IL CENTRO DI
IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE DI BARI ALL’ATTENZIONE DEL GOVERNO RENZI
Il deputato Scagliusi (M5S),
vicepresidente del comitato dei diritti umani, chiede chiarimenti al Governo in
merito alle condizioni ed al rischio di epidemie nel CIE di Bari
Le
condizioni del Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) di Bari,
dove crescono i rischi di un’epidemia nonché ultimamente teatro di episodi
al limite del rispetto dei diritti umani, ha spinto il deputato pugliese
Emanuele Scagliusi (M5S), vicepresidente del Comitato Diritti Umani
a Montecitorio, a presentare una interrogazione parlamentare sul caso. Negli
ultimi tempi si susseguono, infatti, episodi
di disperazione che si traducono in atti di autolesionismo da parte degli
stranieri che, senza conoscerne il motivo, sono costretti a restare nel CIE in
attesa di essere identificati ed espulsi. Nel gennaio scorso l’ordinanza del
giudice civile del Tribunale di Bari aveva ordinato al Ministero dell’Interno
di eseguire entro il termine perentorio di 90 giorni, già trascorsi, i lavori
necessari e indifferibili per garantire condizioni minime di rispetto dei
diritti umani nel CIE di Bari. La perizia tecnica, pubblicata in una relazione del dicembre 2013,
evidenziava le pessime condizioni interne della struttura per le
manchevolezze imputabili soprattutto alle modalità costruttive dell’immobile e
che incidono sulla situazione degli ambienti e, conseguentemente, sulla loro
vivibilità da parte degli occupanti.
“Al
Governo Renzi chiediamo delucidazioni sullo stato dei lavori – dichiara il deputato pugliese
Emanuele Scagliusi (M5S) – affinché
vengano garantite le condizioni minime di rispetto dei diritti umani, come
definiti dalla stessa ordinanza del giudice civile del Tribunale di Bari nello
scorso gennaio, e soprattutto i motivi che, ad oggi, ritardano l’esecuzione di
tali lavori”.
I
centri di identificazione ed espulsione hanno la funzione di consentire
accertamenti sull'identità di persone trattenute in vista di una possibile
espulsione e si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari
sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle forze
dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli
irregolari.
“Naturalmente,
in uno scenario in cui il numero dei reclusi è di gran lunga superiore a quello
consentito dagli spazi e dalle strutture disponibili, il rischio è anche quello
di epidemie. Per questo motivo –
continua Scagliusi (M5S) - ho
anche chiesto al Ministro della Salute Lorenzin quali misure intenda adottare
per evitare che nel CIE di Bari si diffondano malattie che mettano a
repentaglio la salute degli ospiti stessi, degli operatori sanitari e del
personale militare e civile presente. In qualità di vice presidente del
Comitato permanente dei diritti umani, sento il dovere di vigilare su
situazioni simili che dimostrano sia l’incapacità del Governo di gestire tali
criticità, sia la superficialità mostrata dalle Istituzioni quando di fronte a
situazioni che, come questa, mettono a repentaglio la salute non solo di chi
lavora nei CIE ma anche dei cittadini di Bari e dintorni. Non sono pochi,
infatti, i casi in cui si assiste alla fuga degli immigrati in attesa di
espulsione che, non resistendo a condizioni di vita tali, sono disposti a tutto
pur riacquistare la loro libertà.”