Libero
OSSERVATORIO della LEGALITA' onlus – TARANTO - osservatoriolegnc@libero.it
AMIANTO – Problema ……… IRRISOLTO ! Anzi, no ! ……… PRESCRITTO
!!!
AMIANTO:PRESCRIZIONE. DIRITTO ALLA SALUTE: PRESCRITTO!
ANCORA UNA VERGOGNA NEL NOSTRO PAESE.
ANCORA UN OLTRAGGIO AL DIRITTO AL LAVORO ED
ALLA VITA.
ANCORA UN INSULTO ALLA COSTITUZIONE E L’EVIDENZA DI LEGGI, ED INTERPRETAZIONI DI LEGGI, CHE COZZANO CONTRO
DIRITTI SANCITI.
Mercoledì, 19 novembre, il terzo grado di giudizio del processo Eternit con
unico imputato lo svizzero Stephan Schmidheiny, condannato alla pena di
diciotto anni di reclusione per i reati di “disastro doloso e omessa bonifica”, assolto in Cassazione per la prescrizione del reato, pur essendo
l’imputato
”responsabile di tutte le
condotte che gli sono state ascritte” (Francesco Mauro Iacovello,
Sostituto Procuratore Generale).
Generale l’indignazione, condivise le parole dei parenti delle vittime.
“NON SI PUO’ PIEGARE IL DIRITTO ALLA GIUSTIZIA”.
E CHE SENSO HA IL DIRITTO SANCITO DALL’ART. 32 DELLA COSTITUZIONE?
PIU’ IMPORTANTE LA
FORMALITA’ DEL DIRITTO DELLA
TUTELA DELLA SALUTE?
CHE DIRE DEI 34.000 SITI INQUINATI CENSITI NEL NOSTRO PAESE?
E DEI 1200 MORTI ALL'ANNO PER INQUINAMENTO?
COME PARLARE DI PRESCRIZIONE PER UN REATO LE CUI CONSEGUENZE DURERANNO
ANNI?
DOVE I DIRITTI DEI CITTADINI SE LE NORME DEL DECRETO 91/2014
AUMENTANO I LIMITI DI INQUINAMENTO?
SI CONSUMANO STRAGI TRA L'INDIFFERENZA DEI GOVERNI!
L’Amianto è al bando dal ’92, norme estremamente severe lo hanno posto definitivamente
fuorilegge, ma, ciò nonostante, viviamo nell’emergenza amianto, per l’insorgenza
di asbestosi e di mesotelioma, tumore che colpisce i polmoni, con incubazione
anche di 35-40 anni.
Un decreto del ’94 ha affidato alle Regioni il Censimento Obbligatorio e
Vincolante.
Per una corretta
bonifica di luoghi e manufatti contenenti amianto occorre infatti rivolgersi a
ditte abilitate alla rimozione, i cui elenchi sono consultabili presso l’ARPA.
Tutto giusto, ma (?) il
dramma, quello vero, si vive quotidianamente poiché tutto ciò che vien prospettato
,da chi invece dovrebbe urgentemente e seriamente rimboccarsi le maniche,
rimane e si aggira nei meandri della Burocrazia e della Teoria, del VEDREMO
INTERVERREMO FAREMO; di concreto il solito e scontato “NULLA”.
Basta aggirarsi per le
periferie cittadine per trovare a bordo strada, tra i soliti enormi cumuli di
rifiuti, immancabili manufatti contenenti fibre d’amianto che con facilità si
liberano nell’aria per lo stato di degrado
dei manufatti distrutti in più parti...
Perché ciò continua ad accadere?
Chi si ritrova a
detenere manufatti contenenti amianto, vive il problema in maniera drammatica,
per gli elevati costi dell’intervento
di rimozione, per cui molti scelgono la via dello smaltimento irregolare. D’altronde, perché il
cittadino deve farsi carico di “errori
imputabili allo Stato che ha permesso la commercializzazione dell’eternit?” E perché lo stesso Stato, consapevole del pericolo e delle conseguenze
del suo errore, non si è attivato per procedere,
senza costi aggiuntivi per il cittadino, alla rimozione dei manufatti? Troppo
facile scaricare le colpe sugli altri, penalizzati dall’acquisto errato, dalle conseguenze dell’acquisto, dalle spese per la rimozione e dai costi per la
sostituzione!
L’Osservatorio in più occasioni è intervenuto, riscontrando però il solito assordante silenzio delle istituzioni, le quali spero
non possono negare di aver ricevuto interventi, segnalazioni e suggerimenti.
Per l’ennesima volta l’Osservatorio
suggerisce che si potrebbe rimediare all’inevitabile
fai da te coinvolgendo i Comuni i quali d’
intesa con Province e Regioni hanno l’obbligo di
organizzare lo smaltimento in maniera organica, controllata e capillare.
La maniera certa perché ciò avvenga è innanzitutto quella di procedere alla Mappatura dell’amianto esistente sul territorio, invitando poi chi è in possesso di manufatti d’amianto
a collaborare ripetiamo “senza costi aggiuntivi” alla rimozione degli stessi. Dove il risparmio in termini
sociali?
Lo stesso si configura
nella certezza di non ritrovarsi ovunque e comunque rottami di amianto agli
angoli delle strade, la cui rimozione non potrà non ricadere per ovvi motivi che a carico della comunità.
Occorre prendere
coscienza che il problema amianto è un problema
sociale, non causato e dunque non voluto dal singolo cittadino che se ne trova
in possesso che per ovvi motivi finisce per divenirne schiavo e che riterrà anche di disfarsene illegalmente, non potendone affrontare la spesa
dello smaltimento.
Chi l’ha acquistato, utilizzato, non l’ha certo brevettato e pubblicizzato o commercializzato, chi l’ha fatto, a suo tempo ne ha tratto enormi benefici e vantaggi,
lo STATO da parte sua, lo ha accettato, lo ha utilizzato.
Solo oggi, dopo la messa
al bando, persegue chi lo detiene; il che è
causa di determinati deprecabili per certi versi purtroppo anche comprensibili
- comportamenti, a seguito dei quali la comunità si ritrova a doversi far carico dello smaltimento a mezzo
rimozione dei rifiuti d’amianto dagli angoli
delle strade e del trasporto e stoccaggio in opportune discariche all’uopo abilitate.
Dunque, per evitare
illeciti comportamenti di chi costretto a disfarsi dell’amianto non segue o non riesce a seguire le indicazioni di legge,
Comune - Provincia - Regione, devono esaminare l’opportunità di venire
incontro ai cittadini... vittime involontarie quest’ultime di un problema calato dall’alto, che di certo non potrà
essere risolto senza l’intervento e l'impegno
delle Istituzioni che hanno l’obbligo di
trovare una soluzione a questa emergenza di carattere sociale, poiché la stessa investe l’intera
comunità.
Taranto
lì,
20.11.14
il presidente