COMUNICATO
E' stato varato il 24 dicembre u.s. il settimo decreto del Governo italiano sullo stabilimento Ilva di
Taranto.
I soldi pubblici messi a disposizione dell’ILVA sono
una quantità irrisoria e non serviranno che a pagare un terzo del debito
che ILVA ha con le banche. Essi saranno sottratti ai progetti di
sviluppo regionale, usando fondi europei FESR e di coesione sociale che
dovrebbero essere invece investiti a favore dello sviluppo, della ricerca e
dell'innovazione sostenibili.
Lo Stato rinuncia definitivamente ad investire
nelle migliori tecnologie e nel rispetto dell’autorizzazione ambientale AIA
che era stata prescritta nel 2012. Viene garantito così un salvacondotto penale
al Commissario che guiderà l’ILVA, visto che i tempi di completamento
dell’autorizzazione ambientale AIA si dilatano in maniera indefinita,
ossia "a data da stabilire" con un ulteriore decreto del Presidente del
Consiglio.
Peacelink fa
appello alla Commissione Europea perché sanzioni nuovamente il governo
italiano, che non ha voluto attenersi alle norme comunitarie.
Il Governo intende
infatti risolvere la questione Ilva di Taranto peggiorando - secondo
quanto dichiarato dallo stesso Premier - le norme dell'AIA
(autorizzazione integrale ambientale), che ritiene troppo severe e penalizzanti
per l'ILVA. Tale AIA non è mai stata rispettata, nelle sue parti più
significative. In essa sono state previste le prescrizioni impiantistiche
europee entrate in vigore in tutto il continente europeo dal 2012 in poi. Quindi
non è vero (come affermato da Renzi) che l'AIA Ilva sia "troppo
severa" e non è vero che nel resto dell'Europa non sarebbero in
vigore le norme impiantistiche prescritte per l'Ilva di Taranto. A tal fine,
basta consultare il sito del Ministero dell'Ambiente per documentarsi: le nuove
Best Available Techniques (BAT) sono entrate in vigore in Italia in data 8
marzo 2012 (si allega la
schermata). E sono state approvate dall'Europa il 28 febbraio
2012 (http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/ALL/?uri=OJ:L:2012:070:TOC),
diventando quindi valevoli per tutti gli stati europei. Ma questo Renzi
non lo dice, producendo un effetto distorsivo dell'informazione. Nel giorno in
cui il Governo vara il settimo decreto sull'ILVA di Taranto, PeaceLink esprime
sbigottimento per le parole del premier Renzi, che afferma di voler venire in
soccorso dei bambini di Taranto prevedendo di non applicare le norme europee
che prevedono tecnologie meno impattanti.
Quello che genera
sconcerto è che Renzi voglia salvare i bambini di Taranto rinunciado
all'uso delle tecnologie siderurgiche più avanzate, ossia le Best
Available Techniques (BAT) del 2012 di cui sopra, e rendendo quindi MENO
STRINGENTI I LIMITI EMISSIVI per l'ILVA e andando quindi contro la
legge.
Il
Premier Renzi definisce "astruse regole europee"
quelle che vietano gli aiuti di Stato alle imprese. Va però sottolineato
che il Governo italiano è firmatario dei trattati europei ed è pertanto
garante dello stato di diritto rappresentato dalle Istituzioni
Europee sul territorio nazionale. Questo governo, dimenticandosi di essere
stato cofondatore dell'Europa e dei suoi trattati, si pone contro la legge
europea e lo fa per pagare le banche creditrici dell'ILVA. Viola
le norme europee non per proteggere i suoi cittadini ma per portare avanti un
improbabile salvataggio di impianti inquinanti già dichiarati fuori norma dalla
Commissione stessa e dalla Magistratura italiana.
La produzione
ed il funzionamento degli impianti attuali dell'Ilva (che sono
attualmente sotto sequestro penale) aveva alla base un obbligo
non rispettato: lo stretto rispetto del cronoprogramma AIA. Questo obbligo
era stato indicato dalla Corte Costituzionale già nel maggio 2013. Il primo
decreto "Salva-Ilva" (dicembre 2012) è stato infatti dichiarato "costituzionale"
a condizione che il cronoprogramma AIA venisse rispettato entro il 2014. Il
regime transitorio per l'ILVA era limitato ad un periodo breve finalizzato alla
messa a norma dello stabilimento. Ma ciò non è avvenuto e quello che doveva
essere considerato "transitorio" si è trasformato in un allungamento a dismisura
dei tempi di attuazione delle prescrizioni AIA.
PeaceLink, autrice
delle denunce che hanno portato all' apertura di due procedure di infrazione ed
il conseguente parere motivato, in contatto già dall'agosto scorso con la
Commissione Concorrenza in merito ai prestiti bancari e ad altri supposti aiuti
di Stato all'Ilva, sottolinea il ruolo fondamentale assunto dalla Commissione
Europea nel garantire il rispetto delle norme ambientali, in linea ed in
perfetta continuità con l'azione della Magistratura tarantina.
PeaceLink si
batterà per un piano B che salvi Taranto e i suoi lavoratori dalla catastrofe
attraverso i fondi europei per le aree di crisi industriale. Ogni piano di
salvataggio dei lavoratori è consentito dalle norme europee, mentre non è
consentito un piano di aiuto aziendale che altera la concorrenza e serve solo a
pagare le banche creditrici dell'ILVA, sottraendo fondi allo sviluppo
regionale.
I cittadini di
Taranto - ormai senza più tutele ambientali - rimandano al mittente il regalo di
Natale di Renzi.
PeaceLink
invierà una lettera al Presidente della Commissione Europea per segnalare in
maniera dettagliata la gravità delle violazioni di diverso tipo presenti nel
decreto del governo italiano.
Per
PeaceLink
Antonia
Battaglia
Luciano
Manna
Alessandro
Marescotti
http://www.peacelink.it