La Commissione Europea ha
cominciato a investigare sulle somme che, attraverso decreti e provvedimenti vari, sono state concesse
all’Ilva dal Governo italiano.
PeaceLink ha informato la Commissione
Europea delle criticità che a suo avviso potevano costituire gli «aiuti di Stato» varati sotto forma di prestiti-ponte, somme
previste nei decreti legislativi varati negli ultimi anni, per la garanzia
del futuro di Taranto e delle bonifiche.
Pochi giorni fa PeaceLink
ha informato la Commissione, in particolare la Direzione Generale Concorrenza, del fatto che le somme liberate dal Tribunale
di Milano - che ha applicato norme scritte dal Governo Italiano - sarebbero
dovute rimanere ben protette a garanzia soprattutto del futuro di Taranto,
per quando davvero le bonifiche fossero state progettate e avviate.
Invece, il Governo Italiano
ha trascurato il fatto che l’Ilva è un’azienda ancora privata e
che, secondo il principio europeo della concorrenza leale, non si possano
utilizzare fondi statali per le attività correnti di alcuna impresa.
Si potrebbe configurare un
aiuto di Stato nel momento in cui queste somme fossero confiscate e, a
procedimento penale concluso, lo Stato non riuscisse più a recuperarle in
quanto il Tribunale di Milano ha sostituito la garanzia monetaria in
titoli derivanti dall’aumento del capitale di Ilva equivalente al 1,2 miliardo
di euro trasferito. Titoli che potrebbero perdere in futuro il loro valore
iniziale. A quel punto, lo Stato si troverebbe con un pugno di mosche in
mano e la somma a garanzia delle bonifiche dei terreni da condurre e dei
risarcimenti ai cittadini andrebbe irrimediabilmente persa. PeaceLink
continuerà ad operare a livello europeo perché i diritti dei cittadini
vengano tutelati.
L'operato del Governo
italiano va fermato in nome del rispetto delle direttive europee.
Per PeaceLink
Antonia Battaglia