Ad
annunciarlo, in una nota, è Massimiliano Stellato, Coordinatore Provinciale di
CENTRO DEMOCRATICO che mostra solidarietà per una situazione che rischia di
diventare sempre più drammatica. Non sembra essere cambiato molto il profilo
che si delineava qualche mese fa. Sembra una bomba pronta ad esplodere. “Le
aziende dell'indotto – commenta l'esponente del partito di Bruno Tabacci –
non possono e non devono essere ancora penalizzate”.
“Ci uniamo all'appello
lanciato da Confindustria Taranto a difesa di quelle aziende che, con il loro
contributo, hanno garantito la continuità produttiva dello stabilimento
siderurgico.
La procedura
di amministrazione straordinaria, dunque, non deve in alcun modo penalizzare
ulteriormente le aziende che vantano crediti nei confronti dell'Ilva da troppo
tempo ormai.
Sono convinto
– sostiene il Coordinatore Provinciale di CD - che le iniziali intenzioni del
Governo nella definizione del decreto per Taranto siano state indirizzate verso
il rilancio della città capoluogo e dei comuni della provincia ionica e non
verso la crescita delle preoccupazioni di importanti aziende del territorio che
stanno rischiando di finire sul lastrico.
Sono pronto –
conclude Massimiliano Stellato – a scendere in piazza accanto alle aziende
dell'indotto ed ai lavoratori con le loro famiglie, oggi in grosso affanno, per
far valere fino in fondo i loro diritti in ogni sede a difesa del nostro
territorio perché le condizioni che riguardano
Taranto in questo momento particolarissimo della sua storia sociale ed
industriale ci mettono di fronte a quello che potrebbe rivelarsi presto
l’ennesimo dramma.
Le risposte che questo territorio attende sono ormai diverse ma
soprattutto oggi Taranto ha bisogno di interventi concreti affinché questa
splendida città che possiede diverse risorse riesca ad uscire dalle difficoltà
di un passato faticoso, complesso e ancora fortemente vincolante. Ci
auguriamo che questa città dei due mari possa vivere presto il suo lieto fine
- conclude Stellato - e non si trovi ancora una volta a dover piangere la
perdita di nuovi posti di lavoro”.