AGRICOLTURA: RENZI VUOL DISTRUGGERE
LA RICERCA
La Legge di
Stabilità che prevede l’accorpamento tra CRA ed INEA, enti del Ministero
dell’Agricoltura, rischia di pregiudicare definitivamente la ricerca nel
settore in nome del marketing elettorale. Scelta illogica, per il M5S
Un accorpamento che rischia di
mettere a repentaglio la ricerca pubblica in agricoltura. Questo il
sunto delle audizioni, tenutesi oggi in Commissione Agricoltura alla Camera dei
Deputati, del Commissario straordinario dell’Istituto Nazionale di Economia
Agraria (INEA) Giovanni Cannata e del Presidente del Consiglio della Ricerca e
la sperimentazione in agricoltura (CRA) Giuseppe Alonso. L’articolo 32 della
Legge di Stabilità 2015, infatti, non migliorerebbe l’attuale situazione degli
enti, anzi la farebbe precipitare definitivamente. INEA ha debiti al 31.12.2014
pari a circa 50 milioni di euro, gran parte dei quali esigibili, frutto del
lavoro di commissariamento che lo ha ridotto (in circa un anno, ovvero
dall’incarico conferito dall’ex premier Enrico Letta) dai 71 milioni di euro
precedenti. L’ente, che attualmente conta su uno stanziamento, pari a 5,5
milioni, che non copre neppure i costi di gestione di 15 milioni, deve scontare
una “massa debitoria” causata dai non oculati Consigli
d’Amministrazione che si sono succeduti negli anni, in cui sedeva anche
l’attuale senatore Dario Stefàno (SEL) quando era rappresentante degli
assessori regionali all’agricoltura nella Conferenza Stato-Regioni. Il CRA,
invece, può vantare un bilancio in sesto, nonostante abbia già dovuto far
fronte, negli ultimi anni, all’incorporazione dell’Inran (altro ente fortemente
indebitato) e vede il Presidente Alonso sulla stessa lunghezza d’onda del
Commissario Cannata.
“La scelta del Governo Renzi,
dunque, vanificherebbe un anno di gestione commissariale, voluta in questa
legislatura dalla stessa maggioranza che lo sostiene e non risolverebbe nulla
– dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione
Agricoltura – Il CRA reputa inutile ed irrazionale l’accorpamento in
questo momento mentre per Inea danneggerebbe il percorso fin qui intrapreso.
Piuttosto che slogan, c’è bisogno di una seria riorganizzazione degli enti
ministeriali. Il rischio è di distruggere irrimediabilmente la ricerca
scientifica ed economica in agricoltura. La motivazione della illogica e cieca
fretta renziana, forse, va ritrovata nei numerosi e corposi beni di valore di
cui il CRA è proprietario: non vorremmo si apra la strada alla solita
speculazione nella vendita dei gioielli di famiglia – continua L’Abbate
(M5S) – Sembra davvero incredibile che Maurizio Martina voglia passare
alla storia come il Ministro dell’Agricoltura che ha soppresso il Corpo
Forestale dello Stato e ha ammazzato la ricerca pubblica. Il marketing
elettorale, almeno in questa vicenda, deve lasciare il campo ad una riorganizzazione
seria e concreta, non raffazzonata, che ha come punto di partenza proprio il
lavoro già fatto dai due enti in questione. Presenteremo i nostri emendamenti,
anche soppressivi dell’art. 32, per ovviare a questo ulteriore colpo
all’agricoltura italiana che, solo a parole a quanto pare, doveva essere il
volano per il rilancio economico del Paese. Sarebbe interessante sapere qual è
il punto di vista del senatore Stefàno dato il suo ruolo nel Consiglio
d’Amministrazione dell’Inea, ora in una situazione debitoria che ha costretto
al commissariamento dell’ente stesso”.
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SALUTE:
NESSUNA NOTIZIA SULLO SCREENING SANITARIO NEL TARANTINO
A
quasi un anno dall’emanazione del Decreto Ilva-Terra dei Fuochi, il
parlamentare De Lorenzis (M5S) chiede ai Ministri Galletti e Lorenzin a che
punto sia l’attuazione dei controlli sanitari sulla popolazione di Taranto e
Statte
All’interno del decreto
legge del 10 dicembre 2013, n. 136, è contenuta una norma che prevede esami
sanitari, gratuiti per i cittadini, come misura volta al controllo dello
stato di salute della popolazione residente nei comuni di Taranto e di Statte.
Per tali attività di prevenzione sono stati assegnati 25 milioni di euro per
l'anno 2014 e altrettanti per quello successivo.
“A distanza di 2 mesi
dal termine del primo termine di spesa, non abbiamo notizie dello stato di
attuazione di queste misure – dichiara il deputato pugliese Diego De
Lorenzis (M5S) – Quando ci sono degli stanziamenti di denaro pubblico,
l’attenzione deve rimanere alta, a maggior ragione quando tali risorse sono
impegnate per la salute dei cittadini. Sono stati stanziati 50 milioni di euro
fino al 2015 per la prevenzione di patologie causate dagli insediamenti
industriali e per il controllo della salute dei cittadini di Taranto e Statte.
Queste popolazioni sono costrette a subire molti danni a causa del modello di
sviluppo obsoleto e inadatto al territorio e, su loro richiesta, abbiamo
preteso questi screening sanitari, in analogia a quanto avviene in Campania per
la Terra dei Fuochi”.
Lo stesso decreto
impone che il Ministero della Salute, sentite le Regioni Campania e Puglia
e l'Istituto Superiore di Sanità, stabilisca le modalità con cui sono
trasmessi, in forma aggregata, i dati raccolti nel corso dei controlli.
“A che punto sono
queste attività? - aggiunge il parlamentare 5 Stelle - Come sono
stati spesi finora questi soldi pubblici? Ci sono dei ritardi o delle
inadempienze? Occorre che i Ministri facciano chiarezza perché senza
trasparenza non ci può essere il controllo di quanto promesso ai cittadini. Sia
chiaro che queste non devono essere misure palliative: a Taranto e a Statte non
ci si accontenta più di chiacchiere, slogan e briciole. Nel tarantino, come in
molte altre parti di Italia, occorre invertire la marcia e cambiare il modello
di sviluppo, creando economie locali che non dipendano da grandi colossi
industriali e finanziari, con sedi legali in altri Stati, che inquinano e
devastano il territorio. Servono economie che siano in linea con le vere
vocazioni storiche e culturali del nostro paese, finalmente rispettose
dell’ambiente e della salute dei cittadini. Peccato che anche questo Governo –
conclude Diego De Lorenzis (M5S) – stia andando in direzione
totalmente opposta imponendo, senza ascoltare la voce dei cittadini, altre
opere altamente inquinanti come Tempa Rossa, dannose trivellazioni e inutili
gasdotti”.