L'interrogazione,
presentata per mio tramite da attivisti del Movimento 5 Stelle, indirizzata al
Ministro della Salute in data 30 Settembre 2014, in relazione alla cattiva
gestione delle ASL pugliesi, ha acceso tra i pazienti, gli operatori della
sanita’ e del mondo del volontariato, un ampio dibattito sulla credibilità del
servizio sanitario pugliese da sempre governato da logiche clientelari
comuni purtroppo a tutti i partiti.
Il nostro
obiettivo è quello di garantire ai cittadini elevati livelli di qualità
delle prestazioni sanitarie e di evidenziare tutte quelle situazioni che
contrastano con una adeguata assistenza e con la penalizzazione del personale
presente nelle aziende sanitarie, spesso costretto a lavorare in condizioni
deontologicamente inaccettabili soggetti allo strapotere dei direttori
generali e quindi della politica che li nomina.
Con
questa interrogazione, quindi, abbiamo inteso dare voce ai pazienti e a
tutti quei professionisti, che, sottoposti all’obbligo di fedeltà alle
aziende, in ottemperanza ai regolamenti aziendali, sono imbavagliati nel
denunciare malfunzionamenti e criticità di gestione del management, tanto
che sempre più spesso ricorrono alla magistratura per totale assenza di
controllo e vigilanza da parte dei politici e delle forze sindacali .
Riteniamo
scandaloso che, di fronte ai disagi dei cittadini, sempre più privati dei
servizi socio-sanitari, l’attenzione degli attuali Direttori Generali delle
ASL, in prossimità di scadenza del proprio mandato, sia rivolta alle nomine
dei direttori di strutture complesse ospedaliere, ex primari di reparti,
utilizzando, per esempio come nell’ASL di Taranto, graduatorie formulate nel
lontano 2006 2008 (è il caso delle Strutture complesse di ortopedia e
ginecologia - delibere 1087 e delibera 1088 entrambe del 30/09/2014) o ancora, sempre
all’ASL di Taranto, si riproponga il concorso per due collaboratori
amministrativi professionali, da assegnare alla struttura del Rischio clinico,
o che, in questi giorni, nella Regione Puglia, l’argomento più gettonato sia la
nomina dei nuovi manager.
A tal
proposito non si comprende, come, in presenza di un albo di idonei alla
Direzione Generale delle ASL, vi siano accese discussioni, polemiche e guerre
sotterranee sull’ opportunità di nominare Commissari straordinari o Direttori
Generali ex novo o procedere all’istituzione del Consiglio delle professioni
sanitarie per la scelta dei direttori generali, Commissioni i cui componenti,
ci si augura, siano rappresentativi di tutte le figure professionali e non
siano a loro volta nominati dalla politica.
È
evidente che, al di là delle dichiarazioni del presidente Vendola, e di molti
esponenti della maggioranza del PD, circa l’opportunità di nominare i DG solo
sulla base della valutazione dei curricula, dei meriti e delle
professionalità acquisite, sia, piuttosto e come al solito, un problema
politico, che niente ha a che fare con le competenze professionali e
manageriali dei singoli.
Temiamo
che, in realtà, questa non scelta determini, di fatto, l’ulteriore
permanenza degli attuali Dg o degli attuali DS o Da, corresponsabili della
verifica negativa a metà mandato degli stessi, per mancato raggiungimento
degli obiettivi regionali prefissati e che, in questi giorni, a conclusione
dell’incarico, per motivi sconosciuti ai più, promossi dalla Regione Puglia, ma
bocciati, ancora una volta, dalla maggior parte dei Pugliesi alle prese con
liste d’attesa interminabili e disservizi sia nell’assistenza ospedaliera che
territoriale proprio quella che il Presidente Vendola avrebbe dovuto
potenziare.
