Il prezzo dei farmaci per gli animali domestici
può arrivare a moltiplicarsi anche per dieci o venti volte, sebbene il
principio attivo sia identico a quelli per uso umano.
"Questo fenomeno muove ogni anno in Italia -
afferma Petraroli (M5S) - circa 600 milioni di euro contro i 26,1 miliardi
spesi nel 2013 per la salute umana. Il 50 per cento del giro d'affari si
concentra in solo quattro aziende".
"I farmaci generici per gli animali -
continua Petraroli - sono ancora un tabù infatti il veterinario sulla
ricetta deve indicare il nome commerciale del medicinale e non il principio
attivo. Tutto questo fa sì che i proprietari di animali domestici
somministrino i farmaci per uso umano ai propri amici a 4 zampe. Proprietari
che magari, essendo in difficoltà economica, non possono permettersi di
acquistare farmaci ad uso veterinario a causa del costo elevato degli stessi e
sono pertanto "costretti" ad utilizzare medicinali alternativi a
quelli prescritti dal veterinario"
"Ho presentato un'interrogazione - conclude Petraroli - al
Ministro Lorenzin per verificare se è nell'intenzione del Governo assumere iniziative normative in modo da poter
disporre dei farmaci generici già registrati per gli umani, a parità di
composizione, anche ad uso veterinario per cercare di abbattere il prezzo dei
medicinali per gli animali. Altro aspetto poco chiaro risulta
essere l'ammontare della spesa pubblica impiegata per l'acquisto di
farmaci veterinari per la cura di animali ricoverati in strutture pubbliche,
pertanto ho chiesto al Ministro opportuni chiarimenti sul costo effettivo di
questo servizio."