrastare o comunque governare
tale calamità sul territorio. Anzi, solo il 3 dicembre scorso il presidente
della Regione Puglia, ha scritto al presidente del Consiglio dei Ministri
affinché convocasse con urgenza un incontro sull'emergenza Xylella in Puglia
con la partecipazione del Capo della Protezione Civile e del Ministro delle
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Incontro, poi, avvenuto il 3
febbraio scorso ed è stato propedeutico alla nomina del commissario
straordinario, Giuseppe Siletti, avvenuta il 12 febbraio.
Per questo, oggi, proprio le parole del commissario
di Governo sull’emergenza, Siletti, pronunciate in quarta commissione regionale
producono una grande amarezza e dovrebbero pesare come un macigno su questo
governo regionale: nelle ultime due o tre settimane si sono registrati casi in
altri 10 Comuni e il rischio di contagio potrebbe riguardare anche altre
colture presenti sul nostro territorio. Ormai la zona interessata è molto
estesa, rispetto al primo focolaio di Gallipoli, e riguarda le province di
Lecce, Taranto e Brindisi. Secondo Siletti, c’è ben poco da fare: bisogna che i
contadini arino ed estirpino immediatamente i terreni, mentre vanno totalmente
sradicate le piante malate a cura dei dipendenti dell’Arif. Siletti chiede la
collaborazione degli stessi agricoltori, ma io chiedo alla Regione Puglia: i
contadini come sono stati informati di quello che è accaduto e sta accadendo e
di cosa devo fare? Oggi apprendiamo che esisterebbe un opuscoletto informativo
per pochi intimi, visto che quasi nessuno lo conosce e si rimanda a un
fantomatico portale regionale per visionarlo o peggio a un App!
E allora io capisco che siamo completamente
impazziti: ma Stefano e Nardoni conoscono il mondo agricolo pugliese
o no? Sapete che è fatto di tanti piccoli contadini e non da tante aziende
agricole? E al nostro contadino gli dite: andate sul portale? Una follia!!!
E i fondi europei per la Comunicazione vera e seria
dove sono stati utilizzati?
L’Ulivo è il simbolo della Puglia non a caso è
presente nello stemma della Regione, un simbolo tradito da amministratori che
hanno sottovalutato la portata e le conseguenze del fenomeno e oggi tacciono
colpevolmente non avendo il coraggio di ammettere le loro pesanti
responsabilità.
Bari,
16 marzo 2015