Nel merito degli ultimi sviluppi e delle richieste di sospensione della
recente delibera comunale avversa al progetto Tempa Rossa, desideriamo
segnalare l'ennesimo atto di disinformazione.
Vivo rincrescimento viene innanzitutto espresso per l'azione di
interferenza che vuole attuare la novella Provincia di Taranto
che ha manifestato la volontà di richiedere al Comune di Taranto la sospensione
della delibera di approvazione della variante del piano regolatore portuale con
l’esclusione del prolungamento del pontile Eni, utile al progetto petrolifero
Tempa Rossa.
La Provincia di Taranto mostra sin dal suo esordio la volontà di proseguire
sulla stessa irresponsabile linea guida dettata dalla precedente presidenza
che, incurante dei bisogni di sicurezza e salubrità espressi dalla popolazione,
ha aperto la strada ad una profonda crisi politica e legale dell'ente, tanto da
causarne il commissariamento.
Singolare risulta inoltre l'ultima nota dei sindacati nella quale da un lato
dichiarano essere di dubbia efficacia la delibera del Comune relativa a Tempa
Rossa, mentre contestualmente richiedono alla Prefettura di verificare che la
stessa non abbia ripercussioni anche sui lavori al nuovo porto.
Alle dirigenze di Cgil, Cisl e Uil giova ricordare che è
fisiologico e normale che i loro suggerimenti restino inascoltati in sede
comunale dal momento che, per l'ennesima volta, son risultati in netto
contrasto con le volontà espresse dalle principali parti sociali tarantine come
quelle degli ordini professionali, di commercianti, artigiani ed
associazioni.
Questo loro incomprensibile atteggiamento crea una enorme distanza tra i
sindacati ed il resto della popolazione.
Non può essere certo una delibera del Comune in ambito ambientale a
condizionare la continuità produttiva, quanto l'aver agito per anni in spregio
alle più elementari misure di sicurezza mettendo in pericolo tanto la
popolazione esposta quanto gli stessi lavoratori. Ad esempio ricordiamo che gli
sporgenti del porto mercantile numeri 2 e 4 sono stati posti sotto sequestro
con facoltà d'uso per mancanza di raccolta delle acque reflue di prima pioggia.
Non può essere allora l'adozione delle norme comunitarie a compromettere il
lavoro, piuttosto lo è l'occupazione inopportuna e anacronistica delle aree
produttive strategiche da parte di poche aziende private che sono riuscite a
beneficiare di concessioni privilegiate nell'ambito di un insano rapporto dal
carattere quasi monopolistico.
Una carenza di programmazione che potrebbe mettere in pericolo persino le
attività industriali non critiche ed ecosostenibili come quelle legate ai
trasporti commerciali di Transhipment sul molo polisettoriale. Non può essere
il blocco dell'allungamento del pontile a mettere in discussione la
realizzazione di tutti i lavori previsti nella piastra portuale; sono opere
indipendenti come si può evincere anche dalle schede progettuali.
Sempre ai sindacati Cgil, Cisl e Uil non resta che ricordare che il primo
rispetto è dovuto alla popolazione. Dal momento che le relative dirigenze
insistono col disperato tentativo di difendere l'indifendibile, specie in
presenza di violazioni dei termini di legge e della volontà di mantenere le
attività industriali pesanti, non resta che sperare che gli stessi lavoratori
rinnovino al più presto le loro figure di rappresentanza, evidentemente non
all'altezza del compito loro assegnato e non in grado di comprendere e
discutere le alternative industriali pulite e sicure.
Il porto può costituire una alternativa salvifica per Taranto solo se affidato
alla visione e alla programmazione di parti sociali competenti e di buon senso.
MOVIMENTO STOP TEMPA ROSSA