In
merito al comunicato delle OO.SS dell’ASL di Taranto, diramato nei giorni
scorsi, non posso che esprimere stupore in relazione alla scarsa
conoscenza, da parte delle sigle sindacali, sia della valutazione negativa di
metà mandato dell’attuale management, oggi, inspiegabilmente diventata
positiva, sia dei fatti e delle delibere, segnalati da numerosi operatori
sanitari e da diverse associazioni di cittadini, comprovanti la veridicità
di quanto denunciato nell’interrogazione presentata, come ad esempio, la
delibera n° 546 del 13/05/2013 con la quale viene attribuito l’incarico di
Direttore della struttura semplice a valenza dipartimentale Rischio Clinico al
Dr. Marcello Chironi, marito del Direttore Sanitario aziendale Dr.ssa Maria
Leone.
Non posso
quindi che invitare le OO .SS. firmatarie di quel comunicato ad una profonda
riflessione sul loro rapporto con i professionisti della sanità e sul compito
fondamentale che svolgono nella tutela dei lavoratori e nel perseguire
obiettivi di trasparenza e di correttezza gestionali.
Bisogna
che la politica e il sindacato si riapproprino del proprio ruolo di governance
della sanità e di controllo e verifica dell’operato dei manager non già di
compiacenza, vigilando, concretamente e nei fatti, sul rispetto delle norme e
sull’attuazione dei principi di meritocrazia nelle scelte delle nomine con il
fine comune di garantire ai cittadini pugliesi, già così fortemente
penalizzati da piani di rientro e riordino, prestazioni sanitarie efficaci ed
adeguate ai bisogni di salute.
Ritengo,
inoltre, che delegare, puntualmente, la soluzione di problematiche relative
alla mancata assicurazione dei Lea ai pazienti (per esempio la decisione del
Tribunale di Brindisi che stabilisce a carico della Asl le cure all’estero di un
ex militare ammalatosi in servizio a causa dell’esposizione all’uranio
impoverito e quella del Tribunale di Lecce che impone alla Regione di eseguire,
in regime di convenzione l’esame di Pet-tac ai malati oncologici) o alle
cattive gestioni delle ASL alla magistratura, sia un modo per non assumersi
responsabilità politiche e sindacali e che l’informazione e la conoscenza di
atti pubblici rappresenti il miglior strumento per i pazienti e i cittadini
pugliesi per valutare l’attuale management e per ridisegnare, con la
collaborazione dei professionisti della sanità, una riorganizzazione dei
servizi sanitari capace di soddisfare, realmente e concretamente i bisogni di
salute.
Una
considerazione, infine, relativamente alla speciosa polemica sollevata con
dichiarazione ai giornali da parte di un ex consigliere regionale: chi decide
di fare politica propone soluzioni politiche non fa ricorso alla magistratura
né può attribuire a questa funzioni di supplenza all’inerzia della classe
politica (vedi il caso dell’ILVA a Taranto).
In
concreto l’interrogazione evidenziava fatti (comprovati) di gravità inaudita
sotto il profilo politico-gestionale, se poi tali fatti possano costituire
reato spetta alla magistratura accertarlo.
E così tutto è bene
quel che finisce bene. I direttori generali delle Asl sono arrivati alla
conclusione del loro mandato senza affrontare lo scoglio anche mediatico della
verifica di metà mandato prevista dalla legge, ed a nulla è servito al
sottoscritto chiedere ripetutamente gli atti, per correttezza nei confronti dei
cittadini e dell’opinione pubblica.
Ed alla fine del
percorso hanno ricevuto dalla giunta - con un’unica eccezione -, una bella
promozione, non è dato sapere se per meriti effettivi e brillanti risultati
conseguiti, o per volontà di non infierire (essendo prossimo il pensionamento),
oppure per assicurare loro anche il premio di produttività finale.
Chissà se però anche
i cittadini hanno avuto la stessa percezione in questi anni, della sanità
pugliese. E quanto sono stati contenti delle liste d’attesa infinite, dei
disservizi ovunque spacciati per servizi, di uno scadimento generalizzato delle
prestazioni erogate -per quantità e qualità-, parametri e indicatori
evidentemente distanti dalle valutazioni della giunta, che ha introdotto altri
criteri, personalissimi e politicissimi. Il disastro della sanità pugliese
passa anche da questi comportamenti, purtroppo, e il finale anche di questa
storia non poteva essere allora diverso.
Lecce, 13 novembre
2014 Sen. Maurizio Buccarella – Movimento Cinque Stelle