1,2 MILIARDI DI EURO SARANNO DESTINATI AGLI IMPIANTI. NESSUN
RISANAMENTO PER LE AREE INQUINATE FUORI DALLO STABILIMENTO
"Il Gip del tribunale di Milano ha sbloccato 1,2
miliardi di euro sequestrati dalla Procura della Repubblica alla famiglia
Riva per evasione e frode fiscale. Si è trattato di una scelta inevitabile
perché prevista da una norma di due decreti legge emanati dai governi prima
Letta e poi Renzi". Lo ha dichiarato il coportavoce dei Verdi Angelo
Bonelli che aggiunge: "Quella norma di legge andava estesa anche
alle bonifiche e il governo avrebbe dovuto lavorare per i sequestro di
tutti i beni dei Riva, come ha tentato di fare la Procura di Taranto, a
garanzia di quelle bonifiche che purtroppo rischiano di non farsi
mai".
"Ora queste risorse della famiglia Riva saranno
utilizzate per realizzare gli interventi sugli impianti dello stabilimento
Ilva di Taranto previsti dall'AIA - aggiunge il leader ecologista -. Ma un
interrogativo sorge spontaneo: chi pagherà le bonifiche per risanare i
terreni agricoli contaminati dalla diossina, le falde e il mare inquinato e
i danni alle parti civili?".
"Arpa Puglia ha stimato che i danni provocati
dall'inquinamento ammontano a circa 4-5 miliardi di euro - continua -. Dove
sono i soldi per fare le bonifiche e più precisamente i Riva avranno
disponibilità economiche tali da applicare il principio 'chi inquina
paga'?".
"E' legittimo, purtroppo, pensare che come sempre le
bonifiche in Italia non si faranno e il disastro ambientale provocato
dall'Ilva sui terreni, le falde e nelle aree circostanti rimarrà lì per
sempre - conclude Bonelli -. I soldi sequestrati ai Riva, sbloccati per
legge, saranno investiti sugli impianti ma le bonifiche non le farà nessuno
e il disastro ambientale rimarrà lì come un monumento a futura memoria,
monumento di cui faremo volentieri a meno".
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